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AUGURI A CHRIS AMON, A 70 ANNI HA VINTO IL MONDIALE DELLA VITA

(19/7/2013)Domani compie 70 anni anche un altro grande pilota del passato: Christopher, Chris Amon, ferrarista per tre anni dal 1967 al 1969. Di famiglia benestante, ultimo prodotto anagrafico della filiera automobilistica neozelandese con Bruce Mc Laren e Denis Hulme è tuttora ricordato per il suo bello stile di guida, le raffinate doti di collaudatore, il buon carattere e…per l’appellativo di “sfortunato”. Nonostante le indubbie capacità, i tanti giri in testa, non ha infatti mai vinto un gran premio (96 disputati, 5 pole positions) né tanto meno il mondiale. Solo sfortuna? Mondiale fu la battuta di Mario Andretti: “Se Chris avesse un’impresa di pompe funebri, la gente smetterebbe di morire”. Certo, patì tanti guai meccanici, anche negli ultimi giri, ma Amon non era un mastino, coltivava complessi e sapeva fin troppo bene che la morte, ai suoi tempi, era una variabile statisticamente molto frequente. Dopo i primi anni alla guida soprattutto di Lotus, approdò a Maranello e i suoi limiti vennero fuori. Franco Gozzi dovette invitarlo a pigiare di più l’acceleratore. Enzo Ferrari scrisse di lui: “Avrebbe dovuto farsi coraggio in gara. Una forza che invece gli è mancata”. 


Dopo il Cavallino, “cavalcò” senza soddisfazioni la Marchai suoi albori, la Matrache con Stewart fu iridata, la bolognese Tecno e, in finale di carriera (’75-’76) l’Ensign e la Wolf(proprio prima che Scheckter se la trovasse competitiva, la sfortuna…). 


Nel 1974 anche una parentesi anonima da costruttore con la sua Amon Ford (progettata da un transfuga Tecno, Gordon Fowell). Se in F.1 gli è mancato l’acuto, così non è stato con le ruote coperte dove ha blindato la sua grandezza: ha trionfato alla 24 Ore di le Mans nel 1966 (su Ford con Bruce Mc Laren, “il mio miglior maestro”), la 24 Ore di Daytona e la 1000 Km di Monza in coppia con Bandini su Ferrari nel 1967, la Coppa Tasmania nel 1968 (su Dino F2). Come in punta di piedi era arrivato in Europa dall’altra parte del mondo, così tornò nel suo lontano Paese. Nella fattoria di famiglia ha poi allevato pecore mantenendo un contatto con i motori in qualità di consulente Toyota, senza rancori né patemi d’animo. “Molti hanno detto che sono sfortunato. Ci sono due modi di valutare questo: alcuni dei fortunati oggi non sono qui. Io ho sempre bilanciato entrambi gli aspetti”. 

Amon su Matra
Finale di carriera su Ensign


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MATTEO RENZI VUOLE LA F.1 AL MUGELLO

(19/7/2013) – Non si placa, a Firenze, la polemica sulla chiusura di Ponte Vecchio nell’ambito della manifestazione Cavalcade 2013, l’evento più importante organizzato a fine giugno dalla Ferrari per i suoi migliori clienti. Per loro strade e luoghi esclusivi: quest’anno, 80 equipaggi hanno potuto immergersi alla scoperta dei tesori della Toscana: arte, cibo, paesaggi. Ieri, durante la trasmissione “Bersaglio mobile” condotta da Enrico Mentana c’era il sindaco di Firenze, Matteo Renziche ha dovuto rintuzzare le reiterate rimostranze al riguardo del “cittadino” Romani del Movimento 5 Stelle. Ad un certo punto Renzi ha detto “Si è trattato di un’operazione di marketing territoriale che comprende la valorizzazione dell’autodromo del Mugello per la Formula 1!”. Sono ben noti i rapporti di amicizia dell’esponente di punta del Partito Democratico con il Presidente Montezemolo che appena può, in tutte le sedi, avanza la “meritata” candidatura del circuito toscana ad ospitare un GP di F.1. 
Sarebbe un sogno”, disse un anno fa e, più recentemente, nel corso della cerimonia di presentazione della F138 a febbraio, ritornò così sull’argomento: Sono convinto che il nostro Paese debba essere ulteriormente valorizzato con un secondo appuntamento, portando qui il Gp d’Europa come si è fatto per Spagna e Germania. Il Mugello potrebbe essere un circuito adatto, visto che vince sempre il premio come miglior pista per la MotoGP. E quando avevamo Monza e Imola non mi pare che ci fossero dei problemi! Dunque, meglio avere un altro Gp in Italia piuttosto che esportare la F.1in Paesi lontani, dove l’interesse è scarso e le tribune restano mezze vuote”. Renzi e Montezemolo for Mugello: che i due, visti anche i recenti problemi di Monza (http://motor-chicche.blogspot.it/2013/06/parla-ecclestone-monza-rischio.html), ci stiano lavorando seriamente? L’affermazione di Renzi farebbe pensare proprio di sì.
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L’OCCASIONE DI SUSIE. Finalmente un test vero in pista per la Wolff


