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INTERVISTA A RENE’ ARNOUX: “LA F.1 OGGI? E’ UN CAMPIONATO DEL MONDO PER INGEGNERI E STRATEGHI DI GARA”


(3/5/2013)Renè Arnoux oggi è a Modena. L’ex ferrarista (dal 1983 ad inizio 1985) ha suggellato l’inaugurazione della mostra “Grand Prix: le monoposto del campionato di F.1”, dedicata alle macchine da corsaprotagoniste dal 1950 al 1994, con una iniziativa che sicuramente ha toccato le corde dei tanti tifosi del Cavallino. A bordo della Ferrari T4 che fu di Gilles Villeneuve, partendo da un box allestito in Piazzetta 29 Settembre, ha effettuato un percorso attraverso il centro storico di Modena, fino al Museo. Proprio quella macchina rossa resta nella storia personale e sportiva di Renè perché fu protagonista dell’epico duello, senza esclusione di colpi, nel GP di Francia 1979. La gialla Renault turbo di Arnoux dovette arrendersi davanti all’indomita difesa a ruote fumanti del canadesino. Abbiamo avvicinato il francese di Grenoble.
Renè, quella corsa e quel duello sono ormai storia della F.1
Ovunque io vada, c’è qualcuno che mi ricorda quella gara e mi fa i complimenti per quel duello. Pensa, l’altro giorno sono uscito da una concessionaria sugli Champs Elysees a Parigi e un ragazzo mi ha riconosciuto e fermato per dirmi che quello per lui è stato il più bel duello della F.1. Aveva solo 22 anni ma ha tirato fuori un i-phone e lì conservava il video di quei momenti, di 34 anni fa!


Sei sempre molto affezionato alla Ferrari che però non vince il titolo piloti da cinque anni: come valuti questa astinenza?
La Ferrari in questi anni è stata molto competitiva ma è sempre mancato un qualcosa per vincere. E’ anche questione di sfiga, basta vedere quello che è successo in Barhain e comunque la concorrenza è diventata molto, molto forte.
Vettel: c’è chi dice sia un campionissimo, c’è chi dice sia aiutato da una macchina troppo superiore
Io rispetto i piloti ma la realtà è che oggi bisogna parlare di un campionato del mondo riservato a ingegneri e stateghi di gara. Se poi non hai un’aerodinamica perfetta puoi perdere decimi importanti. Motore, cambio: sono diventati accessori. Quindi, se hai al tuo servizio uno bravissimo come Adrian Newey il pronostico è presto fatto. Comunque la Ferrari quest’anno ha fatto un bel passo avanti, la macchina è nata competitiva. Ora servono punti preziosi.
Cosa ne pensi degli ordini di scuderia che hanno agitato le acque tra Vettel e Webber e tra Hamilton e Rosberg?

Io ne ricevetti uno quando ero nettamente davanti a Prost. Per me la questione è questa: se uno firma un contratto nel quale è chiaramente indicato come secondo pilota e lo accetta, allora deve rispettarlo. Se i piloti sono considerati alla pari, allora è guerra. In Malesia non ho approvato quanto ha fatto Vettel. Non meritava di vincere, tenuto presente che Webber aveva addirittura ridotto la potenza del motore per salvaguardarlo e risparmiarlo dato che non se ne hanno tanti a disposizione e l’annata è lunga. Capisco l’“incazzatura” di Webber, Vettel è stato quanto meno poco educato.
In F.1 si fanno largo soprattutto figli d’arte: come mai, secondo te, Nicolas Prost, figlio del grande Alain,  non è riuscito ad ottenere un volante da titolare?
Non è sempre una questione ereditaria, come si può pensare. Non è obbligatorio essere forti come il proprio padre. E’ il caso anche del figlio di Mansell. Nicolas, che io conosco, è bravissimo, un ragazzo educato, ma ritengo sia arrivato ad un livello già abbastanza alto e gli ultimi gradini sono sempre quelli più difficili. Lui ha passione ma non è a livello del padre quanto a talento. La Formula 1 è il massimo a livello di guida e di libidine ma occorre avere anche la massima sensibilità per 70 giri.
Pensi che la Michelin voglia o debba tornare in F.1?
Me lo auguro. Ma io vorrei vedere monoposto gommate Michelin, Pirelli, Good Year, Bridgestone. Ora non si riesce a valutare la reale forza delle Case in campo. Io vorrei una F.1 con un limite di budget e una varietà di costruttori perché la vera realtà del campionato dovrebbe consistere nel confronto tra diverse tecnologie. Altrimenti si assegni solo il titolo piloti! Ma questo non sarebbe accettabile dalla Ferrari e ricordo che il Drake dava molta importanza al titolo Costruttori. Per me la F.1deve essere propedeutica allo sviluppo delle auto di serie, deve essere abbinata alla ricerca.

Allora come valuti il ritorno dall’anno prossimo ai motori turbo che tu ben conosci?
Averlo vietato perché, si diceva, costasse troppo, dopo tutto il lavoro di sviluppo che io e Jabouille abbiamo fatto alla Renault, è stato un errore. Una cazzata! Poi ci sono stati motori da 12, 10 ora otto cilindri che hanno richiesto tempi di fabbricazione doppi. A suo tempo, io proposi di ridurre le cilindrate dei turbo, che effettivamente erano diventati troppo potenti, da 1500 a 1200 cc, che tra l’altro sarebbero serviti moltissimo per gli studi di applicazione sulle auto di tutti i giorni. Ora si va verso un motore piccolissimo, che consuma poco ma dalle prestazioni monstre.
Per concludere René: qual è stato il tuo anno più bello in F.1?
E’ facile: quando sono arrivato alla Ferrari. Andavo spesso in fabbrica a veder lavorare i meccanici e i tecnici. Io sono nato meccanico e a Maranello, dove si produceva tutto in casa, dal telaio al cambio, per me era come stare davanti ad un albero di Natale. Poi quel duello con Gilles a Digione….


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