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I NUOVI CAMPIONI EUROPEI CIK-FIA 2013. Verstappen, Antonsen e Norris ora sognano una monoposto

Da sinistra: Antonsen e Verstappen

(31/7/2013) – Il karting internazionale festeggia i suoi nuovi campioni, i primi di una nuova era che ha visto l’avvento di WSK Promotion nella promozione dei campionati Mondiale e Europeo CIK-FIA. Sulla pista abruzzese di Ortona, nella tappa italiana, successiva in calendario a quella di Alcaniz, che a metà giugno aveva ospitato l’Europeo, si è completata nello scorso weekend la prima parte della stagione CIK-FIA 2013, quella che ha incoronato i Campioni Europei nelle quattro categorie del karting internazionale: l’olandese Verstappen, l’inglese Norris e il norvegese Antonsen. A Genk, tre domeniche fa, erano invece stati decisi i vincitori nelle classi KZ e KZ2.


Da sinistra: Verstappen e Norris

VERSTAPPEN SCALA L’EUROPEO KF. La conclusione dell’Europeo KF a Ortona non poteva essere più frizzante. La lotta infuocata, tra l’olandese Max Verstappen (CRG-TM-Vega) e il polacco Karol Basz (Tony Kart-Vortex-Vega), ha sostituito il dominio che Nicklas Nielsen (Kosmic-Vortex-Vega) aveva messo in atto nel precedente appuntamento a Alcaniz. In Italia il danese è invece rimasto fuori gara, dopo un contatto avvenuto nelle fasi iniziali. Verstappen è stato abile a capitalizzare la sua performance: non ha resistito all’attacco del francese Valentin Moineault (Art GP-TM-Vega), che in Finale si è infilato a sorpresa nella lotta tra l’olandese e il polacco per andare a vincere la gara. 
Imperioso Verstappen
Al pilota CRG è bastato concludere secondo, sapendo che Basz, unico a poterlo impensierire in classifica, era attaccato per il terzo posto dal napoletano Felice Tiene (CRG-Parilla-Vega) e dall’inglese Jordon Lennox-Lamb (CRG-BMB-Vega). A Ortona anche il danese Christian Sorensen (Tony Kart-Vortex-Vega) non è stato brillante come in Spagna, potendo abbinare al secondo posto ottenuto a Alcaniz una semplice settima posizione, con la quale ha chiuso la Finalealle spalle del francese Armand Convers (Kosmic-Vortex-Vega). Il campionato vede così, alle spalle dell’eccellente vincitore Verstappen, uno straordinario Moineault, proiettato al secondo posto dalla splendida vittoria in Italia. Terzo è Sorensen, al quale resta l’onore del podio di Campionato.

PER VERSTAPPEN IL TRIONFO PARTE DALLA KZ.  Per Verstappen (CRG-TM-Bridgestone) è stato apparentemente più facile vincere il titolo in KZ), almeno a giudicare da una classifica che vede il giovane olandese autore di un indiscusso en plein. L’Europeo CIK-FIA ha aperto la stagione il 19 maggio a Wackersdorf (D), dove Verstappen ha dovuto contrastare la concorrenza del connazionale Bas Lammers (Intrepid-TM-Bridgestone), unico a contendergli la leadership nelle fasi iniziali. A Genk (B), il 30 giugno, il dominio di Verstappen è proseguito in modo più netto, concludendosi con la conquista di gara e campionato. Alle sue spalle, Lammers e il belga Jonathan Thonon (CRG-Maxter-Bridgestone) si sono alternati al secondo posto nei due appuntamenti. Entrambi, senza un risultato altrettanto valido nell’altra tappa, si sono però fermati in 4a e 5a. posizione finale in Campionato, lasciando spazio a chi si è dimostrato più regolare: migliore tra questi è Marco Ardigò (Tony Kart-Vortex-Bridgestone), che ha concluso secondo in Campionato grazie al podio ottenuto a Wackersdorf dietro Thonon e al quinto posto guadagnato in Belgio. Ugualmente positivo è stato il francese Anthony Abbasse (Sodi-TM-Bridgestone), apparso subito competitivo in gara, tanto da far prevedere un buon risultato in classifica. Infatti, grazie a due piazzamenti entro i primi 6, è suo il terzo posto in Campionato.

