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DOVE E’ FINITO DAVIDE VALSECCHI?


(25/3/2014) – Ehi, ma cosa sta facendo Davide Valsecchi? Il momento, per il pilota comasco, non deve essere affatto buono. L’ultimo Tweet risale addirittura all’inizio dello scorso mese di dicembre. Durissimo il colpo (basso) infertogli dalla Lotus di cui era terzo pilota (pagante). Fa male solo ricordare il voltafaccia del team inglese che preferì affidare il volante al finlandese Kovalainen nelle ultime due gare prive dell’operando Raikkonen. La scelta della Lotus è stata disastrosa: Kovalainen è stato inconsistente e si è bruciato, Valsecchi non ha trovato più sbocchi nel Circus Da signore, non vomitò subito su Boullier e soci e solo dopo un po’ definì l’addio. Destinazione America, IndyCar. Ma anche lì, pare proprio tiri una brutta aria: pochi posti e parecchi pretendenti ben riforniti di liquido – confermato da Vittorio Ghirelli – cosa di cui Davide difetta. Ha vinto in GP2 nel 2012 ma è chiaro che ormai quel titolo non assicura più un tubo. Anche questo è un aspetto deprimente delle corse di oggi. Todt e Berger pensano alle formula del passato ma il merito chi lo tutela? Trovo un’ultima intervista di Valsecchi su panorama.it, risalente a febbraio. Tramontata la possibilità di esordire negli States, parla di una chance nel Mondiale Turismo. Almeno. Inutile negare la delusione per l’epilogo della storia Lotus, dirimente per la sua carriera: “La scelta della Lotus mi ha sballato tutti i progetti…Quanto è successo mi abbia fatto molto male. Dal punto di vista sportivo, mi hanno tagliato le gambe….Ero vicinissimo a correre in F1 e ora probabilmente non succederà più… Ripeto, non credo che avrò altre possibilità in F1, me la sono giocata lo scorso anno… Sa perché ci sono rimasto davvero male? Perché agli occhi della gente io non sono stato all’altezza della situazione. E questo mi ha ferito e non poco”. Vi rendete conto? Sono le considerazioni tristissime di quello che solo un anno fa era la nostra migliore speranza! Si può andare avanti così???
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ONYX IERI F1, OGGI…


 
(25/3/2014) – Ricordate la Onyx? Proprio 25 anni fa, il team fondato da Mike Earle esordiva in F.1 nel week end del Gp del Brasile, che allora si disputava sul circuito Jacarepagua di Rio de Janeiro. Una bella macchina, progettata dall’ex Mc Laren Alan Jenkins, ma una storia travagliata che si esaurì in due anni: 1989 e 1990. Una storia che, all’inizio di quest’anno, è sembrata in qualche modo riprendere: Mike Earle, ancora lui, prima attivo nel Turismo come Team manager Arena Motorsport fondato nel 1999, ne aveva annunciato la rinascita e la “discesa in pista” nel Mondiale Turismo, il WTCC, con una macchina da specificare.  La possibilità sembrava concreta grazie alla partnership con la Arlington Industries Group, con interessi nel mondo della produzione auto. Sembrava. E invece è recentemente arrivato alla FIA il diniego, almeno per questa stagione. Peccato. Nella massima formula la Onyx arrivò con un ottimo pedigree. Nel 1979, Earle e il socio Greg Field cominciarono dalla Formula 2, prima autonomamente poi con telai March. Particolare e vincente fu il rapporto con i piloti italiani: Riccardo Paletti, Beppe Gabbiani, poi nella neonata F.3000 con Emanuele Pirro e soprattutto Stefano Modena che conquistò il titolo nel 1987. In F.1 lo sbarco avvenne grazie ai capitali di un finanziere belga, tal Jean-Pierre Van Rossem. Piloti: Stefan Johansson e Bertrand Gachot (poi sosituito da J.J. Letho). A quell’epoca il paddock…

