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UN INDIANO A FIORANO


(9/5/2013) Questa, la storica pista di Fiorano non l’aveva ancora vista: ieri ha girato un pilota indiano. Il protagonista è stato il ventenne Parth Ghorpade, che ha effettuato un test al volante della monoposto di Formula 3 della Ferrari Driver Academy. Si è trattato del premio per essere stato il miglior pilota asiatico nell’edizione 2012 della serie Formula Pilota, disputatasi in Cina. Parth ha completato ben 75 giri della pista privata della Ferrari, prendendo progressivamente fiducia e – riferisce la Ferrari – dimostrando un’ottima capacità di imparare le caratteristiche di una vettura non soltanto per lui del tutto nuova ma anche dotata di una potenza superiore a quelle cui era abituato. “Sono sempre sorpreso quando ci si trova ad avere a che fare con la rapidità dei giovani piloti che, pur con un’esperienza molto relativa, apprendono in fretta a sfruttare il mezzo a disposizione quando sono assistiti nella maniera giusta. – ha detto il Direttore della FDA Luca Baldisserri al termine del test – Penso che sia stata una bella esperienza e sono convinto che ragazzi come Parth e come tutti gli altri giovani talenti che crescono in Paesi dove la cultura dell’automobilismo sportivo non è ancora così radicata avrebbero bisogno di opportunità come questa per crescere e dimostrare le loro capacità”.
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FERRARI: PIU’ TEMPO ALLA CREATIVITA’. E Tombazis anticipa le novità per il Gp di spagna


(7/5/2013) – La F.1 va a Barcellona e il GP di Spagna, gara inaugurale della serie europea, permetterà di constatare gli eventuali progressi assicurati dalle novità che tutti i team si accingono a mostrare. Tra questi, la Ferrari assolutamente vogliosa di riscattare l’ultima prova on Barhain “flagellata” dal DRS bloccato di Alonso e dalle forature di Massa. Fa paura il di più che la Red Bul potrebbe fare ma anche a maranello hanno lavorato soso. Lo conferma il Chief Designer Nikolas Tombazis: “Credo che anche tutte le squadre concorrenti arriveranno a Barcellona con un elevato numero di aggiornamenti tecnici visto che il calendario ha concesso ai team di poter lavorare con relativa calma dopo il Gran Premio del Bahrain. Ovviamente anche noi avremo un pacchetto di aggiornamenti, ma per il momento non voglio entrare troppo nel dettaglio. Posso solo anticipare che le novità riguarderanno fondo, carrozzeria ed ali. Nonostante i pochi chilometri a disposizione, il nostro obiettivo sarà quello di avere un quadro chiaro al termine della seconda sessione di prove libere, in modo da poter valutare venerdì sera quali nuovi componenti confermare per il weekend e quali eventualmente rimuovere. Sarà poi importante verificare che i riscontri che arriveranno dalla pista siano in linea con i dati ricavati dalla galleria del vento”. Ma il tecnico di origine greca spiega anche qualcosa di più della nuova organizzazione Ferrari: 


Abbiamo studiato e messo in campo un percorso di cambiamenti sia sul fronte dell’organizzazione generale che su quello della metodologia tecnica. Allo stesso tempo, stiamo migliorando le nostre strutture, ed abbiamo già ottenuto degli importanti risultati nella comprensione del comportamento della monoposto. Questo insieme di novità ci ha permesso di iniziare la stagione in modo migliore rispetto agli anni precedenti. Il processo di rinnovamento non è ancora completo. Siamo a metà di un percorso che toccherà tutti gli aspetti lavorativi, compreso quello su cui stiamo operando in modo particolarmente consistente: la galleria del vento. I nuovi metodi di lavoro che abbiamo adottato, così come le novità strutturali che sono già entrate in servizio, ci hanno permesso di poter dedicare più tempo alla creatività. Questo è stato uno degli obiettivi stabiliti insieme a Pat Fry quando abbiamo dato il via alla riorganizzazione, ovvero dare al personale più tempo per poter pensare a come migliorare il rendimento della vettura. Abbiamo identificato le aree in cui negli ultimi anni siamo stati un po’ carenti, constatando che in certi ruoli il personale era troppo sotto pressione, a discapito del tempo necessario per rendere la monoposto più performante. Abbiamo già iniziato a lavorare su questo fronte ma c’è ancora margine di miglioramento. Finora i riscontri sono stati molto buoni e credo che siano visibili nelle prestazioni mostrate dalla F138”.