ANTONSEN SUL TRONO D’EUROPA IN KZ2.  Il norvegese Emil Antonsen (DR-TM-Bridgestone) ha atteso il momento migliore della Finale KZ2 di Genk, per guadagnare il secondo posto che lo ha lanciato verso il titolo continentale. Il suo team DR aveva già perso una delle sue due punte, quando il leccese Riccardo Negro si era fermato subito dopo il via della Prefinale 1. Una vera delusione per il pugliese, giunto in Belgio da leader di classifica dopo il perentorio successo di Wackersdorf. Il suo principale avversario, Marco Zanchetta (Maranello-TM-Bridgestone), sul circuito belga aveva già avuto la sua dose di sfortuna, allontanato dalla lotta al vertice fin dalla Prefinale 1 in una toccata con gli avversari. 
Antonsen davanti a tutti
Nella Finale belga, con queste premesse, era stato inizialmente lo svedese Joel Johansson (Energy-TM-Bridgestone) a puntare deciso al titolo, restando al comando per metà gara. La leadership gli è stata tolta dalla inarrestabile rimonta del napoletano Felice Tiene (CRG-TM-Bridgestone), costretto da un problema elettrico a iniziare il weekend dall’ultima posizione. Scavalcare tutti gli avversari e vincere la Finale ha dato la misura di quanto Tiene avrebbe potuto partecipare alla corsa al titolo, senza il tamponamento che a Wackersdorf gli aveva fatto perdere la gara. A Genk, subito dopo aver perso il comando, Johansson ha dovuto subire da Antonsen il sorpasso che valeva il titolo europeo. La piazza d’onore ha garantito così al norvegese la corona continentale, per un solo punto sullo svedese. Tiene, infine, ha potuto raggiungere il terzo posto in campionato, deciso nell’ex-aequo ai punti con Negro dal miglior piazzamento ottenuto a Wackersdorf dal pilota CRG.

NORRIS, DALLA POLVERE ALLE STELLE IN KFJ.  Ha rischiato di vedersi sfuggire il titolo l’inglese Lando Norris (FA Kart-Vortex-Le Cont), rimasto in coda al gruppo nella Finale KFJ di Ortona, a causa di un urto ricevuto poco dopo il via. Per lui è rimasta chiusa in partenza la possibilità di difendere la leadership,ottenuta grazie alla precedente vittoria a Alcaniz, che il londinese contava di capitalizzare per vincere il Campionato. Buon per lui che, nella Finale di Ortona, nessuno dei suoi più vicini inseguitori ha replicato con un nuovo piazzamento. Il solo olandese Martijn Van Leeuwen (Zanardi-TM-Le Cont) è stato in lotta per le prime posizioni, prima di retrocedere al 6. posto. 
Norris in azione
Stesso discorso per Robert Shwartzman (Tony Kart-TM-Le Cont), che ha concluso solo quinto: due posizioni più indietro di quanto al russo sarebbe bastato per aggiudicarsi l’Europeo. Ottimo, invece, il weekend abruzzese di Daniel Ticktum (FA Kart-Vortex-Le Cont), dominatore fin dalle prove ufficiali. La vittoria in Finale ha portato l’inglese in testa alla classifica, ex-aequo a 25 punti e a pari vittorie con Norris.  Il titolo è stato quindi aggiudicato a quest’ultimo, sulla discriminante del secondo piazzamento: per Norris il 25. posto di Ortona, mentre Ticktum a Alcaniz era rimasto senza risultato, non riuscendo a entrare in Finale. Nella conclusione thrilling è entrato anche Van Leeuwen, pure lui ex-aequo a 25 punti con i primi due: senza vittorie in Finale, l’olandese è stato infine classificato terzo.
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LA BILD: OFFERTA FERRARI A RAIKKONEN!