(19/7/2013) – Oggi a Silverstone scende in pista Susie Wolff. La trentenne pilota (1,68 di altezza) del team di Sviluppo della Williams – lo è dalla scorsa stagione – ha finalmente l’occasione reale e piena per mettersi in evidenza. La scozzese di Oban – Stoddart da signorina, poi convolata a nozze ad ottobre 2011 con l’attuale direttore Mercedes Toto Wolff – finora ha lavorato molto al simulatore e a febbraio ha effettuato test aerodinamici con la FW35 sul rettilineo di Idiada, in Spagna. Per la prima volta si confronta con gli altri collaudatori, su una pista vera. “E ‘una fantastica opportunità per me. Sarà una grande sfida, ma la cosa più importante è di effettuare un buon lavoro per rendere alla squadra un utile feedback. La maggior parte del mio lavoro si svolge nel simulatore, quindi questo giorno è veramente importante per me. Potrò capire meglio il comportamento della vettura in pista e come corrisponde con il lavoro al simulatore che aiuterà anche a continuare il mio lavoro qui“. 
Auguriamole dunque buon lavoro. Susie è una grande appassionata di motori, folgorata sulla via della F.1 dalla visione diretta di una vittoria del giovane Jenson Button con la F3 a Donington.  Lei ci dava dentro già con i kart, quindi la decisione di fare sul serio: F. Renault UK, British F3. Problemi di budget e un infortunio alla caviglia sembrarono porre un freno alla carriera quando, nel 2006, ecco arrivare l’invito della Mercedes a provare per il DTM. Il favoloso campionato turismo tedesco è stato la leva che ha aperto le porte della F.1 dove, naturalmente, ambisce a diventare l’unica donna pilota dopo un lungo digiuno in questo senso. A chi le ha fatto notare che è troppo esile ha risposto “Perché, si può dire che Vettel sia muscoloso?”. E poi Ecclestone, che sa bene come coniugare sport, marketing e affari, punta da tempo ad avere una donna titolare di un volante. “Susie è anche molto intelligente”, ha detto il Padrino … Buon segno.
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ECCO LE AUTO CHE NON SI SVALUTANO

