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Mese: Maggio 2013
(25/5/2013) – La 24 Ore di Le Mans è il sogno ben riposto in un angolo della testa di ogni pilota. La maratona francese deve questa importanza anche alla sua inossidabilità: la prima edizione ebbe luogo ben 90 anni fa che si celebrano domani! Ideata verso la fine del 1922 su iniziativa dell’Automobil Club de l’Ouest, la prima gara si disputò tra il 26 e il 27 maggio del 1923 sul circuito permanente della Sarthe, che nella sua prima configurazione misurava 17,262 km. Si impose – veri pionieri – l’equipaggio composto da Lagache – Leonard su Chenard Walcker dopo 2209,536 chilometri percorsi alla media di 92,064. Il giro più veloce lo fece segnare Clement su Bentley alla media di 107,328. Quest’anno la leggendaria gara prenderà il via il 22 giugno.
(24/5/2013) – Debutta domani a Modena Fiere – su 28.000 mq espositivi, con 300 espositori – “Motor Gallery”, la prima mostra-mercato di auto e moto d’epoca italiane patrocinata dall’A.S.I., Automotoclub Storico Italiano. Due e quattro ruote rigorosamente dal passato e tutte italiane al 100%: Ferrari, Maserati, Lamborghini, moto Morini, Bugatti, De Tomaso, Ducati, Lancia, Alfa Romeo oltre alle più importanti collezioni di privati come quelle di Mario Righini, Panini, Stanguellini. Poi Club privati e scuderie, oggettistica, stampe, quadri, modellismo, gadget, automobilia, auto modelli, giocattoli d’epoca, memorabilia, abbigliamento e cimeli, registri d’auto, ricambistica di auto e moto, e ancora spazi dedicati ai singoli per vendita ed esposizione. In contemporanea, sempre a ModenaFiere, si svolge il “Mercatino vendo-scambio” dove collezionisti e compratori possono fare affari su un’area a loro dedicata, con oltre 100 espositori di ricambi; ma anche i privati possono mettere in vendita le loro auto e moto d’epoca. All’interno di Motor Gallery è possibile ammirare la grande mostra “SS9, Via Emilia, la Strada dei Motori” dedicata alla Motor Valley dell’Emilia Romagna. Una lunga galleria di 1000 mq ci conduce in un viaggio attraverso i motori, con una carrellata di auto e moto realizzate in Emilia Romagna esposte per la prima volta tutte insieme. Da non perdere poi la Ferrari realizzata per Gianni Agnelli, l’Alfa Romeo di Rita Hayworth, l’unica moto Harley Davidson italiana e poi due grandi mostre collaterali, con pezzi che hanno fatto la storia dell’automobilismo italiano:
di vetture sport – auto Barchetta – con la supervisione di Romano Pasini e di auto italiane campionesse di Rally. Tra le prime una ricca rappresentanza di prestigiose e rare vetture sport (Barchetta) italiane anni ’50: oltre alla Ferrari Monza una serie di piccole Barchetta (molte di queste di soli 750 e 1100 cc). Una Stanguellini 1100 del 1952, un’Alfa Romeo Conrero, una Ferrari 875 del 1955, oltre a una Maserati tipo 61 e una tipo 63. Tra le auto da Rally invece, pilotate dai più grandi drivers di tutti i tempi, fanno bella mostra di sé una Autobianchi Abarth A112 1°Serie da 70cv, una Lancia Stratos Alitalia che ha vinto il mondiale rally, una Lancia Delta Safari, una Fiat 124 Spider Abarth GR.4, già di Jean Todt, una Alfa Romeo Alfetta GR.4 e una Ferrari 308 GR.4 ex Tonino Tognana, tutte scrupolosamente in livrea corsa dell’epoca. Uno spazio è poi dedicato al Museo Ferrari di Maranello, con auto d’epoca e il simulatore di guida al quale si potranno cimentare probabili futuri piloti. In Galleria fanno bella mostra di sé un trattore e una Lamborghini del Museo Ferruccio Lamborghini: è infatti dall’agricoltura e dal bisogno di rendere meno faticoso il lavoro dell’uomo che si sviluppa la meccanica. Anche la Maserati sarà presente con alcuni bellissimi gioielli di ieri e di oggi e con un angolo dedicato al merchandising. E