(31/7/2013) – Temperature altissime dalle parti di Maranello. Bolla di calore? No, folli voci di mercato. L’ultima viene ancora dalla Germania: dopo che Sport Bild aveva diffuso la foto dell’incontro tra il manager di Alonso e Chris Horner, ora è la Bild che rilancia: la Ferrari avrebbe fatto un’offerta a Kimi Raikkonen!(http://www.bild.de/sport/motorsport/ferrari/poker-um-kimi-raeikkoenen-31596692.bild.html). Il finlandese, come noto, è in procinto di decidere il da farsi: la Lotus ha qualche problema economico tanto che gli ha pagato in ritardo l’ultimo “stipendio” e lui non fa mistero di avere una porta aperta alla Red Bull. (l’altro giorno, tra l’altro, Vettel ha dichiarato di preferire lui ad Alonso come compagno di squadra). Secondo il giornale, la Ferrari, pur di assicurarsi i servigi del suo ex pilota giubilato a fine 2009 per far posto proprio ad Alonso,  avrebbe alzato la posta rispetto a quanto messo sul piatto da Milton Keynes e cioè un anticipo di 15 milioni di dollari, premi di risultato e la sponsorizzazione della sua squadra di hockey e motocross. Alonso, deluso dalle prestazioni della Ferrari, sembrerebbe “in rotta” con la squadra e il Presidente Montezemolo non ha mancato di fargli una pubblica “tirata di orecchie”, precisando che certe sue affermazioni non erano state gradite (come regalo di compleanno lo spagnolo ha poi anche detto che gli avrebbe fatto piacere avere una Red Bull…).  Fin qui il fanta-mercato ma è certo che entro agosto ne sentiremo delle belle!
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INTERVISTA ALL’ING. DALLARA: “LA FERRARI HA TUTTO PER USCIRE DAL MOMENTO NO. Newey? Ha saputo leggere meglio il regolamento”

(31/7/2013) – Non si può dire che alla Ferrari, in pieno momento-no, non abbiano parlato forte e chiaro: il Presidente ha strigliato i suoi e, come mai successo con Schumacher, il pilota di punta, Fernando Alonso. Poi lo sentiranno quelli della Pirelli. Intanto si scalda a bordo muretto box, Allison. C’è un mesetto per riflettere, ricaricarsi e studiare miglioramenti: Spa e poi soprattutto Monza saranno decisive per le sorti del Cavallino in questa stagione e, pensiamo, per la prossima (non per niente si comincia a parlare del ritorno di Ross Brawn).  Nulla è ancora perduto e tutto è ancora possibile: ne è convinto l’ingegner Gian Paolo Dallara che dalla sua factory di Varano Melegari accetta di rispondere a qualche domanda.

Ingegnere, dall’alto della sua esperienza: cosa ritiene stia succedendo, a livello tecnico, alla Ferrari?
Non sono in grado di esprimermi in merito poiché non conosco il lavoro effettuato dalla Ferrari e dalle altre squadre. Io però sono fiducioso perché so dell’impegno e della competenza degli uomini del Cavallino. Possono capitare momenti come questo in cui altri prendono momentaneamente il sopravvento ma alla Ferrari hanno tutto, conoscenze, volontà e strumenti, per uscirne.

Però la Ferrari sembra non riuscire più a progredire rispetto agli altri top team
La realtà è che ora ci sono 4 – 5 squadre robustissime e presto tornerà al vertice anche la Mc Laren. Tutti possono comunque avere periodi transitori: l’anno scorso e ad inizio stagione la Mercedes ha sofferto ed ora va per la maggiore.