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BOLOGNA CAPUT MUNDI LAMBORGHINI


(6/5/2013) – A partire da oggi fino a domenica 19 maggio, gli aeromobili che atterreranno presso l’Aeroporto Marconi di Bologna, sponsor tecnico per il 50° Anniversario di Automobili Lamborghini, saranno guidati da un ‘‘Follow me’’ davvero esclusivo: una Lamborghini Aventador LP 700-4. La supersportiva, di 700 CV e dal motore V12, la più estrema della Casa di Sant’Agata Bolognese, sarà contraddistinta da una speciale livrea a quadretti rossi – quella prevista per i mezzi operativi che si muovono nelle aree di manovra degli aeromobili – e dotata dell’allestimento tipico dei mezzi ‘‘Follow me’’, cioè quelli che accompagnano gli aeromobili dalla via di rullaggio al piazzale di sosta assegnato e viceversa. Il personale tecnico dell’Aeroporto di Bologna che guiderà la vettura ha partecipato ad un corso di driving academy dedicato, che si è tenuto presso lo scalo bolognese. Da domani, infine, Lamborghini esporrà due autovetture supersportive nella nuova Main Entrance al piano terra del Marconi, uno spazio completamente vetrato, visibile sia dall’interno che dall’esterno, che alla conclusione dei lavori di riqualifica diventerà l’ingresso principale del Terminal. 
S. Winkelmann AD Lamborghini e V. Merola Sindaco di Bologna

Da oggi al 13 maggio, inoltre, nel cortile d’Onore del Comune sarà esposta una Aventador. Ma questo è solo l’antipasto degli ormai prossimi eventi che caratterizzeranno a Bologna l’anniversario: venerdì e sabato la Dottasarà protagonista del Grande Giro Lamborghini 50° Anniversario, il più spettacolare raduno di supersportive della Casa del Toro della storia. Dopo 1200 km attraverso l’Italia, oltre 300 vetture si raduneranno nel centro storico del capoluogo emiliano. Venerdì 10 apartire dalle ore 18, le Lamborghini provenienti dal Passo Futa Raticosa entreranno in città fino ai parc fermeè di Piazza Maggiore e Piazza Minghetti. La mattinata di sabato 11 maggio sarà invece animata da un concorso di eleganza in Piazza Maggiore che vedrà sfilare le più belle Lamborghini a partire dalla prima vettura entrata in produzione, la 350 GT fino all’ultima versione della Countach. Le macchine potranno essere ammirate fino alle 15, quando inizieranno a partire alla volta della storica sede di Sant’Agata Bolognese. 
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STORICO AL RALLY DEL TARO: GAS BATTE BENZINA. L’impresa riesce alla Suzuki Swift della Brc Gas Equipment


(6/5/2013) – L’equipaggio Milko PiniDaniele Pellegrini su Suzuki Swift 1.6 ha vinto la terza prova della Suzuki Rally Cup nell’ambito del Rally del Taro, prima prova dell’IRC. La notizia non si esaurisce però solo nella cronaca sportiva. L’affermazione, dopo un avvincente duello con gli equipaggi Soliani/Marcomini ed Amorisco/Cresta, è avvenuta nel segno dell’alimentazione alternativa: la vettura schierata ufficialmente dalla Brc Gas Equipment è infatti alimentata esclusivamente a Gpl. Alla BRC ovviamente si brinda: ”Per la prima volta al mondo un’auto alimentata a gas si impone sulle avversarie spinte dai carburanti tradizionali, aggiudicandosi la vittoria. Con questo risultato abbiamo definitivamente confermato la validità dei carburanti alternativi e la bontà dei nostri prodotti in termini di qualità, affidabilità e performance. Il risultato e’ frutto di un intenso lavoro e continui investimenti in ricerca e sviluppo che hanno permesso alla nostra azienda di diventare un’eccellenza tecnologica ed un riferimento mondiale nel settore dei carburanti gassosi”. Per Massimiliano Fissore: E’ l’affermazione del concetto che l’alimentazione alternativa può competere con la tradizionale”. Una nuova ed illuminante pagina del motorsport è stata scritta in riva al Taro.

