(4/4/2013)– “Se sei il più grande produttore al mondo, è naturale che pensi alla Formula 1, ma non prima del 2012”: è quanto dichiarò a fine novembre 2009 il responsabile attività sportive della Volkswagen, Hans Joachim Stuck, al settimanale inglese Autosport. “Stiamo cercando cose innovative e la Formula 1 è il vertice dello sport motoristico. Due anni fa si parlò della Volkswagen per un acquisto della Red Bull, ma noi non abbiamo bisogno di comprare. Se acquistiamo la Red Bull e Adrian Newey vuole andare a volare o a pesca non è più di successo. Perchè dovremo impegnarci con un team quando siamo in grado di dare i nostri motori a più team?” Quell’anno la F.1 vacillò sotto i colpi dell’abbandono di Honda, Toyota e Bmw mentre la Casa di Wolfsburg, fresca della Dakar, era solleticata dall’idea di apporre un timbro indelebile anche nella massima formula. Il tempo è passato, la crisi ha colpito duro ma la Volkswagen è sempre lì al top. Dal 2014 cambiano i regolamenti e torna la motorizzazione turbo. Quattro anni fa Stuck aggiunse che l’ingresso in Formula 1 sarebbe stato preso in considerazione solo a patto che le nuove specifiche per i propulsori fossero andate nella direzione di un “world engine”, con più ampie possibilità di utilizzo nel mondo del motorsport e ricadute nella produzione di serie. Con il kers potenziato e i consumi ridotti è proprio il caso della ormai prossima rivoluzione. La domanda sorge spontanea: cosa intende fare adesso la Volkswagen (e stanno per tornare i motori Honda)? La presenza nel mondo del motorsport è andata progressivamente aumentando. Come noto, da quest’anno il brand VW è presente nel Mondiale Rally e già schiaffeggia la Citroen dominatrice degli ultimi anni. E’ poi fornitore di propulsori per le F.3. A livello di gruppo, poi, L’Audi spopola alla 24 Ore di Le Mans e nell’American Le Mans Series. Seat, a livello ufficiale, ha raggiunto negli anni scorsi tutti gli obiettivi nel Mondiale Turismo. La Porsche è ora focalizzata sul programma Le Mans 2014 – in questi giorni si parla di un Mark Webber pronto a far parte dello squadrone – e da anni è una costola del Circus con la sua appetita Porsche Supercup.
Chi manca all’appello? La Lamborghini ! La Casa del Toro tiene molto al Supertrofeo riservato ai clienti – ha varato anche la R &D Motorsport Activities – ma il suo pedigree la espone a qualche supposizione. Come si ricorderà, nel lontano 1988 fu Mauro Forghieri, una volta inariditi i rapporti con la Ferrari , a trasmigrare a Sant’Agata Bolognese per fondare la Lamborghini Engineering ….
Venne sfornato un 12 cilindri per la Lola LC 89 messa in pista l’anno successivo da Gerard Larousse. Philippe Alliot colse un buon sesto posto al GP di Spagna. L’impegno della Lamborghini fu preso sul serio e, nel ’90, se ne volle avvalere anche la Lotus 102 (quinto Warwick al GP di Ungheria). Aguri Suzuki divenne un eroe in Patria grazie al terzo posto nel GP del Giappone. L’uomo d’affari messicano Fernando Gonzales Luna “ordinò” una monoposto per il campionato 1991 ma il progetto e Luna stesso svanirono. La macchina, pronta, venne ugualmente iscritta come Modena Team e la gestione dell’imprenditore Carlo Patrucco. Nicola Larini e il belga Eric Van de Poele fecero del loro meglio ma incapparono spesso nella tagliola delle pre-qualifiche e l’avventura finì quell’anno stesso. Non andò meglio alla Ligier anch’essa passata al motore Lamborghini:nessun punto all’attivo. Qualche risultato tornò nel 1992 in qualità di soli motoristi per la Minardi e la Larousse-Venturi (un punto a testa con Christian Fittipaldi e Bertrand Gachot). Nel 1993 se ne avvalse il solo Larousse cogliendo un quinto posto con Alliot al GP di S. Marino e un sesto con Erik Comas al GP d’Italia. Fu però l’epilogo, nonostante un test niente popò di meno che sulla Mc Laren di Ayrton Senna. Vedremo se l’anno del 50° solleticherà fino…all’estremo l’orgoglio della Casa.
La Lambo del Modena Team |
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la Larousse motorizzata Lamborghini |