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PER CONVINCERE NEWEY CHIAMATE RAHAL. Adrian nel mirino Ferrari

Adrian Newey e Bobby Rahal in America nel 1985: insieme alla Truesport
(30/5/2014)Tutto lo cercano, tutti lo vogliono: Adrian Newey è come il barbiere Figaro. Il momento non florido della Red Bull e le ambizioni smodate degli altri concorrono a farne il progettista più desiderato della F.1. La Ferrari ovviamente smentisce, ma pare proprio che da Maranello gli sia stata recapitata una di quelle offerte veramente difficili da rifiutare. Si parla di 20 milioni a stagione (come Messi del Barcellona) comprensiva anche della possibilità di “firmare” una nuova formidabile stradale del Cavallino. A fargli la corte però sono in tanti. Si sarebbe mosso Niki Lauda nonostante lo stato di supremazia della Mercedes che evidentemente conta di mantenere anche sottraendo armi letali ai concorrenti. L’ultima avance sarebbe arrivata dalla Honda che starebbe pensando di rivitalizzare la motorizzanda Mc Laren con l’innesto del genio di Stratford Upon Avon. Chi la spunterà? Premessa fondamentale, però, è la disponibilità di Newey a ricominciare da un’altra parte. E con lui non si può essere certi fino all’ultimo. Ne sa qualcosa Bobby Rahal, ex team manager della Jaguar F1. Nel 2001 tentò con successo di ottenere i servigi di Adrian allora in Mc Laren ma la controfferta di Ron Dennis, la non-collaborazione di Lauda che era a capo della Jaguar e chissà che altro non consentirono la formalizzazione dell’accordo. Rahal era riuscito però a far breccia in quanto vecchio e intimo amico di Newey. I due si conobbero in America dove l’attuale genio della Red Bull cominciò la sua carriera – figlioccio di Robin Herd della March – alla Truesport dove per l’appunto Rahal era pilota di punta. Parliamo del 1984 e Adrian era giovanissimo. In Bobby, sua moglie e perfino nei genitori del pilota Usa, Adrian trovò conforto al di là dell’Oceano e si creò una profonda amicizia mai sopita, nemmeno dopo il diniego all’offerta Jaguar. Rahal stravede per Adrian e le sue doti. “Datemi Newey e non avremo bisogno del miglior pilota per vincere”, diceva. Nel 1985, però, passò senza troppe remore alla Kraco che mise sul piatto un’offerta nemmeno troppo esagerata. “A 25 anni anche un piccolo aumento è attraente”, disse però lo scaltro inglese. A proposito di Ferrari, poi, c’è da dire che non è certo la prima volta che le strade tentano di incrociarsi. Nel 1985 la March della Truesport fu presa a pietra di paragone dal Drake che all’epoca, per dissapori con la FISA, decise di volgere lo sguardo e il cuore verso le gare Indy. Gustav Brunner costruì una monoposto che riprendeva alcuni concetti della March e che Alboreto portò in pista a Fiorano con tempi rivelatisi migliori. Nell’ambito del progetto, che comunque svanì, era previsto il coinvolgimento, senza esito anch’esso, del giovane e promettente progettista Adrian Newey.
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MONTERMINI 50 ANNI, IN PISTA DA CAMPIONE. “Sono ancora affamato”

(29/5/2014) – Buon compleanno ad Andrea Montermini, pilota di razza, vero appassionato,  che domani compie 50 anni. Nato a Sassuolo, ha cominciato a 23 anni, nel 1987, ed è riuscito ad arrivare in F.1. Dove credete festeggerà il compleanno? In pista! E’ in viaggio per Le Castellet dove al Paul Ricard parteciperà ad una prova del campionato francese V de V Endurance Series. Vuol dire che spegnerà le candele…dei motori avversari! L’impegno principale, quest’anno, si divide comunque tra Blancpain Sprint Series e il GT Open, di cui è orgogliosamente campione in carica, per la Villorba Corse. Insomma, fatelo correre ed è contento. “Senza passione non potrei continuare. A sette anni ero già sui kart ma ho sempre voglia di esserci, sento di avere ancora risultati da conseguire, dentro di me c’è ancora un giovane agonista. Insomma, sono ancora troppo affamato”.
Senti Andrea, leggevo la composizione della griglia di una gara di campionato italiano di F.3 del 1989. Con te c’erano Amato Ferrari oggi team manager, Fabiano Vandone oggi commentatore televisivo, Nino Famà oggi costruttore di elicotteri. Tu che ci fai ancora in pista?
Questa domanda non vale! (ride). Loro erano molto più avanti di me quanto a carriera, sono quindi di una generazione agonistica diversa!
Se pensi al tuo esordio in monoposto, in F. Alfa Boxer, e a quel periodo fine anni ‘80, cosa consideri sia cambiato maggiormente?
Certamente l’evoluzione delle auto, da corsa e non, ha conosciuto uno sviluppo importante con l’introduzione dell’elettronica. Per quanto riguarda me, sono molto maturato, come uomo e come sportivo, e questo mi aiuta a gestire tante situazioni.