traboccava di team partecipanti e le pre-qualifiche costituivano una mannaia davvero spietata. Solo da metà stagione la Onyx cominciò ad assicurare qualche performance più efficace, vedi quinto posto al Paul Ricard e soprattutto l’esaltante terzo posto sempre di Johansson al GP del Portogallo (la stessa pista dove si mise in luce agli occhi di Enzo Ferrari nel 1984). L’anno successivo occorreva un motore più potente che non arrivò e allora addio al finanziere belga che cedette tutto ai giapponesi della Middlebridge che a loro volta vendettero allo svizzero Peter Monteverde. Al posto di Johannsson prese il volante l’elvetico Gregor Foitek – il padre deteneva il 25% del Team – che colse anche un settimo posto a Montecarlo. Ma si era imboccata la strada del non ritorno e infatti a fine stagione, rubinetto dei dollari a secco, i battenti vennero chiusi definitivamente.
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LE FRASI FORTI DI MASSA E MATESCHITZ

(24/3/2014) – Questa F.1 così noiosa, cavillosa, strana, incomprensibile, lunatica sta dando la stura a una serie di dichiarazioni alquanto interessanti ma anche cariche di risentimento. Come altro definire, le frasi di Felipe Massa e del boss supremo della Red Bull, Dietrich Mateschitz? Sentite un po’. Per cominciare il brasiliano fresco ex Ferrari, che si ritrova per le mani una Williams niente male, intervistato dal quotidiano tedesco Bild non usa mezze frasi. “Ho fame di vittoria e ti dirò una cosa: il tempo di essere un servo è finito! In una squadra a volte si deve fare qualcosa che non si comprende al momento. Ma non mi piace correre se non si può vincere”. Beh, il classico tirar via i sassolini dalla scarpa che lo accomuna, in questo senso, a Barrichello e anche da Raikkonen che non furono da meno al momento dell’addio a Maranello. 

E il munifico proprietario e sponsor di Red Bull e Toro Rosso? Le sue dichiarazioni, al quotidiano austriaco  Kurier, sono più “gravi” e lasciano trapelare per la prima volta insofferenza per la F1, ma non solo. Ha aggiunto che non può dire di essere a tempo indeterminato nella massima formula! Questa F1, bene inteso. “E ‘anche una questione di valore sportivo. Siamo al limite di ciò che Red Bull può accettare. La F1 deve diventare quello che era: la disciplina finale. Trovo stupido che una GP2 sia veloce quasi quanto una F1 attuale con un bilancio incomparabile”. ha ragioni da vendere, ma certo cominciare a lamentarsi così appena le cose vanno un po’ male…
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COSA CI FACEVA NIKI LAUDA IN MACEDONIA?

(24/3/2014) – Cosa ci faceva Niki Lauda in Macedonia, al confine con la Grecia? Lavorava! I cappellini indossati da Niki Lauda fanno parte della storia della F.1, oltre che del conto in banca dell’avveduto ex pilota austriaco. Geniale trasformare l’esigenza di coprire e proteggere il cranio che reca le conseguenze dell’incidente del Nurburgring in un business estremamente proficuo. Leggendario quello Parmalat, poi quelli Romerquelle, Oerlikon, Money Service, per arrivare al più recente Aabar e ora all’ennesimo copricapo rosso che pubblicizza con tanto di logo la società Novomatic, una delle più grandi attive nel campo del gioco, leggi Casinò e affini. Ignota la cifra spuntata dall’ex ferrarista per quattro anni di contratto che prevedono almeno dieci apparizioni l’anno in qualità di testimonial. La prima è avvenuta per l’appunto al Casino Flamengo, in Macedonia, affollato – così narrano le cronache – soprattutto di greci evidentemente non in bolletta che hanno riconosciuto il tre volte campione del mondo tributandogli applausi a scrosci fin dall’arrivo in aeroporto. Diavolo d’un Niki, la sua popolarità non sembra avere mai fine e anche in F.1, dopo le magre esperienze manageriali in Ferrari e Jaguar, la Mercedesha cominciato a dargli grosse soddisfazioni…
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ROSSI SHOW: “SE NON FOSSE PER QUEI 2-3 DECIMI DEL CA….”

