(22/2/2014) – Cosa dire ancora di Niki Lauda che oggi compie 65 anni? Di lui è stato scritto tutto ed egli stesso ha narrato con dovizia di particolari la sua vita in tanti libri. “Il pilota computer”. “il coraggio della paura”, “Tris mondiale”: quanti titoli storici su di lui. Poi dirigente alla Ferrari, alla Jaguar e ora, seppur non esecutivo, alla Mercedes. Una vita da protagonista nel mondo dei motori ma la svolta e tutte le fortune susseguenti avvennero grazie alla chiamata da Maranello. Il Grande Vecchio aveva messo gli occhi su di lui, abbagliato da una prestazione assai grintosa sulla scarsa BRM al GP di Montecarlo del 1973. Le note positive del suo compagno di squadra Clay Ragazzoni, anch’egli scelto come futuro ferrarista 1974, corroborarono quella intuizione. Ma sapete quale fu per l’austriaco lo scoglio più insidioso verso l’agognato volante? James Hunt, sempre lui, come nel film Rush. Lauda entrò infatti in ballottaggio con il giovane pilota inglese che quell’anno si era messo in evidenza sulla March dipinta di bianco dal suo mentore e mecenate, Lord Alexander Hesketh. Come scrive nel libro “Le grandi vittorie Ferrari” l’allora DS del Cavallino, Luca Cordero di Montezemolo, Ferrari volle incontrare il giovane e pittoresco aristocratico che giunse a Fiorano a bordo di un aereo privato, nel mese di agosto.
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Lauda seguito come un ombra da Hunt, 1974 |
La trattativa non fu facile: “Erano davvero due mondi lontani”, ricorda ancora Montezemolo. Lord Hesketh non cedette: teneva moltissimo alla sua “creatura” e aveva per lui progetti grandiosi, per magnificare la superiorità britannica al più alto livello del motorsport. L’accordo non fu quindi trovato. “Allora contattiamo questo Lauda”, fu il passo successivo del Drake. Nell’autunno del 1973, “quel” Lauda era già in pista a Fiorano per il debutto sulla Rossa che gli avrebbe dato i primi grandi successi della sua carriera e dalla quale si sarebbe separato con astio quattro anni dopo. E se al suo posto fosse arrivato Hunt?