L’arrivo a Maranello di Allison può costituire il toccasana o è tardi?
In F.1 c’è sempre stato un travaso di tecnici da una squadra all’altra e certamente ognuno ha fornito un contributo. Sarà così anche per Allison.

Ma lei propende per un team di tecnici o per il progettista unico e incontrastato, tipo Adrian Newey alla Red Bull?
Io penso sia difficile ottenere risultati grazie all’apporto di una sola persona e che invece occorra il lavoro di squadra. Prendete Costa alla Mercedes: è certamente bravissimo ma faccio fatica a pensare che gli attuali successi siano figli solo del suo ingegno. Newey è uno di quelli che ha saputo meglio leggere i regolamenti e meglio utilizzare i suoi collaboratori.

Un ultima domanda: cosa ne pensa del ritorno al turbo dall’anno prossimo?

Penso che con l’adozione dei motori turbo la F.1 ritornerà ad aver un  ruolo di indirizzo tecnologico fondamentale. In passato quei motori equipaggiavano solo gli aerei ma la F.1 ha già dimostrato che possono essere adattati alle auto da corsa e per la strada. Ora si aprirà una nuova strada e nel giro di 10-15 anni ne beneficeranno le auto di serie. Per quanto riguarda la F.1, qualcuno prima di altri raggiungerà i migliori standard di utilizzo e il mio auspicio è che sia la Ferrari.

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ARIA DA ULTIMA SPIAGGIA A MARANELLO (ALONSO COMPRESO)

(30/7/2013) – A questo punto tutto è possibile a Maranello. Come facilmente previsto ieri, il Presidente Montezemolo non ha accettato il deludente risultato e certe dichiarazioni post Gp di Ungheria e ha richiamato tutti al proprio miglior dovere. Probabilmente è l’ultimo appello in vista di un 2014 di più generale catarsi, dopo il già recapitato invito ai suoi per “meno annunci e più fatti” dopo la Germania (http://motor-chicche.blogspot.it/2013/07/la-frustata-di-montezemolo-meno-annunci.html). C’è da immaginare le teste chine di Domenicali & C. durante la riunione di lunedì. “Non mi sta bene una Ferrari come quella che ho visto ieri in gara”, ha tuonato il Presidente, che come precisa la nota stampa “ha chiesto un immediato cambio di registro per riprendere già a partire da Spa a lottare per la vittoria, com’era accaduto fino al Gran Premio del Canada”. La situazione è difficile ma il mondiale non viene certo considerato perso e si farà di tutto per risalire rapidamente la china: intanto, a partire dal prossimo 1° settembre, James Allison, ex Lotus, entra a far parte dell’organico della Scuderia con il ruolo di Direttore Tecnico Autotelaio. Pat Fry assumerà contestualmente la nuova posizione di Direttore dell’Ingegneria ed entrambi riporteranno direttamente al Direttore della Gestione Sportiva Stefano Domenicali. E’ una bocciatura per l’ex Mc Laren? 
Allison comincia a vedere Rosso
Mah, dipende dai punti di vista. Stizzita, poi, l’analisi dei nuovi pneumatici Pirelli la cui introduzione è avvenuta a cavallo delle ultime due gare e non si è rivelata favorevole alla Ferrari. “Una scelta, quella della Pirelli, che ha contribuito – continua la nota di Maranello –  ad alterare artificialmente i valori in campo e che non è piaciuta al Presidente e agli uomini della Scuderia. Di questo aspetto se ne riparlerà in un prossimo futuro”. Infine, il colpo di scena: “cortese” ma ferma reprimenda anche per Fernando Alonso, autore di dichiarazioni, diciamo così, al ribasso “che non sono piaciute né a Montezemolo né a tutta la squadra”. 