ancora sabato 25 maggio vengono presentati due libri: alle ore 11 Mauro Forghieri presenta il volume “La Ferrari secondo Forghieri. Dal 1947 ad oggi” (Giorgio Nada Editore), alla presenza di Daniele Buzzonetti, giornalista e coautore del libro. Mentre alle ore 16 Alberto Morsiani – critico e saggista modenese – presenta insieme alla giornalista e scrittrice Nunzia Manicardi il suo libro “Ribelli on the road – Moto e bikers del cinema”, edito da Gremese di Roma. Per chi vuole soddisfare la voglia di velocità, all’ingresso dei padiglioni di ModenaFiere alcune Ferrari e Lamborghini offrono la possibilità di un giro su uno dei bolidi in tutta sicurezza anche all’interno della pista di Marzaglia. Inoltre, il vincitore del quiz, già on line su Facebook, potrà pilotare una Ferrari California o una Ferrari F 430. Non poteva mancare la moda, ovviamente degli anni ’50: tra le splendide auto d’epoca presenti al Salone saranno esposti abiti e accessori vintage, grazie alla collaborazione con “Friperie”. E poi veri e propri set per scattare “foto ricordo d’epoca”, ambientate negli anni delle prime edizioni della 1000 Miglia e di “Vacanze Romane”, curati dal Club Motori Modena e dal fotografo Mauro Terzi; parte del ricavato andrà in beneficenza. E ancora la musica del gruppo Jumpin’ Shoes accompagna “Motor Gallery” nei motivi italiani e non solo che hanno attraversato gli anni ‘50. Alla manifestazione partecipa con uno spazio perfino la casa d’aste inglese H&H, specializzata nell’organizzazione di aste in tutto il mondo, che collabora alla promozione dell’evento. Il Palatipico, con il brand “Piacere Modena” sarà presente in galleria con degustazione e vendita dei prodotti tipici del territorio di Modena. Anche il Museo Casa Enzo Ferrari promuove Motor Gallery con sconti e convenzioni, mentre ai possessori di Carta Insieme CONAD E. Leclerc, viene applicato un prezzo ridotto di 7,00 €
(24/5/2013) – Tra le strade del Principato, in questo fine settimana, gioca la sua partita anche Carlos Sainz Junior, figlio del – al momento – più noto omonimo ex campionissimo dei rallies ora consulente Volkswagen. Impegnato quest’anno in GP3, nel team MW Arden di Chris Horner e Mark Webber, lo spagnolo, 19 anni, ha raggiunto un accordo per disputare la prestigiosa gara nella Formula Renault 3.5 con la Zeta Corse – è il suo debutto a Montecarlo, ieri quinto nelle libere – e non è detto che non gli venga offerta qualche altra possibilità. Carlos fa parte del Red Bull Junior Team ed è affidato alle cure di Helmut Marko: per lui le prospettive sembrano molto rosee ed infatti negli ultimi tempi si è vociferato di un avvicinamento al dorato mondo della F1 dove, tra l’altro, l’unico spagnolo è Fernando Alonso. E’ già sulla strada buona, quella che ha portato nella massima formula piloti come Buemi e Alguersuari e ora Ricciardo e Vergne. Con i movimenti che si annunciano dalle parti di Red Bulle Toro Rosso, il 2014 potrebbe essere per lui un anno importante. L’esordio nella World Series è un passo per bruciare le tappe. Come tanti, Carlos ha cominciato a frequentare la velocità con i kart, dall’età di sette anni, e lo ha fatto nel kartodromo indoor del padre a Las Rozas. Ma le cose diventarono più serie a 10 anni e fino al 2009, anche per la Tony Kart Junior Team, il figlio d’arte ha impazzato in giro per il mondo. Nel 2010, dopo diversi test, l’ingresso nel programma Red Bull Junior Team e il superamento della BMW Scholarship. Correrà nel monomarca tedesco riportando anche una corroborante vittoria nella gara di Macao. Nel 2011 è la volta della F. Renault, Europeo e anche NEC che vince. L’anno scorso è nella F.3: britannica e European Fia con, rispettivamente, quattro vittorie e il trionfo a Spa. Erede di Alonso cercasi.