(18/7/2013)Opel, Land Rover e Porsche sul podio tra le vetture usate che meno si sono svalutate nell’ultimo anno, Tata Vista invece è l’auto che ha perso più valore. Lo rivela l’elaborazione Federauto dei dati forniti in esclusiva da Dat-Italia sulla svalutazione delle vetture usate nel mercato italiano. Il primo posto lo conquista la Opel Adam 1.4 (100cv Slam), che dal 2012 hamantenuto l’87,87% del proprio prezzo di listino, seguita da vicino dalle ‘evergreen’ Land Rover Freelander II (2Wd 2.2 eD4 Se) e dalla Porsche 911 Carrera 4, rispettivamente con l’86,96% e l’86,91% del valore conservato rispetto al listino dell’anno precedente. Valori residui molto alti anche per la nuova A3 di Audi (83,68%), ancora Opel con Mokka 1.6 (82,93%), la Mini Paceman Cooper di Bmw (82,63%), Maggiolino 1.4 (82,13%) e Golf 1.6 TDI di Volkswagen (81,42%). Bene anche Fiat, con la Nuova Panda 0.9 (TwinAir Turbo)  e, forte del successo di critica e pubblico, con la 500L 1.3, che dopo un anno di vita mantiene l’80,1% rispetto alla spesa d’acquisto (80,66% per la Panda). Tra le maglie nere, le quattro versioni Vista di Tata che in 12 mesi hanno lasciato per strada oltre la metà del proprio prezzo di listino, con un valore residuo che si è fermato attorno al 44%. Bassa anche la valutazione del famosissimo monovolume di Renault, le Espace 2.0 dCI ferme al 48% di valore residuo. Anche Daihatsu, complice lo stop alle importazioni italiane deciso da Toyota, perde oltre la metà in un anno con la Charade1.3 e le Sirion 1.0. Complessivamente, rileva l’indagine Federauto/Dat-Italia, la svalutazione dell’usato è trasversale ai diversi segmenti: se Porsche ad esempio è una supercar che non conosce sconti e svalutazioni, fa un affare chi acquista – a quasi metà prezzo dopo un solo anno – una Mazda 3 2.3 da 260 cavalli. Anche tra le utilitarie le punte di convenienza non mancano: per 4.000 euro (costava 9.000 euro di listino) ci si porta a casa una Tata Vista o, con un’aggiunta di oltre 1000 euro, una Daihatsu Sirion 1.0. Dormono sonni tranquilli invece i proprietari della Opel Adam, che in 12 mesi ha registrato un valore praticamente invariato della propria vettura: 13.400 contro i 15.250 euro dell’auto nuova.
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DAVIDE RIGON, TALENTO IN FREEZER

(18/7/2013)Davide Rigon si materializzò, in elegante abito griffato Ferrari e ovviamente con un radioso sorriso stampato sul volto,  alla cerimonia di presentazione a Maranello della 150° Italia, nel mese di gennaio del 2011. Era avviato il suo rapporto con il Cavallino nel gruppone di piloti – oggi comprende anche Pedro de la Rosa e Andrea Bertolini – dediti soprattutto al simulatore. Un italiano con un piede dentro nella grande Casa automobilistica italiana dopo l’addio di Badoer, poi chissà. Manco a dirlo, quello stesso anno, il veneto di Thiene seguito managerialmente da Giovanni Minardi, fu protagonista di un brutto incidente in GP2 dove era impegnato con il Team Coloni. Una manovra un po’ azzardata del colombiano Julian Leal lo spedì frontalmente contro il muretto box: rottura di tibia e perone. Seguì la lenta convalescenza, la ripresa, l’intenso impegno con i tecnici del Cavallino e ora finalmente, in quel di Silverstone, un po’ di luce della ribalta sul ragazzo che il 26 agosto compirà 27 anni. Dopo ore e ore calato nel sofisticato macchinario dal quale ogni ingegnere spera di trarre dati preziosi per lo sviluppo delle monoposto, è sceso in pista per i test Pirelli. Ieri 76 giri, 447.716 chilometri percorsi e 9° miglior tempo (1.34.874), concentrato in una serie di prove di natura prevalentemente aerodinamica. 
Abbiamo lavorato intensamente – ha detto Rigon al termine della prima giornata –  all’inizio soprattutto sul mio adattamento alla vettura perché ad eccezione del Filming Day di Barcellona non avevo esperienza in pista con la F138. Qui a Silverstone avevo già guidato con la GT, ma la Formula1 è tutto un altro mondo! Non abbiamo cercato il tempo, ma lavorato principalmente sulla raccolta dati derivata dalla comparazione di diversi pacchetti aerodinamici, aspetto importantissimo per il mio lavoro al simulatore. Con le gomme non ho avuto particolari problemi, anche se non abbiamo fatto run troppo lunghi. Rispetto al test di Magny-Cours dell’anno passato le esigenze sono diverse e il programma è più lungo, ma sono felice di avere questa responsabilità e sono grato alla squadra per la fiducia che viene riposta nel mio impegno, spero davvero che possa essere utile”. Magnussen è stato autore ieri della miglior prestazione, ma è un pilota più giovane e in decisa carriera. Quale futuro attende invece Rigon? Il curriculum è eccellente: dopo gli esordi in F. Bmw Adac è stato vincitore della F. Renault e F.3 italiane, vincitore della Euroseries 3000 nel 2007, vincitore della 24 Ore di Spa nel Fia GT (Team BMS) nel 2008, vincitore per due anni della Superleague (2009-2010), esperienza in GP2 (con la Tridente la Coloni). Quest’anno è impegnato anche nel Blancpain Endurance Series su Ferrari 458 GT2 del il Team svizzero Kessel e all’esordio ha Monza ha vinto. Occorre ripetersi: dove sarebbe oggi Rigon se fosse inglese?


