
(28/4/2014) – Ci era già andato vicino: secondo in Argentina, in pole in Sudafrica e quindi primo nel Gp di Spagna. Il 28 aprile di quarant’anni fa Niki Lauda conquistò al Jarama la prima vittoria con la Ferrari che coincise anche con il cinquantesimo successo di una Rossa in F1. Era la prima gara europea della stagione 1974 e la B3 di Mauro Forghieri si confermò finalmente la monoposto del riscatto, dopo anni veramente avari di soddisfazioni. Quell’anno, a Maranello si cambiò pagina: tutto concentrato sulla F.1, via Ickx e Merzario per far posto a Regazzoni – un gradito ritorno – e lo sconosciuto austriaco Lauda, il giovane Luca Cordero di Montezemolo alla prima stagione piena al muretto box, e uno nuovo sponsor tecnico: l’Agip. In Spagna, Lauda fu perfetto: pole, giro più veloce e vittoria davanti al compagno di squadra Clay con il quale cominciava ad intravedersi la lotta per la supremazia interna al team. Lo svizzero, in quel frangente, deve essersi morso la lingua pensando al consiglio positivo su Lauda che aveva dato al Drake in cerca di qualche promessa da lanciare. A quel successo è anche legato l’episodio più volte raccontato da Montezemolo che, ovviamente, non stava nella pelle aspettando che la bandiera a scacchi salutasse quella che era anche la sua prima vittoria. Lauda, come abituerà a fare, nei giri finali rallentò metodicamente per salvaguardare la meccanica dell’auto ma non aveva fatto i conti con l’ansioso DS. L’attuale presidente marcò molto da vicino il marchese de Villapadierno, incaricato di sventolare la bandiera di fine gara: “Butta giù esta bandiera, fai finta che ti sei sbagliato”, lo implorò! Tutto finì bene: il giorno dopo la squadra era a cena all’Hotel Canalgrande di Modena (dove allora risiedevano i piloti) e il mito del pilota-computer, che quell’anno vinse anche a Zandvoort, esplose anche nella sua fino a quel momento distaccata Austria.