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LOEB SPENNA OGIER AL RALLY DI ARGENTINA

(6/5/2013) – Che duello al Rally di Argentina tra i due amici-nemici transalpini dal nome comune, Sebastien: Loeb e Ogier! Alla fine l’ha spuntata Loeb su Citroen – per l’ottava volta primo nel Paese sudamericano – che ha ridimensionato il pimpante portacolori della Volkswagen dopo tre vittorie consecutive in Svezia, Messico e Portogallo (alla gara inaugurale del WRC a Montecarlo era stato invece ancora il pluricampione ad imporsi). Dopo le prime cinque tappe, sembrava che Ogier potesse comandare le danze ma un’uscita di strada e una foratura lo hanno rallentato. Loeb, da buon indomito Cannibale, aveva nel contempo una missione precisa e l’ha portata a termine: “C’è stato un certo divario con Ogier ma nulla era perso. Dovevamo invertire la tendenza ed è quello che abbiamo fatto. Il venerdì ho spinto per fare pressione sul leader. La strategia consisteva nel non preservare nulla. Non avevamo alternative. Certo, a volte ci sono sorprese con massi lasciati da altre auto, ma siamo stati in grado di evitare queste trappole”. Ogier cala invece un po’ le arie: “La cosa più importante era di finire il rally con buoni punti e rimanere in testa. Ma, naturalmente, alla fine c’era un po’ di frustrazione. Sappiamo che la vettura è molto giovane e purtroppo, per battere Seb è necessario non solo un buon ritmo, ma essere consistenti e non avere problemi. Noi ne abbiamo avuti un po’ troppi in questo fine settimana”. In classifica, Ogier è in testa con 54 punti, mentre la Volkswagen ha 14 punti di vantaggio sulla Citroën nel Campionato Costruttori. Loeb si gode il suo 78° successo, l’ultimo su terra: come da programma (solo quattro gare nel 2013) tornerà ad ottobre, per il Rally di Francia e sicuramente tra i due galletti saranno ancora scintille.
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ROSSI VEDE FUGGIRE IL TRIO MERAVIGLIA


(6/5/2013) – Da Valentino Rossi molti si aspettavano una grande prova a Jerez. Era la sua pista: lì The Doctor ha trionfato otto volte. E lui era ottimista (nonostante una caduta in qualifica, cosa capitata anche a Pedrosa e Crutchlow d’altronde): “Punto al podio”. Dopo il secondo posto in gran rimonta in Qatar e il cartellino timbrato e nulla di più in America, “Jerez svelerà davvero chi è il trentaquattrenne pescarese” scriveva per esempio il corrispondente di Repubblica. Ebbene, Vale si è classificato quarto e, sostanzialmente, si è limitato (ha dovuto? ha potuto?) ad osservare la fuga e la lotta del trio meraviglia Pedrosa-Marques-Lorenzo. E’ partito bene, ha anche superato il folletto Marquez che però lo ha presto risverniciato e salutato. Poi ha resistito bene agli attacchi di Crutchlow e di Bautista. Ma tutto qua, è rimasto dietro. Staccato. Oh, la Yamaha è stata inferiore alla Honda (in particolare problema di trazione in uscita dalle curve, hanno spiegato) ma certo il confronto con Lorenzo, che pure ha sofferto, è impietoso. E, nel dopo gara, si sono sentite frasi simili ad un recente passato che Rossi con tutta probabilità non pensava proprio di rivivere.  Quel “dobbiamo lavorare” ricorda il mantra che per due anni ha proferito, cupo, dopo il mesto ritorno ai box Ducati. Quel “dobbiamo avere anche noi una moto bilanciata come quella di Lorenzo”, ricorda i tempi della difficile coabitazione del 2010 con il rampante spagnolo compagno di squadra sancita dall’inguardabile muro divisorio ai box. Già incombe una nuova prova di appello, il 19 maggio a Le Mans, perché quegli altri vanno forte – fanno anche divertire – e non hanno nessuna voglia di dividere la torta. Ieri in TV Danilo Petrucci ha detto che nel seguire Valentino gli ha visto disegnare sempre traiettorie pulite. Forse Rossi dovrebbe maltrattare un po’ di più la sua M1. Ne avrà la forza?
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TORNANO RIO E LONG BEACH? E’ F.1 NOSTALGIA