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NO DI ALONSO AI TEST DI SILVERSTONE: HA FATTO BENE O MALE?


(17/7/2013) – Dunque Fernando Alonso non è partito per Silverstone e la Ferrari ha affidato la tre giorni di prove a Davide Rigon, in pista sempre, e a Felipe Massa, allertato per venerdì mattina. Lo spagnolo l’aveva detto: se potrò lavorare sula macchina è utile, altrimenti… E altrimenti è stato: con l’approvazione FIA, i piloti titolari dovranno infatti dedicarsi solo a quanto definito dalla Pirelli, con un numero limitato di set di gomme da utilizzare. Lui, ai molti che gli hanno chiesto lumi sulla sua assenza, ha provveduto a spiegare via twitter: “Perchè non vado ai test? Perche non è possibile provare…! Ho un lavoro importante al simulatore per preparare l’Ungheria. Settimane di duro lavoro e di revisione dei dati di Budapest 2012 per migliorarli”. Fin qui l’Alonso ufficiale. Ha fatto bene? Ha fatto male? Ora è difficile dirlo, ma è un po’ fastidioso andare avanti a tentativi: ora di concentrarsi al simulatore come in Germania di partire con le medium. Sono comunque momenti delicati a Maranello. Dopo il quarto posto del Nurburgring, il Presidente ha chiesto meno parole e più fatti ma Fernando pare piuttosto rabbuiato. Negli ultimi tempi ha sferzato la squadra come non mai (“La macchina non va, non riusciamo a bilanciarla come si deve. Dobbiamo studiare qualcosa per migliorare in gara” – GP Inghilterra) e recentemente ha sinceramente ammesso che sì, gli piacerebbe lavorare con Adrian Newey. Capita l’antifona, a Maranello pare gli stiano per mettere a disposizione Allison dalla Lotus. Basterà a risollevare le sorti e il morale? David Coulthard, ora commentatore BBC, ha fatto ulteriormente suonare l’allarme affermando che, secondo lui (o ha raccolto confidenze???) Alonso potrebbe mollare la Ferrari se i risultati continueranno a non arrivare e la frustrazione ad aumentare. Lo aveva detto anche il giornalista della Gazzetta dello Sport Pino Allievi (vedi nel blog il post http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3719034298261817746#editor/target=post;postID=262266720824135047;onPublishedMenu=overviewstats;onClosedMenu=overviewstats;postNum=27;src=postname) e lo scorso anno Arturo Merzario a questo blog aveva parlato di un “Alonso appagato”. Fernando compirà 32 anni il prossimo 29 luglio, è in Ferrari dal 2010 – contratto fino al 2016 – e l’ultimo mondiale lo ha vinto nel 2006. Il tempo passa e Vettel gli sta soffiando tutti i record: resisterà?
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REAL MADRID BATTE FERRARI

(17/7/2013)La Ferrari è la società sportiva italiana meglio piazzata nell’annuale classifica delle più ricche del mondo stilata dalla rivista Forbes ma, con i suoi 1,15 miliardi di dollari, è solo ventunesima. A “tirare” il treno sono le società di calcio: il Real Madrid solidamente in testa con un valore di 3,3 miliardi $ seguito  dal Manchester United – che ha subìto il sorpasso dopo 9 anni di dominio incontrastato – di proprietà americana con 3,165 $ e, terzo gradino dell’ipotetico podio, il Barcellona di Messi e ora anche di Neymar con il suo “gruzzoletto” di 2,6 miliardi $. I mitici New York Yankees di baseball insidiano il terzetto del pallone con 2,3 miliardi $. A fare concorrenza alla Ferrari, in Italia, c’è il Milan che però è addirittura al 37° posto (945 milioni) e c’è da aggiungere che la gloriosa Casa di Maranello ha peggiorato la sua classifica: nel 2012 era al quindicesimo posto. Non c’è che dire: gli anni del digiuno in fatto di titolo piloti (siamo a cinque, nonostante Alonso!) e costruttori si fanno sentire!
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IL GRAN GIORNO DI TIO ELLINAS. Domani il pilota di Cipro ai test di Silverstone