Andrea collaudatore Ferrari F1

Tu e la F.1: ci hai provato (Simtek, Pacific, Forti) ma senza sfondare. Recriminazioni?

No, nessuna recriminazione. Le cose possono andare in un modo o in un altro, è la vita. Dico solo che in tante altre categorie nelle quali ho avuto modo di guidare una macchina competitiva ho potuto dimostrare qualcosa. In Formula 1 non ho avuto grandi opportunità ma è meglio guardare agli aspetti positivi.

Per esempio il fatto di essere stato pilota collaudatore della Ferrari? Ti consola?
In parte assolutamente sì. Non sono in tanti a poter dire di aver guidato una Ferrari. E’ stata….


una scuola di vita fantastica ed indimenticabile e poi ho fatto tesoro dei tanti chilometri che ho percorso che mi hanno permesso di accumulare esperienza utile per il prosieguo della mia carriera. Ma sono anche andato molto vicino a guidarla in gara.
Racconta!
Era settembre del 1991, in Spagna si teneva il Gp dei Giochi Olimpici sulla nuova pista di Barcellona. Mi chiamano dalla Ferrari e mi dicono di andarci per fare delle foto per la Marlboro. Aggiungonodi portare anche “i ferri del mestiere” perché “potrebbero servirti”… Prost era già ai ferri corti con il Cavallino e nella notte tra giovedì e venerdì si sfiorò il divorzio. Per quella volta prevalse la pace (verrà appiedato prima dell’ultimo GP, ndb) e io persi una grande opportunità! Né fu possibile quando effettivamente Prost perse il posto poichè in quel momento mi era impossibile raggiungere in tempo l’Australia (corse Morbidelli e fu sesto, ndb).

L’incidente con la Simtek nel 1994
A proposito di F1, cosa ti senti di dire della vicenda Simtek? Nel 1994 prendesti il posto di Ratzenbeger in Spagna ma fosti protagonista di un altro brutto incidente.
Che dire. Con il senno di poi, visto anche il momento particolare della F1, era sicuramente una occasione da valutare meglio. Una situazione che con più esperienza avrei considerato differentemente. Ma cosa vuoi, ti offrono di guidare una F1 e che fai: quel sogno lo prendi al volo, anche se è quello che è. 
Hai corso molto anche in America: Cart, IMSA, Daytona. Sedotto e abbandonato?
Forse il continuo miraggio della massima formula mi ha un po’ precluso la strada della IndyCar. Non ho sfruttato tutte le opportunità che c’erano ma considero quelle esperienze una seconda carriera, non male.
Con le GT finalmente ti sei sfogato alla grande e sono venute tante vittorie.
Sì, è fantastico correre e vincere con una Ferrari. Ho coronato il mio sogno di bambino, quando andavo a vedere le Rosse aggrappato alle reti della pista di Fiorano. Mi ritengo fortunato. Quest’anno, tra Blancpain Sprint Series e GT Open, ho in programma 60 gare su una macchina di Maranello e alla mia età è una spinta notevole.

2014: sulla Ferrari 458 GT3 nel Blancpain Sprint Series
Andrea, una lunga e soddisfacente carriera: a chi senti di dovere un sentito grazie? E chi non ringrazi?
Dico grazie ai miei genitori che, dopo una iniziale titubanza, mi sono stati sempre vicini, soprattutto moralmente. In 27 anni di carriera ho incontrato molte persone da non ringraziare, che non pensano al tuo bene, ma vale per tutti, è la vita, e va considerato un percorso formativo.
Il tuo prossimo traguardo?
Come ho detto, quest’anno corro con la Ferrari GT3 nel Blancpain Sprint Series e la concorrenza è agguerrita e potente, Porsche, Bmw, Audi. La nostra macchina è al limite quanto a fiches di omologazione ma abbiamo un obiettivo: salire sul podio.
Un caro ricordo che conservi nella tua testa?

