(30/4/2013) – Per i tifosi ferraristi resterà senza dubbio una delle vittorie più belle e coinvolgenti della storia: quella che Patrick Tambay colse l’1 maggio del 1983, trent’anni fa, a Imola. La pista di casa. Ma a renderla unica non fu, solo, l’atmosfera speciale che il tracciato del Santerno regalava vicendevolmente a piloti e fun della Rossa. Quel giorno si poteva registrare ancora forte la “febbre Villeneuve”, il canadese l’anno prima scomparso tragicamente a Zolder. Alla Ferrari, così duramente colpita anche per via dell’incidente a Pironi, era grande la voglia di far suo il mondiale sfuggito per poco, nonostante tutto, nel 1982. Il Drake aveva portato in squadra Arnoux e confermato il parigino già votato alla causa del Cavallino nel dopo-Villeneneuve (sua la vittoria a Hockenheim nel week end dell’incidente di Pironi). Il Gran Premio di S. Marino era il terzo appuntamento della stagione: la 126 C2/B era macchina competitiva – in attesa della C3 che arriverà in Inghilterra – ma occorreva una vittoria per non perdere terreno da Piquet su Brabham e Prost su Renault. Una vittoria nel segno di Villeneuve. L’amatissimo pilota fu ricordato in tanti modi in quei giorni e Tambay ne fu colpito. La sua Rossa portava il mitico numero 27. Il giorno della gara, uno striscione recava un incitamento imperioso: “Tambay vendica Gilles”.
Sulla griglia, davanti alla sua posizione, venne disegnata una bandiera canadese. Patrick pianse a lungo davanti a queste intatte esternazioni di attaccamento e affetto. Ricordiamo che lui fu buon amico di Gilles che ospitò a Montecarlo, con la famiglia, quando fu costretto a fare le valigie in fretta e furia per rispondere alla chiamata di Enzo Ferrari e iniziare la sua avventura in F.1. Poi la corsa: Arnoux in pole sembra involarsi ma deve rallentare, come pure Prost; Piquet rompe il motore. La monoposto di Tambay è menomata da un anomalo funzionamento del motore turbo che si spegne e si riaccende. Patrese sull’altra Brabham è il più veloce in pista, lo supera e s’invola. Sembra finita lì e invece il padovano mette due ruote sul brecciolino di bordo pista ed esce fuori strada alle Acque Minerali. Boato pauroso del pubblico – ci sarà polemica per il fatto che dopotutto si trattava di un pilota italiano – e Tambay va verso il trionfo, tra ali di folla in autentico tripudio (indimenticabile la montagnola della Tosa), nel nome di Gilles Villeneuve (che lassù avrà certamente gioito).