Sempre la nota, precisa che Montezemolo, nell’augurare buon compleanno al pilota asturiano, gli ha anche “tirato le orecchie”, ricordandogli che “a tutti i grandi campioni che hanno guidato per la Ferrari è sempre stato chiesto di anteporre gli interessi della squadra a quelli personali. Questo è il momento di rimanere calmi, evitare polemiche e dare con umiltà e determinazione il proprio contributo, stando vicino, in pista e fuori, alla squadra e ai suoi uomini”. Ricordiamo che per un atteggiamento simile, irritante e non costruttivo, Montezemolo mise senza se e senza ma alla porta Ivan Capelli a fine 1992 e un anno prima, ma per aver paragonato la Ferrariad un camion, fu invitato a fare le valigie niente meno che un certo Alain Prost. Come avrà preso questo pubblico rimbrotto Fernando? Qualcosa si è rotto tra lo spagnolo e la Ferrari, la sua faccia dice più di mille parole. Ma se, come vuole Montezemolo, si ripartirà da Spa con il coltello tra i denti (e qualche soluzione positiva) si potrà andare ancora avanti. Un altro anno, in attesa di Vettel. 

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LA FERRARI NELLA TERRA DEI GHEPARDI

(30/7/2013) –  La Ferrari muove i primi passi in Namibia, una terra dove la velocità si associa più naturalmente al fisico slanciato del ghepardo, l’animale che può rivaleggiare nello scatto da fermo con una monoposto di Formula 1 (da 0 a 100 in 3”il tempo, del felino, non della vettura…). Alcuni giorni fa si è tenuto sul circuito “Tony Rust”, situato alle porte della riserva naturale Daan Viljoen, e sulle strade della vicina capitale namibiana Windhoek, un evento riservato agli appassionati della Ferrari del paese africano, che hanno avuto la possibilità di provare le vetture della gamma – dalla California alla Spider e alla FF – sotto la guida degli istruttori del Corso Pilota Ferrari, giunti appositamente da Maranello. 


Il terso cielo dell’inverno australe ha fatto risaltare ancor di più i colori delle vetture italiane per la gioia dei partecipanti e la soddisfazione di Mervyn Eagles, CEO di Viglietti Motors, importatore ufficiale nella vicina Repubblica Sudafricana e organizzatore della manifestazione: “L’Africa è un mercato emergente per il settore automobilistico e marchi come Ferrari non fanno eccezione nel crescente interesse che s’incontra fra i potenziali clienti. L’ospitalità che abbiamo ricevuto in Namibia e stata straordinaria e credo che questo evento segni una pietra miliare nell’espansione della Ferrari in questo angolo meridionale del mondo”.
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TOTO GRAND PRIX 2014

Il lay out del circuito di Sochi, Gp di Russia 2014
(30/7/2013)Bernie Ecclestone ha parlato: i gran premi 2014 non possono essere più di venti. Con l’ingresso, l’anno prossimo, del GP del New Jersey (“attaccato” al GP del Canada per questioni logistiche, quindi a giugno), del GP d’Austria per compiacere il magnate della Red Bull, Mateschitz (6 luglio) e il GP di Russia a Sochi (19 ottobre), due gare attualmente in calendario devono saltare. Parte quindi il toto-GP per capire quali appuntamenti non faranno più parte del Circus. Il “Padrino” proprio ieri ha praticamente ha dato il ben servito al Gp d’India: “Molto probabilmente non andremo lì nel 2014. Si tratta di un problema di tipo politico”, ha detto. Certo è che la gara non ha “scaldato” i cuori né dei team né degli indigeni. Un po’ come la Turchia. Altrocandidato all’esclusione: viene insistentemente fatto il nome del GP di Corea ma, attenzione, il circuito fa parte di un più esteso progetto (leggi investimenti) immobiliare che a questo punto, ci chiediamo, che fine farebbe? L’Ungheria ha appena rinnovato fino al 2021 nonostante lì sorpassi se ne vedano pochi (ma non è questo quello che conta in F.1). La Spagna dovrebbe continuare alternando Barcellona (in difficoltà) a Valencia (pure in difficoltà). La Cina non decolla ma serve alla Case costruttrici. Il Barhain ogni anno è fonte di problemi ma gli sceicchi pagano bene. A rischiare, udite udite, ci sarebbe anche Monza ma, come ha detto a Budapest il Presidente dell’ACI, Sticchi Damiani, “Bernie mi ha assicurato che fino al 2016 non ci sono problemi, fino ad allora dovremo pensarci”. Spa non naviga nell’oro – avere un GP oggi è davvero dispendioso – ma piace a tutti. Anche l’Australia ha qualche problema organizzativo. Certo è che Ecclestone va dicendo da tempo che la F.1 sarà sempre più extra-europea: bussano alla porta la Thailandia, il Dubai, il Qatar, si parla di un terzo Gp americano, in California. Nel regno degli affari si può anche arrivare a 21 gran premi.
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ALONSO – RED BULL, ATTRAZIONE FATALE