Avevo quasi 24 anni e tanta voglia di guidare in pista. Mi iscrissi alla Scuola Federale CSAI di Vallelunga ma occorreva un’esperienza precedente. Io potevo contare solo qualche frequentazione con i kart ma li convinsi: girai e alla fine mi dissero che avevo i numeri per poter gareggiare. Non pensavo assolutamente alla F1 e alla Ferrari, ma quella fu una spinta enorme per farmi cominciare seriamente. 
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E SCHUMACHER? OGGI CINQUE MESI IN COMA

La Nazionale Piloti per Schumi al Senna Tribute di Imola
(29/5/2014) – Sono passati cinque mesi esatti dall’incidente sulle nevi della località Meribel di Michael Schumacher. Lo strettissimo riserbo sulle condizioni del sette volte campione del mondo di F1 imposto dalla famiglia se da un lato tutela la privacy e la tranquillità dell’entourage che si sta prendendo cura di lui, dall’altro mantiene in uno stato di ansia permanente i tanti tifosi e simpatizzanti che si chiedono: come sta? Michael resta ricoverato all’Ospedale di Grenoble ma, qualche tempo fa, si era sparsa la voce di un possibile trasferimento presso la sua residenza opportunamente dotata di tutte le attrezzature medico riabilitative. Le ultime notizie risalgono a marzo e alimentano dubbi e speranze. Prima le sibilline considerazioni dell’ex capo medico della F1, Gary Hartstein che addirittura ha invitava tutti a “prepararsi al peggio” (http://motor-chicche.blogspot.it/2014/03/schumacher-prepararsi-al-peggio.html) poi la dichiarazioni della storica portavoce Sabine Khem che invece ha parlato di incoraggianti segni di risveglio. “Ciò che conta non è la velocità con cui Michael potrà risvegliarsi bensì che il recupero avvenga e sia tenuto costantemente sotto controllo”, diceva  l’ultimo comunicato. Sarebbe bello avere un aggiornamento sulle sue condizioni.
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ROSSI FA 300 E SFIDA MARQUEZ AL MUGELLO

Vale Rossi all’epoca dell’esordio in classe 125
(28/5/2014) – Domenica prossima, al Mugello, Valentino Rossi parteciperà alla gara numero 300Ne è passato di tempo da quel 31 marzo 1996, data di esordio nella classe 125 al GP di Malesia. Era poco più di uno sbarbatello, guidava una Aprilia, si classificò sesto. Inmezzo, nove titoli mondiali e pagine epiche del motociclismo. Pensa se non ci avesse provato… Oggi Vale, con i suoi 35 anni, è il “nonno” della compagnia ma, guarda un po’, è l’unico ad infastidire il nuovo fenomeno delle due ruote, tal Marc Marquez. Anche a Le Mans gli ha alitato sul collo. Sulla pista di casa intende fare spettacolo: Marc in questo momento è più forte, ma io proverò a batterlo, annuncia indomito. I tifosi si apprestano a formare sulle collinette toscane la solita marea gialla: il Fans Club ha dato appuntamento a tutti alla zona prato della curva Poggio Secco. Sulla pista di proprietà della Ferrari il centauro di Tavullia ha messo in bacheca nove successi: tra 125 (uno), 250 (uno) e nella classe regina (sette trionfi). L’anno scorso la sua gara durò poco: un contatto con Bautista, esagerato, lo spedì per le terre. Ricordo che sempre al  Mugello, nel 2010, Rossi patì il suo infortunio più grave: rottura di tibia e perone, dopo un volo da paura. 
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NUOVA MUSTANG: 500 OK IN 30 SECONDI

In soli 30 i secondi sono state raggiunte le 500 prenotazioni massime per la nuova Mustang in edizione limitata certificata, le cui registrazioni sono state aperte da Ford al fischio d’inizio della finale della UEFA Champions League tra Real Madrid e Atletico Madrid – la coppa è arrivata proprio a bordo di una fiammante Mustang –  e chiuse al termine dell’incontro. Oltre 9.300 persone si sono registrate per tentare di accaparrarsi le prime iconiche vetture ad arrivare in Europa: alla fine, il sito www.ford.com ha ottenuto più di 300.000 visite. “Sapevamo che l’entusiasmo per l’arrivo della Mustang in Europa sarebbe stato travolgente, ma il risultato è stato qualcosa al di fuori dall’ordinario”, ha dichiarato Roelant de Waard, Vice Presidente Marketing, Vendite e Assistenza, di Ford Europa. “E’ stato un modo davvero speciale di dare inizio, in Europa, all’era Mustang”. Le prime 500 Mustang raggiungeranno 20 diversi paesi europei. Nelle prossime settimane Ford ricontatterà i clienti che sono stati più lesti per comunicare le modalità attraverso le quali finalizzare l’ordine.