(16/7/2013) – Domani è un giorno importante per la Formula 1. Comincia la tre giorni di test a Silverstone stabiliti dopo il boom-day della Pirelli sulla stessa pista durante il Gran premio d’Inghilterra. Ma arriva anche il giorno di Tio Ellinas, primo pilota cipriota ad effettuare questa esperienza grazie all’opportunità offertagli dalla Marussia (fresca di annuncio motore Ferrari 2014). “The Flying Cypriot”, spilungone di 1,83 di altezza, era già salito sulla monoposto russa per un test aerodinamico al Kemble Airfield ma si tratta ora di un’occasione completa da non sprecare per il giovane 21enne, a questo punto bandiera di tutta un’area geografica che non ha mai avuto troppe chance né fulgidi campioni. Tio ha forse le qualità per imporsi. Lo pensa il team Principal John Boot che dice “Sono convinto che potrà essere una delle star del futuro e che quindi meriti questa opportunità”. Lui ce la sta mettendo tutta: è leader della classifica GP3, dove corre per la Marussia Manor Racing, grazie alla vittoria in Gara 1 a Barcellona e a buoni piazzamenti successivi che denotano maturità. Per dieci anni ha corso con i kart per poi approdare nel campionato britannico di F. Ford nel 2010 e nella F. Renault UK e NEC nel 2011. L’anno scorso, campionato di rodaggio in GP3 che ora vuole vincere a tutti i costi per iniziare una storia grande, per lui e per Cipro.
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INQUIETUDINE DUCATI. Intervista a Claudio Lusuardi

(16/7/2013) – Niente da fare, la Ducati non risorge. Non che al Sachsenring ci si aspettasse chissà quale risultato ma vedere Dovizioso lottare strenuamente con la CRTdi Espargaro e arrivare a 30”dal vincitore è il classico punto di non ritorno… Proviamo a interpellare Claudio Lusuardi, uomo di sport e di meccanica, grande amico di Claudio Castiglioni e Walter Villa, esperienze importanti con la Ducatibicilindrica, 5 volte campione italiano, nonché costruttore. E’ lui che ha sfornato il telaio in alluminio vincente per Angel Nieto nel campionato spagnolo del 1980, è stato mentore di Cadalora, è lui che ha messo per primo un certo Valentino Rossi, a 14 anni, su due ruote e un motore. Oggi è concessionario Ducati per Modena e provincia. 
Lusuardi, i ducatisti devono rassegnarsi ad un campionato così?
Che dire, niente di nuovo: andava male e continua ad andare male. Ci vorrà tempo perché devono rivedere tutte le scelte e le strategie adottate nei due anni scorsi per Rossi. Dovrebbero fermarsi un attimo e cercare qualcos’altro… E per fortuna hanno Dovizioso che è un bravo collaudatore, umile, con criterio.
L’inizio stagione non è stato così critico, mentre da qualche gara le prestazioni sembrano essersi appiattite in basso…
E’ una situazione imbarazzante! Devono comporre un collage, hanno cose nuove da provare e far funzionare, e poi anche troppi piloti! Tutto questo richiede tempo. Ricordo che il Reparto Corse della Ducati dispone di 85 addetti contro i 1200 di Honda e Yamaha, ma la verità è che stanno pagando con gli interessi il disastro di strategie e scelte, anche avventate, degli ultimi due anni. E’ incredibile la quantità di roba che hanno prodotto, con foga, per Rossi. Troppo
L’esperienza col Dottore è stata proprio così devastante?
Hanno voluto a tutti i costi il miglior pilota ma Rossi è arrivato frustrato dalla Yamaha e ha cominciato a dare indicazioni su una moto che non conosceva. Con tutto il suo staff ha cominciato ad intervenire a 360 gradi ed è cambiato tutto. Si è creata una confusione bestiale. Prendere Vale è stato un errore: avesse vinto il merito era tutto suo, la sconfitta è sulla spalle della Ducati. Guardate Valentino quest’anno: è salito su una moto già pronta che aveva già Lorenzo ottimo collaudatore.
Ma dice bene chi punterebbe su piloti con uno stile di guida “ruvido” tipo, oggi, Crutchlow?
Tutti vorrebbero il pilota vincente ma non è facile trovare qualcuno che sappia andare oltre i problemi. Capirossi è cresciuto con quel progetto, Stoner era un fenomeno e comunque sì, io Crutchlow ce lo vedrei bene in sella ad una Ducati. Il fatto è che hanno il motore Desmosedici che è ormai obsoleto. Gli unici con lo stesso schema, gli stessi ingombri condizionanti del 2003 che non hanno più ragione di essere. Guardate il quattro cilindri in linea della Yamaha, vincente.