(23/5/2013) – Prepariamoci a fare gli auguri ad Ivan Capelli: l’attuale commentatore della F.1 per
e la stessa Casa Ferrari viveva commercialmente il suo annus horribilis (l’anno dopo arrivò la prima cassa integrazione). Capito l’andazzo, il Presidente Montezemolo era già molto impegnato per il 1993: furono contattati Barnard, Lauda e come pilota, Berger. Capelli, in pista, finì a due ruote all’aria a Montecarlo e in testa-coda alla Parabolica di Monza. Venne licenziato: “La sua stagione – scrive Montezemolo nel libro “Le grandi vittorie Ferrari” – fino a quel momento non era stata esaltante: sia ben chiaro, per colpa della macchina e non per colpa sua. Mi aveva infastidito, però, l’atteggiamento eccessivamente polemico e negativo che aveva assunto, da persona senza più alcuna motivazione. C’era bisogno, invece, di gente con il coltello fra i denti, disponibile a sposare una sfida e un’avventura sapendo che i risultati sarebbero arrivati con fatica, e non subito. Chiamai Capelli nel mio ufficio dopo il Gran Premio del Portogallo del 27 settembre e gli dissi che avrei preferito non partecipasse alle ultime due corse, in Giappone e in Australia”. Lo sostituì Larini. L’anno dopo si accasò alla Jordan Hart ma anche questo legame senza risultati venne meno a fine stagione e fu l’addio definitivo alla F.1.
(23/5/2013) – Nel fine settimana sono in programma due appuntamenti artistici di richiamo. Dal 24 al 26 maggio, dopo il grande successo dello scorso anno, sulla storica Pista Azzurra di Jesolo è in programma l’ASI Go Kart Show, la seconda rievocazione della Coppa dei Campioni. Da tutta Italia – e da tutto il mondo – affluiranno kartisti e campioni di fama internazionale (l’anno scorso c’era anche Stefano Modena) per partecipare a questo evento vintage con i kart di un tempo sui quali cominciarono la loro avventura generazioni di piloti poi affermatisi ai massimi livelli. Poco lontano, sul circuito ferrarese di Pomposa, tra il 25 e il 26 maggio, si correrà invece la seconda edizione della 24 Ore di Pomposa (partenza ore 14.00): il vincitore si garantirà la partecipazione gratuita alla 24 Ore delle canarie, a dicembre. Il Programma della gara prevede 2 ore di prove libere dalle 10.00 alle 12.00 e 15 minuti di prove cronometrate dalle 12.15 alle 12.30. In pista i nuovi Kart francesi Sodì RT-8 motorizzati Honda 270 cc. (in Continua a leggere la cronaca e 3 foto)
Oltre 120 piloti provenienti da nove Paesi hanno dato vita sulla Pista Azzurra di Jesolo, nello scorso fine settimana, al 2°Asi GoKartShow 2013.