(24/3/2014) – E ora tutti a chiedersi se il Vale quest’anno è della partita. Ieri in Qatar Rossi ha fatto una gara delle sue: guardingo nelle prime battute e poi all’attacco, molto deciso. Come ai bei tempi.  Certo, davanti a lui ha trovato il nuovo fenomeno, tal Marc Marquez, che come ha dimostrato lo scorso anno – e viene in mente in particolare Laguna Seca – ha già la velocità e la malizia di un veterano. Il pesarese lo ha infilato ma lo spagnolo è stato lesto a rispondere e a vincere. Per Rossi un ottimo secondo posto, tenuto conto che il compagno di squadra Lorenzo ha fatto, lo dice lui, un errore da novellino… Però Rossi fu secondo in Qatar anche nel 2013 ma poi dovette arrancare tutto il resto della stagione dietro il formidabile treno ad alta velocità Marquez-Lorenzo-Pedrosa. Qualcosa è cambiato? “Sento di guidare meglio. – dice lui – L’anno scorso sono sempre stato in grande difficoltà in frenata, senza mai riuscire a trovare una buona messa punto, mentre nel 2014, già nei test abbiamo risolto tanti problemi e adesso mi sento forte in ingresso curva. Non sarà facile continuare così, perché comunque fino alle qualifiche ero decimo, ma nel box c’è un bel linguaggio, riusciamo turno dopo turno a migliorare la moto”. Alla fine, la classe c’è sempre ma può pesare il fattore anagrafico: “Il nostro sport non è così fisico come potrebbe essere, che so, l’atletica. Già nel calcio ci sono tantissimi giocatori fortissimi che sono più vecchi di me. Il segreto è la passione, divertirsi: a me piace fare il mio “lavoro”, lo dico tra virgolette. Insomma, non credo sia così penalizzante la mia età, anche se, naturalmente, il sabato pomeriggio, nel giro alla “morte”, forse sono un po’ vecchio, mi danno sempre quei 2-3 decimi del cazzo e mi tocca partire dietro, però poi in gara sono ancora veloce”. 
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ANNIVERSARY / 22 MARZO 1974. MORTE DI PETER REVSON, PILOTA CON STILE

(22/3/2014) – Neanche il tempo di farsi una ragione delle morti di Roger Williamson e Francois Cevert, l’anno prima, e il 1974 richiese subito un nuovo, amarissimo tributo: il 22 marzo del 1974 sul veloce tracciato di Kyalami moriva Peter Revson. Americano di New York, bello, ribelle e appassionato, sembrava ormai maturo per ambire a qualcosa di veramente importante in Formula 1 ma  durante una sessione di prove private in Sudafrica la sospensione  anteriore della sua Shadow cedette e, alla Barbecue Bend, si schiantò ad alta velocità contro il guard rail. Morì sul colpo, tra le fiamme, nonostante l’intervento disperato dei colleghi Hulme e Graham Hill. Aveva 35 anni. 

BIOGRAFIA – Che storia e che personaggio, Revson. La sua poteva essere una vita agiata e lussuriosa: erede della famiglia dei cosmetici Revlon, era invece completamente rapito dal fascino della velocità e delle auto per le quali versò ogni suo avere. Per questo fu praticamente ripudiato dai suoi. Si trasferì in Europa ed ebbe un primo fugace assaggio di F1 con una vecchia Lotus schierata dal team Parnell. Capì che doveva vincere qualcosa per spianarsi la strada e tornò in America. Punto di svolta fu la conoscenza dei fratelli Mayer, Timmy e Teddy, fin dai tempi delle scuole. Timmy morì in un incidente nel 1964 e rimase il legame con quello che sarebbe diventato il gran capo della Mc Laren. Si impose nella Can-Am, fu secondo alla 12 Ore di Sebring in coppia con Steve Mc Queen, e colse una pole a Indianapolis dove, tra l’altro, incontrò la sua futura compagna Marjorie Wallace poi eletta Miss Mondo. 