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LA FERRARI ACCELERA IN RUSSIA

(27/5/2014) – Si è concluso al Barvikha Luxury Village di Mosca un evento di tre giorni che ha inaugurato una serie di attività dedicate ai clienti che la Ferrariha deciso di organizzare per celebrare i dieci anni di presenza in Russia, un paese definito a Maranello “fondamentale nella strategia per estendere la propria area di interesse verso mercati emergenti, mantenendo comunque inalterata l’esclusività del marchio”. Il responsabile vendita per questa Area è Massimo Gallotta che dice: “Siamo molto orgogliosi di essere qui per celebrare il decimo anniversario di Ferrari in Russia, una terra da cui provengono alcuni dei nostri clienti più appassionati. Nel corso di questo decennio abbiamo visto quanto i clienti russi abbiano saputo apprezzare i nostri valori fondamentali riassumibili in esclusività, avanguardia tecnologica ed innovazione”. 
Il numero di collezionisti è in continuo aumento e si riscontra una sempre crescente attenzione verso la grande tradizione sportiva che la Ferrari può vantare: un aumento di interesse sicuramente supportato dall’arrivo in calendario del primo Gran Premio di Russia di Formula 1 che si disputerà a Sochi il prossimo ottobre. Il blasone sportivo è poi alla base del primo corso di guida per Clienti “Esperienza Ferrari” che si terrà in giugno al Moscow Raceway, tenuto dagli istruttori ufficiali del Cavallino Rampante. In più, la presentazione di un programma esclusivo Tailor-Made pensato appositamente per un numero di selezionatissimi clienti russi, proprietari di F12Berlinetta. Con due unici colori per la carrozzeria e gli esclusivi allestimenti interni della collezione “Soul” di Poltrona Frau, le F12Berlinetta saranno, inoltre, personalizzate con una speciale iscrizione commemorativa.
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CAVALIER WINKELMANN

(27/5/2014)Stephan Winkelmann, Presidente e Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini, ha ricevuto a Roma le insegne di Cavaliere di Gran Croce, la più alta onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il riconoscimento, che segue quello di Grande Ufficiale avvenuto nel 2010, è stato assegnato attraverso il “Motu Proprio” presidenziale per il grande valore dei risultati gestionali ottenuti da Winkelmann a capo di una delle più importanti aziende del Made in Italy. “Ricevere questa prestigiosa onorificenza è un grande riconoscimento non solo per me ma soprattutto per tutta la Lamborghini. È la dimostrazione che un prodotto eccellente è fatto da donne e uomini eccellenti, che con passione e impegno credono nel valore dell’innovazione. L’Italia deve andare fiera di gioielli industriali come il nostro e promuoverli ancora più attivamente. Esempi di successo come quello di Lamborghini possono fare da volano per l’intera realtà industriale italiana”, ha dichiarato Stephan Winkelmann. Nato a Berlino il 18 ottobre del 1964, è cresciuto a Roma. In seguito a vari incarichi di responsabilità all’interno del gruppo Fiat, è stato nominato Presidente e Amministratore Delegato di Automobili Lamborghini nel 2005. 
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ANNIVERSARY / 26 MAGGIO 1974. MOSER, MORTE CON POLEMICA

(26/5/2014)Mille Chilometri di Monza, l’uscita di strada della sua Lola Bmw, il cozzo violento contro il guard-rail e poi contro un’altra vettura ferma sul prato: così Silvio Moserpilota svizzero di Zurigo, morì nella serata del 26 maggio del 1974 Silvio Moser. L’incidente si verificò durante la classica di durata sul circuito brianzolo il 25 aprile e Moser rimase in coma 32 giorni, senza riprendere più conoscenza. Fu subito operato subito alla testa all’ospedale Niguarda di Milano dal dottor Corona che eseguì l’asportazione di un ematoma extradurale. Di quei giorni e di quelle ore delicatissime resta una polemica antipatica. La famiglia del pilota decise di interpellare il dottor Giorgio Morniroli, un noto neurochirurgo dell’Opedale La Carità di Locarno dove si decise di trasferire il congiunto. Dalla Svizzera erano pronti anche all’invio di un elicottero ma “questioni burocratiche” lo impedirono. A distanza di 24 ore dalla operazione alla testa, fu un’ambulanza a riportare in Patria lo sfortunato pilota. Sui giornali di allora, emerge la polemica sul fatto che, evidentemente, non vi era fiducia sull’operato dei medici italiani come pure sulla opportunità di movimentare così un paziente grave. Come detto, nonostante tutto, Moser non si riprese e cessò di vivere circa un mese dopo l’incidente. Aveva 33 anni, sposato con un figlio. Per qualche anno aveva tentato di farsi strada anche in F1, senza successo: debuttò nel 1967 al GP di Gran Bretagna su una Cooper-ATS per poi guidare una Brabham prima motorizzata Repco e quindi Ford, fino all’avventura finale, nel 1970 e ’71 con la Bellasi Ford, un progetto del quale fu brillante promotore. Fu mentore del connazionale Clay Regazzoni. In totale 12 gare e 3 punti racimolati. Aveva cominciato sulle Turismo per poi passare nel 1964 inF3 europea dove vinse a pari merito con Stewart vincendo quello stesso anno la Temporada di Buenos Aires.

