(22/3/2014) – Neanche il tempo di farsi una ragione delle morti di Roger Williamson e Francois Cevert, l’anno prima, e il 1974 richiese subito un nuovo, amarissimo tributo: il 22 marzo del 1974 sul veloce tracciato di Kyalami moriva Peter Revson. Americano di New York, bello, ribelle e appassionato, sembrava ormai maturo per ambire a qualcosa di veramente importante in Formula 1 ma durante una sessione di prove private in Sudafrica la sospensione anteriore della sua Shadow cedette e, alla Barbecue Bend, si schiantò ad alta velocità contro il guard rail. Morì sul colpo, tra le fiamme, nonostante l’intervento disperato dei colleghi Hulme e Graham Hill. Aveva 35 anni.
BIOGRAFIA – Che storia e che personaggio, Revson. La sua poteva essere una vita agiata e lussuriosa: erede della famiglia dei cosmetici Revlon, era invece completamente rapito dal fascino della velocità e delle auto per le quali versò ogni suo avere. Per questo fu praticamente ripudiato dai suoi. Si trasferì in Europa ed ebbe un primo fugace assaggio di F1 con una vecchia Lotus schierata dal team Parnell. Capì che doveva vincere qualcosa per spianarsi la strada e tornò in America. Punto di svolta fu la conoscenza dei fratelli Mayer, Timmy e Teddy, fin dai tempi delle scuole. Timmy morì in un incidente nel 1964 e rimase il legame con quello che sarebbe diventato il gran capo della Mc Laren. Si impose nella Can-Am, fu secondo alla 12 Ore di Sebring in coppia con Steve Mc Queen, e colse una pole a Indianapolis dove, tra l’altro, incontrò la sua futura compagna Marjorie Wallace poi eletta Miss Mondo.
BIOGRAFIA – Che storia e che personaggio, Revson. La sua poteva essere una vita agiata e lussuriosa: erede della famiglia dei cosmetici Revlon, era invece completamente rapito dal fascino della velocità e delle auto per le quali versò ogni suo avere. Per questo fu praticamente ripudiato dai suoi. Si trasferì in Europa ed ebbe un primo fugace assaggio di F1 con una vecchia Lotus schierata dal team Parnell. Capì che doveva vincere qualcosa per spianarsi la strada e tornò in America. Punto di svolta fu la conoscenza dei fratelli Mayer, Timmy e Teddy, fin dai tempi delle scuole. Timmy morì in un incidente nel 1964 e rimase il legame con quello che sarebbe diventato il gran capo della Mc Laren. Si impose nella Can-Am, fu secondo alla 12 Ore di Sebring in coppia con Steve Mc Queen, e colse una pole a Indianapolis dove, tra l’altro, incontrò la sua futura compagna Marjorie Wallace poi eletta Miss Mondo.
L’INCIDENTE
Ma dal 1971 tornò a dedicarsi alla F1, per un anno con la Tyrrell e poi con la Mc Laren curiosamente sponsorizzata Yardley, concorrente nel campo dei cosmetici della Revlon. Una pole nel 1972 e soprattutto due belle vittorie nel 1973 (Inghilterra e Canada) lo consacrarono come papabile al titolo 1974. Per quell’anno si accordò però con la Shadow voluta dagli americani della UOP (Universal Oil Products Company) nonostante l’interessamento della Ferrari e l’offerta della terza Mc Laren. L’incidente troncò ogni velleità e quel pilota di altri tempi, che scrisse anche un bel libro dal titolo “Speed with style”, oggi riposa nel cimitero di Hartsdale, nello stato di New York.
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Revson su Mc Laren nel 1973 |
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Penultima gara di Revson, Argentina 1974 su Shadow |