Il concorrente che meglio di tutti ha interpretato lo spirito della manifestazione è certamente lo svizzero Rijen Sansonnens, classe 1927, che ha guidato un Go-Kart del 1957 splendidamente restaurato. Sansonnes ha cominciato a correre nel 1959 e in carriera ha disputato oltre 450 gare, con 77 vittorie. E a Jesolo ha dimostrato che la passione non ha età. Oltre al Go-Kart di Sansonnes, a Jesolo si sono visti molti mezzi estremamente interessanti. Diversi i telai di produzione americana, come il Fox del britannico Peter Brinkworth, il McCulloch bimotore del tedesco Gernot Stocker, oppure il Dart Kart con due motori McCulloch del campione olandese Harm Schuurman vincitore a Jesolo nel 1981.
Da citare inoltre il Lohl, prodotto in 40 esemplari dallo svedese Leif Olsson tra il 1963 e il 1971 e portato in pista dal suo costruttore, il telaio di Peter Hyrman, costruito nel 1983 in quella che era allora la Cecoslovacchia ed equipaggiato con un motore motociclistico CZ. Le case italiane, più rappresentate la DAP e la Tony. La pattuglia della DAP era capitanata da Angelo Parrilla, mentre la Tony Kart era presente grazie al gruppo del Musical Watch Veteran Car Club di Brescia, che rappresenta il sodalizio di riferimento per tutti gli appassionati della Marca. Erano presenti anche telai Tecno, prodotti a Bologna negli Anni ’60 dai fratelli Pederzani.
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Rijens Sansonnens, classe 1927 |
(22/5/2013) – E’ un casco speciale quello che Fernando Alonso sfoggerà in occasione del Gran Premio di Monte Carlo, sesta prova del Campionato del Mondo di Formula 1 in scena nel prossimo fine settimana sulle strette strade del circuito cittadino più famoso al mondo. Un’edizione i cui colori dominanti sono il bianco e l’oro e che vuole celebrare le trentadue vittorie del pilota asturiano, – la prima in Ungheria nel 2003 – raffigurate come tessere di un grande puzzle. I due titoli mondiali conquistati nel 2005 e nel 2006 sono rappresentati dai semi di cuori e quadri delle carte da gioco posti sul retro del casco, mentre nella parte superiore una mappa raffigurante il globo terrestre scopre in un angolo un complicato sistema di ingranaggi, a simboleggiare il delicato funzionamento di una mente robotica, perfetto come deve essere quello – per l’appunto – di un pilota di Formula 1. Svelata in anteprima su twitter dallo stesso Alonso, anche quest’anno la speciale versione verrà destinata ad un’asta benefica in favore dei progetti dedicati alla diffusione della sicurezza stradale fra i bambini ideati dalla Fondazione a lui intitolata.
(22/5/2013) – Teo Fabi nel 1983 aveva già alle spalle una stagione di Formula 1 più ombre che luci alla Toleman. Per questo era tornato in America dove nel 1981 aveva già fatto parlare di sé mancando per poco il titolo Can-Am nonostante quattro vittorie per la Scuderia di Paul Newman (di mezzo anche un brutto incidente a Elkhart Lake). Questa volta aveva trovato un volante in F. Indy, quello della bianco-verde March Cosworth della Forsythe Racing. Fu una buona stagione: quattro successi, sette volte sul podio e sei pole positions. La ciliegina sulla torta fu però indubbiamente la spettacolare pole position a Indianapolis. L’allora 27enne pilota milanese – laureato in ingegneria elettronica, un passato da sciatore – divenne il secondo rookie della storia del mitico catino dell’Indiana a piazzarsi davanti a tutti in qualifica. E segnò i nuovo record che appartenevano all’idolo yankee Ricky Mears: 207.395 Km/h sui quattro giri e 208.049 sul one-lap time. Fu un’impresa. Al via scattò in testa e la mantenne per 23 giri, costretto a ritirarsi al 47 giro per guai all’alimentazione. Le doti velocistiche pure di Teo trovarono eco in tutto il mondo: Indianapolis era e resta una delle gare più importanti e ambite del motor sport.
