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TROJAN & TOKEN

(20/1/2014) – Per la Formula1, il 1974 fu un momento davvero di svolta. Quaranta anni fa le macchine cominciarono ad assumere connotati moderni e la categoria diveniva assai ambita da piloti e team. Al GP del Belgio si contarono ben 31 vetture in griglia. Nel campionato alla fine vinto da Fittipaldi d’un soffio su Regazzoni, esordirono due monoposto interessanti che però si riveleranno meteore: la Trojan e la Token, entrambe motorizzate Ford Cosworth 8V. L’anno dopo non erano già più del lotto.

La Trojan F1
La Trojan portava una firma illustre, quella di Ron Tauranac, che la progettò insieme a Peter Hagg. La T 103 bianco e rossa , evoluzione diretta della F.5000, fu portata in pista da un Team che si avvaleva del finanziamento della Suzuki inglese. Al volante il buon Tim Schenken, australiano con padre russo. La macchina, dal musetto largo che conteneva i radiatori sdoppiati poi caratterizzato da un alettone a sbalzo, esordì al GP di Spagna (prima gara europea del ’74, quarta in calendario) ma nei 6 GP disputati non fu mai competitiva sebbene Schenken, almeno in prova, non sfigurasse del tutto.

La Token F1
La Token fu invece progettata da Ray Jessop e corse per i colori della Scuderia del binomio Harper e Vlassopulo. Al volante della verde RJ 02 dagli specchietti carenati si alternarono il più che promettente Tom Pryce (buon piazzamento al debutto assoluto in Belgio, a Nivelles), che ben presto passò alla Shadow e Ian Ashley che poco altro potè tirarne fuori. Ci provò anche David Purley, a Brands Hatch, senza riuscire a qualificarsi. Tre GP e addio.

Meteore, come detto. Ma altre squadre si affacciarono in quell’anno alla massima ribalta del motorismo. Ad un prossimo post.

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