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Mike Hawthorn con papillon |
(22/1/2014) – In una tipica mattinata inglese di 55 anni fa, per le strade di Guilford, se ne andava per sempre, a 29 anni, Mike Hawtorn. Si dice fosse impegnato in una sfida a due con l’amico Rob Walker. Finì contro un albero con la sua Jaguar. Solo pochi mesi prima si era brillantemente laureato campione del mondo di F1 con la Ferrari F 246 Dino di Jano e Chiti. Primo inglese ad affermarsi nella massima formula. Solo un mese prima aveva ufficializzato il suo ritiro dalle competizioni. Strano destino, per questo disincantato ed imprevedibile spilungone che resta nelle cronache per l’alloro conquistato e per il caratteristico papillon che sfoggiava. Amava la velocità ma, forse, non gli interessava più di tanto la costruzione di una carriera con tutti gli annessi e connessi. Correva per puro piacere. Il Drake stesso aveva difficoltà ad inquadrare la sua personalità – “svagato”, “sconcertante” – pur riconoscendogli lampi di classe.
Nel 1958 coronò un rapporto non sempre lineare con la Casa di Maranello e grazie alle strategie del DS Tavoni, alla collaborazione dei compagni di squadra e alla piazza d’onore nel GP del Marocco (prima volta di una Ferrari dotata di freni a disco), sopravanzò in classifica finale di un solo punto l’eterno secondo Stirling Moss. Gli bastò. Nel 1955 rimase coinvolto nel terribile incidente di Le Mans. In quell’anno aveva invece incassato il ritiro di un mostro sacro come Fangio – quasi una fine di epoca – e aveva perso i compagni Musso e soprattutto Collins, il pilota americano col quale era più di un amico. Malato ad un rene, voleva tornare a bearsi della velocità solo per hobby. Non gli fu concesso.