Long Beach, 1976

(4/5/2013) – Mentre dal 2014 si accingono a fare ingresso nel calendario mondiale di F.1 i circuiti del New Jersey (GP Usa Est) e di Sochi (GP Russia) – la Thailandia si è prenotata dal 2015 – non mancano nuove richieste, nonostante le esose corresponsioni pretese da Ecclestone. Arrivano infatti due novità, che poi non sono tanto novità. Si sta parlando infatti di tornare a correre a Rio de Janeiro, città in febbrile trasformazione in vista delle Olimpiadi del 2016. Tra l’altro, “Il Padrino” Bernie ha da poco lanciato un ultimatum agli organizzatori di Interlagos: o rimettono a posto le infrastrutture dell’impianto paolista o…. (l’anno scorso aveva detto che ad Interlagos si sarebbe corso per sempre). La città carioca ha già ospitato la F.1 sul circuito di Jacarepaguà – a circa 30 km dal centro – dal 1981 al 1989 (con un prologo nel 1978): inaugurò le vittorie Reutemann, chiuse Mansell sulla Ferrari 640 con il rivoluzionario cambio al volante. La zona è stata interessata dai lavori in vista dei giochi olimpici e la pista smantellata. Per sei stagioni, il mondiale cominciò proprio lì e il circuito – si girava in senso orario – ospitò anche la F. Indy e il Motomondiale. Long Beach è l’altra pretendente di ritorno, tra l’altro molto appetita dai team manager. Il tracciato cittadino del sobborgo di Los Angeles ospitò la massima formula dal 1976 al 1983 (nel 1981 fu la gara inaugurale): aprì Clay Regazzoni su Ferrari (ultima vittoria della formidabile T, con annesse polemiche da parte di Lauda che accusò Audetto di aver favorito lo svizzero) e chiuse Watson su Mc Laren. Nel 1980 proprio Regazzoni, su Ensign Ford, fu vittima del brutto incidente che lo rese paraplegico per il resto della sua vita. Poi prevalsero altri tracciati Usa come Detroit, Las Vegas, Dallas. A Long Beach, su un tracciato diverso, corre attualmente la F. Indy.

Jacarepagua, 1989


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INTERVISTA A RENE’ ARNOUX: “LA F.1 OGGI? E’ UN CAMPIONATO DEL MONDO PER INGEGNERI E STRATEGHI DI GARA”


(3/5/2013)Renè Arnoux oggi è a Modena. L’ex ferrarista (dal 1983 ad inizio 1985) ha suggellato l’inaugurazione della mostra “Grand Prix: le monoposto del campionato di F.1”, dedicata alle macchine da corsaprotagoniste dal 1950 al 1994, con una iniziativa che sicuramente ha toccato le corde dei tanti tifosi del Cavallino. A bordo della Ferrari T4 che fu di Gilles Villeneuve, partendo da un box allestito in Piazzetta 29 Settembre, ha effettuato un percorso attraverso il centro storico di Modena, fino al Museo. Proprio quella macchina rossa resta nella storia personale e sportiva di Renè perché fu protagonista dell’epico duello, senza esclusione di colpi, nel GP di Francia 1979. La gialla Renault turbo di Arnoux dovette arrendersi davanti all’indomita difesa a ruote fumanti del canadesino. Abbiamo avvicinato il francese di Grenoble.
Renè, quella corsa e quel duello sono ormai storia della F.1
Ovunque io vada, c’è qualcuno che mi ricorda quella gara e mi fa i complimenti per quel duello. Pensa, l’altro giorno sono uscito da una concessionaria sugli Champs Elysees a Parigi e un ragazzo mi ha riconosciuto e fermato per dirmi che quello per lui è stato il più bel duello della F.1. Aveva solo 22 anni ma ha tirato fuori un i-phone e lì conservava il video di quei momenti, di 34 anni fa!