(29/7/2013) – Allora, qual è la verità sulla presunta trattativa Red Bull – Alonso? La tedesca Sport Bildha mandato in fibrillazione il mondo della F.1 con la pubblicazione dell’articolo e soprattutto della foto (http://sportbild.bild.de/SPORT/formel-1/2013/07/28/fernando-alonso/bietet-sich-bei-red-bull-an.html) che testimonia il contatto tra Luis Garcia, manager del pilota Ferrari, e Chris Horner, team principal Red Bull, venerdì nel motor home della Scuderia campione del mondo all’Hungaroring. Con i due c’era Carlos Sainz, padre dell’omonimo junior di cui Garcia è pure manager, che fa parte della nidiata Red Bull e in predicato del grande salto in F.1. Questo ha un po’ annacquato la “portata” dell’avvenimento ma interpellato sul fatto Horner non ha escluso nulla dicendo “E’ normale parlare con tutti…”. Sembra tutto un po’ prematuro ma ricordate il nostro post dal titolo “Ma Alonso si sta rompendo le scatole?” già del 23 aprile (http://motor-chicche.blogspot.it/2013/04/ma-alonso-si-sta-rompendo-le-scatole.html). La situazione, per l’asturiano, si è fatta da tempo complicata a Maranello. Certo, è orgoglioso di fare parte della mitica Scuderia – “tutti i piloti vorrebbero guidare una Ferrari, un giorno”, è il suo mantra – ma oggi compie 32 anni e nonostante sia riconosciuto come il miglior pilota in circolazione il mondiale con la Rossanon è arrivato e quest’anno sembra mettersi male. Lui non è immune da errori, ma è un fatto che tra strategie e progetti sbagliati Alonso ha dovuto ingoiare parecchi bocconi amari. Quasi sempre in rimonta, in affanno. Grovigli tecnici dai quali non si riesce a venirne fuori definitivamente. Non era questo che si aspettava. Alonso smania per ottenere un colpo di genio – recentemente ha ammesso desiderare di lavorare con Adrian Newey – che renda la Ferrari competitiva al pari di Red Bull e ora, bisogna dire, della Mercedes. A Maranello è già  saltato Aldo Costa e lo spagnolo è stato fautore della chiamata di Pat Fry che conosceva in Mc Laren; ora arriva Allison e secondo il sito omnicorse.it Alonso avrebbe voluto anche Pat Symond accasatosi però alla Williams dopo il diniego Ferrari. Insomma, prestazioni scialbe come quelle dell’Ungheria non aiutano l’unità e nonostante le parole di circostanza (“la squadra c’è, ed anche il potenziale: non vedo nessun motivo per non poter lottare fino alla fine del campionato, come abbiamo sempre fatto”) l’amarezza e lo scontento sono forti. Essere dietro Red Bull, Mercedes e Lotus e approfittare solo delle loro eventuali defaillances non è roba accettabile ancora a lungo da Alonso. Nè, credo, piaccia a Montezemolo sentire Alonso dire “il quinto posto in griglia è un miracolo”. P.S.: I tifosi, basta leggere chat e blog, stanno mollando Fernando!
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ANNIVERSARY / 29 LUGLIO 1973. ROGER WILLIAMSON, IL GIORNO DELLA VERGOGNA DELLA F.1