E’ legittimo dire che ci si aspettava di più dai nuovi proprietari tedeschi?

Sì, ma attenzione: i tedeschi sono bravi in programmi a lunga scadenza. Ora anche loro sono costretti ad ingoiare il rospo ma non lo faranno in eterno. Certo, le cose non si modificheranno molto nel 2014 perché va cambiato il metodo di lavoro, politica, mentalità, approccio. Occorre lavoro di equipe e tempo, che non c’è. Prima Preziosi decideva per tutti, era un accentratore. Dispiace sia stato epurato ma non c’era più spazio per lui.

Le piace l’attuale MotoGp?

Non comprendo quel che succede. Le CRT cosa sono? E poi quando uno sale in sella praticamente smonta il cervello tanto rilevano o apportano tutto il GPS e l’elettronica. Faccio un esempio: prima si usava la pedana per dare stabilità e direzionalità alla moto, ora arrivano alle staccate a gamba larga. Purtroppo hanno copiato troppe diavolerie della Formula 1.

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FERRARI-BIANCHI: QUESTO MATRIMONIO S’HA DA FARE


(15/7/2013) – Si parlava molto, nell’affaire Sauber, di un intervento di sostegno finanziario russo e, a livello di gestione sportiva, di Nicolas Todt, (che è il manager di Massa e Jules Bianchi), figlio del Presidente FIA, Jean. E si dava quindi per probabile l’approdo alla scuderia elvetica, motorizzata Ferrari, di Felipe Massa, di nuovo in crisi a Maranello. I soldoni sono arrivati, non così – in attesa di conoscere meglio dettagli e contorni dell’operazione – il resto. Ecco che, per il secondo sedile della Rossa, torna in auge il nome di Jules Bianchi, il francesino da anni nell’orbita Ferrari Driver Academy, seguitissimo e apprezzatissimo da Domenicali a Baldisserri ad Andrea Bertolini. Il sito www.ferrari.com ne raccoglie le ultime significative confidenze, ora che per forza di cose frequenta un po’ meno Maranello e Fiorano. “Però – dice – continuo ad essere in contatto con Luca Baldisserri: parliamo al telefono anche durante il weekend di gara e i consigli che mi dà sono sempre utili. Devo dire che essere arrivato al mio primo anno da titolare con il bagaglio d’esperienza che mi ha fornito la FDA è stato veramente importante: non solo per quanto riguarda gli aspetti tecnici ma anche per tutto il resto, come la gestione dei rapporti con gli sponsor e quelli con i media. Sicuramente un plus nella mia fase di avvicinamento alla massima serie”. E’ la Ferrariche ha spinto come poteva per “piazzare” in F.1 quest’anno da titolare il nizzardo: “I giorni passavano e Force India non dava una risposta che attendevamo da settimane. Poi, quando mi ha chiamato Stefano Domenicali per dirmi che la chance era sfumata è stata davvero una grande delusione ma, per fortuna, è durata solo poche ore. Da Maranello è arrivata infatti un’altra telefonata che mi diceva di prepararmi per andare a Barcellona dove era in corso l’ultima sessione di test: c’era la possibilità di andare alla Marussia! All’inizio non volevo farmi illusioni ma poi la speranza è diventata sempre più forte e, quando ho preso le misure per il sedile, sentivo che ormai ce l’avevo fatta, anche se mancavano ancora alcuni dettagli contrattuali da sistemare”. Il resto è storia nota: ha cominciato molto bene, ora forse paga ritardi nello sviluppo della Marussia. Ma l’idea fissa è sempre una: “Sì, è sempre lì ed è inutile parlarne… tanto lo sapete tutti di che colore è!