(21/9/2013) – Oggi compie 60 anni Arie Luyendyk. Forse molto non lo sanno ma questo pilota olandese, ben presto trasmigrato negli Stati Uniti, è stato detentore per 23 anni della media record fatta segnare alla 500 Miglia di Indianapolis, nel 1990: 189,981 miglia orarie (299,307 km/h ). Solo quest’anno il brasiliano Tony Kanaan lo ha battuto facendo segnare 187,433 miglia orarie (301,644 km/h ). Un evento e un record che hanno segnato la sua vita. Lui si schernisce: “Quel record dipende da quanti incidenti si verificano in gara e poi noi all’epoca non avevamo il limite di velocità nella pit lane”. Indubbiamente è così, ma Arie si è rivelato un esperto del difficile catino dell’Indiana e delle gare americane in generale. Ha vinto la mitica 500 Miglia anche nel 1997 e per tre volte ha staccato la pole position (1993, 1997 e 1999) mentre nel 1996 ha siglato in qualifica il nuovo record di velocità a 237,498 miglia orarie (382,216 km/h ). Negli States cominciò a correre nel campionato Super Vee nel quale si fece notare dal connazionale Aat Groenewelt che divenne suo mentore, sponsor, “padre americano” e amico. Nel 1984 vinse la Super Vee e debuttò nella Cart con un ottavo posto a Road America. L’anno successivo il duo olandese sbarcò nella serie, allora denominata IndyCar World Series, con un team organizzato e proprio a Indianapolis si guadagnò un buon settimo posto e il titolo di Rookie of the Year. Come detto, nel 1990 la vittoria di Indy, il record, la battaglia con Fittipaldi e la consacrazione al volante della Lola Cosworth del Doug Shierson Racing. Indy nel suo destino: terzo nel 1991, poleman nel 1993 per la Chip Ganassi Racing e secondo nel 1995, su Menard-Buick, dietro solo l’inossidabile Fittipaldi. Grande anche la vittoria del 1997 davanti al suo teammate Scott Goodyear. Le macchine erano cambiate, tornate al motore aspirato, e “Non erano facili da guidare”, ricorda Arie. Luyendyk è l’unico pilota ad aver vinto la 500 Miglia su vetture progettate sia per le specifiche CART che IRL. Corse a Indy fino al 2002 ma senza ulteriori risultati eclatanti. “Avrei potuto vincere altre gare ma se chiedete a Mario Andretti o a Rick Mears direbbero la stessa cosa. Io sono orgoglioso di quello che sono riuscito a fare”.
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