Sei sempre molto affezionato alla Ferrari che però non vince il titolo piloti da cinque anni: come valuti questa astinenza?
La Ferrari in questi anni è stata molto competitiva ma è sempre mancato un qualcosa per vincere. E’ anche questione di sfiga, basta vedere quello che è successo in Barhain e comunque la concorrenza è diventata molto, molto forte.
Vettel: c’è chi dice sia un campionissimo, c’è chi dice sia aiutato da una macchina troppo superiore
Io rispetto i piloti ma la realtà è che oggi bisogna parlare di un campionato del mondo riservato a ingegneri e stateghi di gara. Se poi non hai un’aerodinamica perfetta puoi perdere decimi importanti. Motore, cambio: sono diventati accessori. Quindi, se hai al tuo servizio uno bravissimo come Adrian Newey il pronostico è presto fatto. Comunque la Ferrari quest’anno ha fatto un bel passo avanti, la macchina è nata competitiva. Ora servono punti preziosi.
Cosa ne pensi degli ordini di scuderia che hanno agitato le acque tra Vettel e Webber e tra Hamilton e Rosberg?

Io ne ricevetti uno quando ero nettamente davanti a Prost. Per me la questione è questa: se uno firma un contratto nel quale è chiaramente indicato come secondo pilota e lo accetta, allora deve rispettarlo. Se i piloti sono considerati alla pari, allora è guerra. In Malesia non ho approvato quanto ha fatto Vettel. Non meritava di vincere, tenuto presente che Webber aveva addirittura ridotto la potenza del motore per salvaguardarlo e risparmiarlo dato che non se ne hanno tanti a disposizione e l’annata è lunga. Capisco l’“incazzatura” di Webber, Vettel è stato quanto meno poco educato.
In F.1 si fanno largo soprattutto figli d’arte: come mai, secondo te, Nicolas Prost, figlio del grande Alain,  non è riuscito ad ottenere un volante da titolare?
Non è sempre una questione ereditaria, come si può pensare. Non è obbligatorio essere forti come il proprio padre. E’ il caso anche del figlio di Mansell. Nicolas, che io conosco, è bravissimo, un ragazzo educato, ma ritengo sia arrivato ad un livello già abbastanza alto e gli ultimi gradini sono sempre quelli più difficili. Lui ha passione ma non è a livello del padre quanto a talento. La Formula 1 è il massimo a livello di guida e di libidine ma occorre avere anche la massima sensibilità per 70 giri.
Pensi che la Michelin voglia o debba tornare in F.1?
Me lo auguro. Ma io vorrei vedere monoposto gommate Michelin, Pirelli, Good Year, Bridgestone. Ora non si riesce a valutare la reale forza delle Case in campo. Io vorrei una F.1 con un limite di budget e una varietà di costruttori perché la vera realtà del campionato dovrebbe consistere nel confronto tra diverse tecnologie. Altrimenti si assegni solo il titolo piloti! Ma questo non sarebbe accettabile dalla Ferrari e ricordo che il Drake dava molta importanza al titolo Costruttori. Per me la F.1deve essere propedeutica allo sviluppo delle auto di serie, deve essere abbinata alla ricerca.

Allora come valuti il ritorno dall’anno prossimo ai motori turbo che tu ben conosci?
Averlo vietato perché, si diceva, costasse troppo, dopo tutto il lavoro di sviluppo che io e Jabouille abbiamo fatto alla Renault, è stato un errore. Una cazzata! Poi ci sono stati motori da 12, 10 ora otto cilindri che hanno richiesto tempi di fabbricazione doppi. A suo tempo, io proposi di ridurre le cilindrate dei turbo, che effettivamente erano diventati troppo potenti, da 1500 a 1200 cc, che tra l’altro sarebbero serviti moltissimo per gli studi di applicazione sulle auto di tutti i giorni. Ora si va verso un motore piccolissimo, che consuma poco ma dalle prestazioni monstre.
Per concludere René: qual è stato il tuo anno più bello in F.1?
E’ facile: quando sono arrivato alla Ferrari. Andavo spesso in fabbrica a veder lavorare i meccanici e i tecnici. Io sono nato meccanico e a Maranello, dove si produceva tutto in casa, dal telaio al cambio, per me era come stare davanti ad un albero di Natale. Poi quel duello con Gilles a Digione….