(22/5/2013) – Marco Andretti, su Dallara RC Cola Chevrolet, domenica partirà all’esterno della prima fila alla 500 Miglia di Indianapolis. Terzo tempo di qualifica per lui, dietro Ed Carpenter e il compagno di squadra alla Andretti Autosport, il sorprendente rookie Carlos Munoz (nel 2013 Indianapolis sarà l’unica gara per lui!). Per il 26enne figlio di Michael e nipote del grande Mario, campione del mondo di F.1 nel 1978 e vincitore nel leggendario speedway dell’Indiana nel 1969, è l’occasione buona per conseguire un grande risultato. Le sensazioni sono positive: “Sono decisamente soddisfatto: è un onore incredibile essere in prima fila ad Indianapolis e sono orgoglioso per il Team che ha cinque suoi piloti nei primi nove”.
Al suo ottavo anno in IndyCar, questo è il miglior inizio di stagione ed è attualmente secondo in classifica a sole cinque lunghezze dalla testa. Marco sa che il suo curriculum, dal 2006 ad oggi, annovera solo una vittoria e due pole positions. Troppo poco per un Andretti. Probabilmente tramontato il “sogno” di Mario di vederlo in F.1 – ricordate il test senza esito con la Honda nel 2006 ? – per il rampollo di cotanta famiglia è ora di puntare al bersaglio grosso e di centrarlo. Certo, i giri sono 200 e i piloti in lizza sono 33 con due mastini come Franchitti e Castroneves che ambiscono alla quarta vittoria per raggiungere in questo olimpo numerico mostri sacri come Ricky Mears, A.J. Foyt e Al Unser. Ma per lui è ora di dimostrare di che pasta è veramente fatto.
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1970: Alejandro De Tomaso “assiste” la sua F.1 con Courage alla guida |
(21/5/2013) – Dieci anni dalla scomparsa di Alejandro De Tomaso. E’ spontaneo e triste pensare in questo anniversario alla recente sentenza del Tribunale di Livorno che ha dichiarato fallita l’azienda rilevata dall’imprenditore Rossignolo, addirittura finito agli arresti. I programmi industriali erano ben altri (a regime, 8.000 vetture divise in 3 modelli: 3.000 crossover, 3.000 limousine e 2.000 coupè) ma dopo la presentazione al Salone di Ginevra 2011 della Deauville, la situazione è evidentemente e ingloriosamente precipitata. Qualche anno prima era arrivato un altro fulmine a ciel sereno con la prima messa liquidazione dell’azienda storicamente allocata a Modena – oggi lo stabilimento nei pressi della Fiera è in abbandono – mentre sembrava possibile un rilancio grazie ad una joint-venture con la russa Uaz. De Tomaso, facoltoso argentino, uomo scaltro e appassionato, resta nella storia dell’automobile. Sbarcato in Italia a metà anni ’50 e soggiogato dalla fama del connazionale Fangio, abbracciò la “causa” del motorismo. Corse per Maserati e Osca ma il piglio imprenditoriale lo portò ben presto a voler costruire da sé le auto: fondò nella capitale dei motori, Modena, l’omonima azienda. Nacquero la Vallelunga (motorizzata Ford), la Mangusta (disegnata da Giugiaro), la mitica Pantera. Ma l’ardore delle competizioni non lo aveva abbandonato. Nel 1970, la De Tomaso sbarcò in Formula 1, affidata all’ingegno di Gian Paolo Dallara e alla sagacia manageriale di Frank Williams ma l’incidente mortale (il 21 giugno a Zandvoort) del pilota Piers Courage abortì il lodevole intento. De Tomaso è stato proprietario delle carrozzerie Ghia e Vignale e poi di Benelli, Moto Guzzi, Innocenti e Maserati. L’ictus che lo colpì nel 1993 costituì il deciso colpo di freno alla proverbiale imprevedibilità dell’imprenditore. Da lì, il lento declino.