(29/7/2013) – Quella di oggi resterà la data della vergogna per la F1. E’ il quarantesimo anniversario della morte di Roger Williamson, il pilota inglese vittima certo della pericolosità delle corse ma anche e soprattutto, quella domenica del Gp di Olanda 1973 sulla pista di Zandvoort, della codardia di quanti non fecero nulla per tentare di salvarlo. Tranne David Purley. La dinamica dell’incidente è nota, ripresa e irradiata in diretta dalla televisione in tutta la sua raccapricciante evoluzione. La March di Williamson, alla sua seconda gara in F.1 (al precedente GP d’Inghilterra era incappato senza conseguenze nella carambola di 11 vetture dovuta all’errore di Scheckter in pieno rettilineo), esce fuori pista a causa dell’afflosciamento di uno pneumatico. Dopo l’impatto, la macchina si rovescia e striscia per centinaia di metri prendendo fuoco. Purtroppo, arrestatasi affianco ad un terrapieno, resta ribaltata mentre le fiamme cominciano a divampare più violentemente. Si accorge di tutto il compagno di marca (ma non di team) David Purley che non ci pensa due volte: “parcheggia” la sua March Lec e corre in suo aiuto. Prova a rimettere sulle quattro ruote la monoposto ma nessuno lo aiuta. 
La sua March si ribalta e prende fuoco
I commissari si limitano ad osservare, impauriti dal globo di fuoco che ormai avvolge la monoposto. Allora Purley si procura un estintore, ma la sua azione è insufficiente. Chiede disperatamente una mano senza ottenere nulla ma, anzi, viene invitato ad allontanarsi. Si ribella, davanti a tanta disumana ritrosia. Vorrebbero intervenire degli spettatori ma vengono respinti con i cani. Purley riprova a raddrizzare quella maledetta macchina. “Lo sentivo gridare, chiedere aiuto, ma non riuscivo a farcela”, dirà poi. Alla fine, lacrime agli occhi, dovrà desistere anche lui, impotente davanti ad un ammasso incandescente dentro al quale muore asfissiato Roger Williamson. Il mezzo antincendio, arriverà solo a distanza di minuti. Tutto questo è avvenuto senza che la corsa sia stata interrotta, senza che nessun’altro pilota abbia minimamente pensato di imitare Purley (alcuni, con tanto di bandiera gialla, alla curva dell’incidente tentavano ancora sorpassi), senza che gli altri “colleghi” si rendessero conto di aizzare le fiamme al loro passaggio. 

David Purley chiede inutilmente aiuto
Ripetiamo: un’autentica vergogna. Per la cronaca, quella gara fu vinta da Stewart davanti a Cevert e Hunt. Roger Williamson era un fulgido talento, nato il 2 febbraio 1948 (aveva quindi 25 anni) a Leicester. Si svezzò sui kart e poi in gare club su Ford Anglia, nel 1971 era già campione del campionato inglese di F.3 (13 vittorie), poi subito in F.2, la bellissima vittoria al “lotteria” di Monza e finalmente l’agognata F.1.La sua carriera fu favorita da un mentore che credeva ciecamente in lui: Tom Weathcroft, proprietario della pista di Donington Park. “Il giorno più triste della mia vita”, disse poi di quella tragica domenica. In occasione del trentennale della scomparsa, nel 2003, fece erigere all’interno dell’autodromo una statua che raffigura lo sfortunato amico pilota e che, almeno, ne conserva o propaga il ricordo a tutti gli appassionati.