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500 ABARTH, PIU’ 22% AD APRILE NEGLI USA


(2/5/2013) – Onore alla 500 che in America continua la sua scalata nei gusti yankee. Nel mese di aprile le vendite sono aumentate dell’1%, un dato positivo in costante ascesa da 14 mesi consecutivi. Tra i vari modelli, è stata la 500 Abarth a far segnare il più alto incremento: +22%! E tra poco, in California, entrerà in commercio la nuova Fiat 500e, allargando così la gamma a caccia di nuovi aficionados. A proposito di record, ad aprile dalle linee di produzione dello stabilimento Fiat Auto Poland di Tychy è uscita la milionesima Fiat 500 prodotta in Polonia, in appena 5 anni e 9 mesi dal lancio. Lanciata nel 2007, la 500 è commercializzata in 83 Paesi nel mondo: dall’Italia al Brasile, dal Sud Africa alla Polonia, dagli Stati Uniti al Giappone.  Oltre che in Polonia, dal 2011 la Fiat 500 è anche realizzata nello stabilimento messicano di Toluca portando così la produzione totale a circa 1 milione 100 mila unità. Vera icona dello stile made in Italy  – 40 premi mondiali finora vinti, compreso il prestigioso di  ‘Car of The Year 2008’, e più di 325 mila appassionati iscritti alla Fan Page ufficiale di Facebook (www.facebook.com/fiat500) – la Fiat 500 si è recentemente rinnovata con la gamma 2013 – versioni berlina e cabrio – introducendo numerose inedite tinte di carrozzeria, nuove versioni (per esempio Color Therapy) e altri dettagli stilistici che accentuano lo spirito pop e allegro della vettura. Espressione genuina di stile e carattere italiano, oggi 500 è proposta in numerosi allestimenti (Pop,  Color Therapy, Lounge, S e ‘By Gucci’) e motorizzazioni – 1.2 69 CV, 0.9 TwinAir Turbo 85, 1.4 16v 100 CV e 1.3 Multijet 16v 95 CV – abbinati al cambio manuale oppure al cambio robotizzato sequenziale.
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UN LIBRO DEDICATO ALLE ITALIANE “ESTREME” DELLA F.1

Maria Teresa De Filippis

(2/5/2013) – Arriverà a fine giugno un libro dedicato, checché ne possa pensare Sir Stirling Moss, a due donne che hanno calcato il palcoscenico della F.1. Si intitolerà “La prima e l’ultima donna italiana che hanno corso in Formula 1”, scritto da Mario Devivo, e sarà dedicato a Maria Teresa De Filippis e a Giovanna Amati. L’editore è la Libreria Automotoclub Storico Italiano (ASI) di Torino. L’autore, che è figlio del vice presidente Commissione Club dell’ASI, Marcello Devivo, ha voluto così “omaggiare” due esponenti tricolore del gentil sesso che, con alterne fortune, sono riuscite a fare breccia nel muro della massima formula automobilistica e, quanto meno, a coronare con determinazione un sogno. La De Filippis, che oggi ha 86 anni, è stata in assoluto la prima donna, nel 1958, a pilotare una F.1, nello specifico una Maserati. Fu grande amica di Luigi Musso e conseguì buoni risultati se si pensa a quanto fossero gravose fisicamente le F.1 di allora (tra l’altro ebbe anche un incidente) per poi ritirarsi dopo due anni, scossa dall’incidente mortale di Jean Behra.  Giovanna Amati, oggi 54enne, tentò l’avventura nel 1992 con la Brabham (non proprio competitiva) ma non riuscì a qualificarsi in Sudafrica, Messico e Brasile e quel mondo spietato non le offrì ulteriori chances. 
Giovanna Amati