L’INCIDENTE


Ma dal 1971 tornò a dedicarsi alla F1, per un anno con la Tyrrell e poi con la Mc Laren curiosamente sponsorizzata Yardley, concorrente nel campo dei cosmetici della Revlon. Una pole nel 1972 e soprattutto due belle vittorie nel 1973 (Inghilterra e Canada) lo consacrarono come papabile al titolo 1974. Per quell’anno si accordò però con la Shadow voluta dagli americani della UOP (Universal Oil Products Company) nonostante l’interessamento della Ferrari e l’offerta della terza Mc Laren. L’incidente troncò ogni velleità e quel pilota di altri tempi, che scrisse anche un bel libro dal titolo “Speed with style”, oggi riposa nel cimitero di Hartsdale, nello stato di New York.

Revson su Mc Laren nel 1973
Penultima gara di Revson, Argentina 1974 su Shadow
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SONDAGGIO FERRARI: VI PIACE QUESTA F1?

(21/3/2014)La Ferrari dà ancora una volta la parola ai tifosi. Da Maranello ora chiedono di pronunciarsi su un tema di  grande attualità dopo la disputa del primo GP della stagione 2014 in Australia con le monoposto figlie dei nuovi, e complicati aggiungerei, regolamenti. La domanda è (sembra partorita direttamente dalla mente del Presidente Montezemolo, assai critico sull’argomento): vi piace questa nuova Formula 1? La Ferrari invita i tifosi a dire la loro sul sito ferrari.com. I pareri, che immagino copiosi e probabilmente non molto teneri, potranno essere comunicati anche su Twitter. Le nuove regole, il suono del motore, il limite di carburante e lo spettacolo generale potranno essere vivisezionati utilizzando l’hashtag di riferimento #FerrariFanSurvey. Ricordo il “referendum” sul nome della nuova Rossa (alla fine prevalse la sigla F14-T ), ma gli appassionati Ferrari sono degli intenditori di Formula 1. Lo hanno dimostrato i dati del sondaggio che era stato proposto in vista del Gran Premio d’Australia, in cui si chiedeva di pronosticare quante vetture sarebbero arrivate al traguardo della gara di Melbourne. Ebbene, nonostante le incognite e i timori sull’affidabilità precaria delle monoposto, i quasi 10mila tifosi che si sono espressi avevano previsto con ben il 70,17% delle preferenze che al traguardo sarebbero arrivate più di dieci vetture. I più convinti gli utenti di lingua spagnola (84%), a 70% e 68% i valori dei votanti in lingua italiana e inglese.
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GOOGLE, OMAGGIO A SENNA

(21/3/2014)Cliccate su Google e vedrete Senna. Oggi il tre volte campione del mondo di F.1 brasiliano avrebbe compiuto 54 anni e, cogliendo anche l’occasione della prossima ricorrenza del ventennale della tragica scomparsa a Imola, l’Azienda di Mountain View ha pensato di dedicargli il doodle odierno. Cliccando, si mette in azione il motore di ricerca che sforna tutti i link relativi ai siti nei quali Ayrton viene citato: sono circa 10milioni e 800mila. Il doodle raffigura un profilo del pilota e l’effige di una monoposto che sfreccia su sfondo cromatico tipico brasiliano: verde-oro, che ricorda la fascia del suo casco. Una bella iniziativa, che comincia a riscaldare i cuori in vista del Senna Tribute in programma dall’1 al 4 maggio a Imola con un prologo molto intenso: il 30 aprile, sempre nella città dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, alle ore 18, presso la Chiesa Croce in Campo (Via Leopardo 96) si terrà una messa in memoria di Senna e di Roland Ratzenberger, l’altra vittima di quel dannato week end. A seguire, dalle ore 21, presso l’Hotel Castello di Castel San Pietro Terme, avrà luogo per iniziativa di Giorgio Terruzzi, Ezio Zermiani e Luisa Tosoni, la titolare dell’albergo dove Senna alloggiò negli ultimi giorni di vita, “Suite 200, l’ultima notte di Ayrton”. Un ritrovo molto particolare, intenso, aperto a tutti.
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KVYAT, IL RUSSO CHE AMA L’ITALIA