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MARUSSIA…O FERRARI B ?

(26/5/2014) – A Banbury, nella factory della Marussia, si festeggia ancora. A Montecarlo la scuderia con capitali e licenza russa dopo sei stagioni ha finalmente raccolto i primi punti iridati. Tra l’altro nel momento in cui voci facevano presagire foschi scenari futuri per un team che si dibatte solo nel pantano della Q1 senza mai  riuscire in gara ad ambire a risultati di un minimo spessore. Il nono posto di Jules Bianchi riuscirà ad invertire il trend negativo? Una cosa è certa: le dichiarazioni post GP mi fanno pensare più ad una Ferrari B! Sentite prima Bianchi:  “I miei ringraziamenti a tutti e anche ai nostri partner di powertrain, Scuderia Ferrari, perché insieme abbiamo fatto grandi progressi, in particolare dopo il test di Barcellona. Questo ci ha dato la fiducia necessaria per spingere. Vorrei anche ringraziare la Ferrari DriverAcademy, che sostiene ogni passo della mia carriera”. Poi è la volta di John Booth, Team Principal: “I miei complimenti alla squadra e ai nostri colleghi molto più recenti della Scuderia Ferrari. La nostra partnership powertrain è giovane, ma abbiamo visto il potenziale fin dall’inizio del rapporto e ora stiamo davvero iniziando a vedere i risultati di una vera integrazione”. Infine l’intervento di Mattia Binotto, Direttore Motore & Elettronica alla Scuderia Ferrari: “A nome della Scuderia Ferrari, voglio congratularmi con la Marussia F1 Team per questo storico risultato. Da parte nostra, siamo lieti di aver dato il nostro contributo al raggiungimento di un obiettivo perseguito da tempo e vorrei anche ringraziare il gruppo di tecnici Ferrari e meccanici che hanno lavorato dal inizio anno con il team con sede a Banbury. Questo nono posto dovrebbe essere un punto di partenza e non un arrivo per la collaborazione tra la Scuderia e la Marussia”. Da non dimenticare, infine, che lo storico ex capo della comunicazione Gestione Sportiva Ferrari, Luca Colajanni, dall’1 febbraio scorso è Partnership Director della Marussia. (http://motor-chicche.blogspot.it/2014/03/colajanni-preferisce-la-marussia.html). 
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QUANDO FU RAIKKONEN A TAMPONARE

(26/5/2014) – Nei primi giri del Gp di Montecarlo Raikkonenaveva sperato di dare una svolta alla sua finora grigia stagione ferrarista. Partito a razzo, si era insediato in terza posizione e il podio sembrava possibile. Invece, al 28° giro, poco dopo il pit stop in regime di safety car, il finlandese è dovuto rientrare ai box con la gomma posteriore destra afflosciata. Era stato tamponato dalla Marussia di Max Chilton che si è guadagnato il suo disprezzo. “Il risultato fa schifo (unica consolazione il giro più veloce a tre giri dal termine, ndb) ma non per colpa mia. Quando ti colpiscono, su un circuito così non c’è più niente da fare”.  Raikkonen è giustamente molto arrabbiato con l’inglese ma deve ricordare che nel 2008 fu lui a rovinare la gara di Sutil, allora su Force India, proprio con un tamponamento. Il tedesco era quarto, un risultato eccezionale per la scuderia indiana, ma all’uscita dal tunnel Kimi perse il controllo della Ferrari colpendo Sutil e mettendo fine alla sua gara. Indimenticabili le lacrime di Adrian che vide sfumare non per colpa sua una grande gara. Lui accettò le scuse di Raikkonen che invece non fu “perdonato” dal DT Mike Gascoyne e da Vijai Mallya che disse: “Dal campione del mondo, mi sarei aspettato in quella circostanza una guida un po’ più responsabile.”