Williamson resta intrappolato e muore asfissiato
Il triste epilogo
La statua di Roger a Donington
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ALONSO CON IL LUTTO AL BRACCIO. Per le vittime del disastro di Santiago de Compostela


(26/7/2013)Alonso è in pista all’Hungaroring per le prove libere, deciso a raddrizzare le sorti del Cavallino. Ma si porta dentro un magone. Il tragico incidente ferroviario alle porte di Santiago de Compostela, costato la vita a parecchie decine di persone, molte delle quali pellegrini, lo ha segnato molto, tanto che disputerà l’intero weekend di gara con il lutto al braccio. La componente spagnola, alla Ferrari, è numerosa: oltre Fernando, ci sono  i due collaudatori Marc Genè (a Maranello dal 2004) e dall’inizio di quest’anno Pedro De La Rosa, nonchè il legame con uno dei partner più importanti, il Banco Santander. Alonso e De La Rosa hanno chiesto alla Scuderia di poter far sentire il loro appoggio a tutte le vittime del disastro comparendo nella eMedia@unit del Cavallino Rampante portando un tabellone con un messaggio composto nella loro lingua: “Todo nuesto apoyo a las víctimas de Santiago“: un messaggio di solidarietà che i due sportivi hanno pensato di esternare perché la visibilità di cui essi godono è talmente grande che si pensa che possa essere in qualche modo utile.

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VITTORIO GHIRELLI, IL FASANESE DE ROMA. Chance GP2 all’Hungaroring

(26/7/2013) – Ci sarà un solo italiano nel week end della GP2 in Ungheria: Vittorio Ghirelli. Out Ceccon (fine budget…), il vituperato tricolore sarà tenuto alto – solo per questa gara – dal pilota attualmente terzo in Auto GP. Ad offrirgli la chance, al posto di Fabrizio Crestani, è il team Venezuela GP Lazarus, che conosce bene le doti del ragazzo di appena 19 anni. L’anno scorso, infatti, ancora minorenne (è nato il 9 maggio del 1994, la settimana tragica di Senna) Vittorio aveva già provato la macchina a Jerez in un test pre-campionato ma si era deciso di farlo maturare senza troppe pressioni in Auto GP. E nel campionato di Coloni se la sta giocando: corre per la Super Nova– compagno di squadra è l’ex F.1 Kartihkeyan – e, a tre gare dal termine, con 125 punti ha davanti Sergio Campana e Sato (entrambi 138 punti). Non è affatto semplice entrare a freddo in un campionato “caldo” come la GP2 ma, visti i tempi, ogni occasione è buona per farsi notare. Ghirelli ha ancora l’età per tentare la scalata alla F.1 ma servono risultati e l’esperienza non gli manca. Tra l’altro, in Ungheria ha riportato quest’anno l’unica vittoria stagionale, quindi la pista sembra essergli congeniale e speriamo porti ancora fortuna. La sua storia: è pugliese, nato a Fasano, terra dei Liuzzi, degli Irlando, dei Pezzolla. E della cronoscalata Fasano-Selva (era lì ospite un mesetto fa). 
Baby Ghirelli quando cominciava a rombare
A due anni, però, la famiglia si è trasferita a Roma ed è stato papà Fabio, buon kartista, ad infondergli la passione per le corse, seguendolo con passione e competenza. Buon sangue non mente e, dopo essersi svezzato sulla Pista d’Oro di Tivoli, eccolo diventare campione italiano Open Master. Nel 2010 è già su una F.3 e poi subito anche in GP3 per il team Atech GP. Nel 2011 ancora GP3 e F. Renault ALPS ed Eurocup e nel 2012 è il pilota più giovane nella World Series 3.5 nel team Comtec. Da segnalare anche un test in F.2 e la partecipazione alla 6 Ore di Vallelunga su Ferrari 458 GT3 insieme a Fisichella. Troppo? Troppo presto? Ripetiamo: le occasioni meglio averle ma ora è già tempo di risultati, Vittorio! E ci sei quasi!
Ghirelli corre in autoGp per la Super Nova