(20/3/2014) – Al terzo anno senza piloti italiani in F.1, simpatia si può certamente accordare a Daniel Ricciardo, di origine siculo/calabrese, e anche verso Daniil Kvyat. E’ russo al 100% (è nato a Ufa) ma vive a Roma, ama l’Italia, parla bene italiano e ha tantissimi amici tra piloti e addetti ai lavori del nostro paese. Da quest’anno è pilota titolare della toro Rosso ed è stato autore di un vero e proprio exploit a Melbourne. Con il suo nono posto (dopo la squalifica di Ricciardo), è diventato il pilota più giovane ad aver conseguito punti mondiali al debutto in Formula 1! Lo ha fatto all’età di 19 anni, 10 mesi e 18 giorni – ne compirà 20 il prossimo 26 aprile – e ha così superato il detentore del precedente record: un certo Vettel. Complimenti gli sono piovuti da più parti ed esperti e in effetti la sua condotta di gara è stata molto accorta e matura. Come ha reagito? “E’ stata una grande sensazione, fantastico, sembra incredibile!. La partenza è stata un pò disordinata, ma dopo che sono riuscito a trovare il ritmo la macchina sembrava competitiva rispetto agli altri. Alla fine ero vicino a Vergne ma ho dovuto risparmiare carburante, quindi non avevo intenzione di attaccarlo. Non mi aspettavo di segnare punti nella mia prima gara”. Il “tosto” Team principal Franz Tost, che ha rischiato su di lui preferendolo al portoghese Da Costa, lo elogia: “Sono molto felice per Daniil. Ciò che ha fatto è molto promettente e sono convinto che questa sia la prima di una lunga serie”. Sembra che Daniil non abbia fatto altro in vita sua: aveva 8 anni quando, in vacanza, chiese ai genitori di poter fare un giro in kart. Non si è più fermato e ora se la Toro Rosso manterrà le buone promesse potrà togliersi qualche bella soddisfazione (e quest’anno c’è il Gp di Russia!).
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LORENZO E ROSSI: CACCIA A MARQUEZ

(19/3/2014) – Per la Yamahadi Jorge Lorenzo e Valentino Rossi comincia ufficialmente il campionato MotoGP 2014: oggi è stata svelata la nuova livrea delle YZR-M1 del team che assume la denominazione Yamaha Movistar MotoGP. Domenica la prima gara, in Qatar. I test invernali sono stati proficui e la cabala relativa al Gran Premio qatariota è favorevole: Lorenzo è sempre partito dalla prima fila e non è mai finito fuori dal podio; Rossi vanta tre vittorie e il secondo posto dell’anno scorso in rimonta dopo una battaglia fantastica con l’allora esordiente Marc Marquez. Entrambi si giocano molto: 

Lorenzo non  vuole farsi oscurare dal connazionale in prepotente ascesa (la Hondacomunque gli farà un’offerta per il campionato 2015): “Lui è così forte e veloce. Forse non è ancora perfetto ma sono abbastanza sicuro che sta per essere vicino al 100%. In generale mi sento quasi al 100% e credo che in Qatar non avremo alcun problema per spingere al massimo”. Mentre Rossi è forse all’ultima chance di imporre la sua classe:  Abbiamo lavorato molto duramente nei test per risolvere alcuni dei miei problemi dello scorso anno e sono stato in grado di essere con i piloti più veloci. La moto è competitiva per lottare per il podio questo fine settimana. Ho un grande feeling e non vedo l’ora di iniziare”. Per lui si annuncia però il tormentone: la sua ultima stagione? “Voglio essere sempre vicino ai migliori, questo sarà importante per decidere il mio futuro…