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Mese: Marzo 2013
(12/3/2013) – Kamui Kobayashi diventa il primo pilota asiatico nella storia del Cavallino! Il simpatico giapponese, “estromesso” dalla F.1 nella quale aveva fino all’ultimo tentato di rimanere anche con una generosa sottoscrizione di simpatizzanti e appassionati sostenitori, è stato ingaggiato dalla Casa di Maranello per le attività sportive GT e parteciperà al Campionato WEC (FIA World Endurance Championship) andando a rafforzare la già folta schiera di top driver della Rossa. Prima tappa, la 6 ore di Silverstone, il 14 aprile. Kamui, classe ’86, nato ad Amagasaki, ha esordito in Formula 1 il 18 ottobre 2009 con la Toyota , nel Gran Premio di casa in Giappone. Con Toyota e Sauber, Kobayashi ha disputato complessivamente 60 Gran Premi: 125 il totale dei punti iridati conquistati e un podio al Gran Premio del Giappone del 2012 come miglior risultato ottenuto. “Sono felice di poter annunciare il mio nuovo incarico – ha dichiarato Kobayashi – Per me è un onore diventare uno dei membri della famiglia Ferrari. E’ la prima volta che partecipo a gare di endurance in un campionato con vetture GT: non vedo l’ora di iniziare a lavorare con AF Corse e spero davvero di poter ambire al titolo con i miei altri compagni di squadra. Lavorerò duramente e darò tutto me stesso in questa nuova tappa della mia carriera, certo del continuo supporto che ho sempre ricevuto dai miei tifosi. Vorrei ringraziare la Ferrari per questa opportunità e desidero infine dedicare gli impegni di questa stagione a tutti i giapponesi che proprio oggi commemorano il secondo anniversario del devastante terremoto che colpì il nostro paese.”
Il Presidente AICAR, Roberto Ferrari |
(11/3/2013) – Rilancio e ritorno alle corse dell’Alfa Romeo, monta l’entusiasmo e la speranza tra gli appassionati dopo la presentazione a Ginevra della
La dichiarazione, netta, è di Roberto Ferrari, da cinque anni Presidente AICAR (Associazione Italiana Concessionari Alfa Romeo) e vice presidente europeo. Milanese, 39 anni, è AD della concessionaria Sprintauto di Rho per Milano e a capo di una concessionaria che comprende tutti i brand del Gruppo Fiat. (Nel Consiglio dell’AICAR, tra l’altro, siede Antonio Tamburini che con l’Alfa ha corso nel Superturismo). I dealers del Biscione sono in trincea da tempo. Nel primo bimestre le vendite in Italia hanno fatto segnare un preoccupante – 37,21% rispetto allo stesso periodo del 2012. Ma nelle parole del Presidente Ferrari non ho colto alcun accento di risentimento, anzi. Resistono fiduciosi, con granitica determinazione e passione, legatissimi all’italianità del marchio. Autentici missili in rampa di lancio.
Ma come avete preso le dichiarazioni di Marchionne a Ginevra che ha parlato di rilancio Alfa Romeo che parte dalla
Lo scorso settembre io ho partecipato a Las Vegas ad una riunione di tutti i dealers statunitensi e dell’Area Commonwealth del Gruppo Chrysler durante la quale furono mostrate in anteprima, alla presenza di Sergio Marchionne, sia la
Questo non comporta tempo ed energie sottratti al mercato italiano che purtroppo è in caduta libera?
Gennaio e febbraio sono stati mesi tremendi in fatto di acquisizione e evasione di ordini, ma è stato un mercato asfittico per tutti i brand. Alfa Romeo ha pagato numeri importanti anche perché abbiamo uno dei nostri tre prodotti, la 159, che da quest’anno non è più prodotta e commercializzata e quindi perdiamo volumi nel segmento nel quale non siamo presenti. Io comunque non interpreto la dichiarazione di Marchionne come una categorizzazione di serie B del mercato europeo, e quindi di quello italiano. E’ una questione di numeri: per poter continuare a costruire prodotti ad alta segmentazione e vocazione sportiva occorre avere una base di mercato più ampia. Poi, il rilancio dell’Alfa Romeo a partire dai mercati stranieri non distingue un ritardo della presentazione dei prodotti in Europa, tanto è vero che la
Settembre è però ancora lontano….
Credo che adesso obiettivo reale di noi concessionari Alfa Romeo sia quello di mantenere vive le nostre strutture, acceso il fuoco della passione con le straordinarie Giulietta e la simpaticissima Mito e di assistere le nostre auto circolanti. In attesa di tempi di più ampi respiro e opportunità.
(10/3/2013) – Domani 11 marzo Arturo Merzario taglia un altro importante traguardo: compie 70 anni. Icona di un automobilismo epico – ha vinto nel Mondiale Marche con
Arturo, auguri di cuore: come è cominciata questa tua lunga avventura nel mondo dei motori?
Io mi divertivo a correre sulle strade del Lago di Como. Cominciai a familiarizzare con le corse perché era amico di famiglia Guidotti, capo collaudatore dell’Alfa Romeo e vincitore di una
Dopo aver legato il tuo nome all’Abarth, arrivò la fatidica chiamata alla Ferrari
Sì, fu Enzo Ferrari in persona a chiamarmi. Io non ci pensavo proprio e ho avuto la fortuna di essere notato per i miei risultati con l’Abarth. Per loro ho vinto tanto con i prototipi, le Sport, in Can-am. In Formula 1 – 1972 e 1973 – ci furono dissapori e decisi io di andarmene. Ci tengo a precisarlo, non fui licenziato. Il Drake ne ebbe a male perché fui il primo suo pilota e l’unico a comunicare di non volere il rinnovo del contratto, cosa che avveniva come da tradizione a Monza, in settembre. Erano anni difficili ma non potevo accettare che le colpe ricadessero sui piloti. Vennero fuori recriminazioni nei riguardi di un asso come Ickx, figurati per un italiano.
Però nel 1974
Sapevo che sarebbe andata meglio perché ad un certo punto nel 1973, insieme all’ingegner Forghieri, fummo autorizzati a portare avanti certe sperimentazioni….. (CLICCA SU CONTINUA A LEGGERE)
Apportammo delle modifiche che provammo a Misano e a Zeltweg partii già in seconda fila. Peccato che poi a Monza dovetti ritirarmi al primo giro perché presi una brutta botta alla prima chicane. Non so come sarebbe finita nel 1974, d’altronde non vinse nemmeno Regazzoni che era fortissimo. Alla Ferrari, dove era appena arrivato Montezemolo, doveva essere sempre chiaro che vinceva la macchina e non il pilota…
Dopo non ti sono mancate occasioni in F.1
Disputai subito due gare per
Non ti sei fatto mancare niente e sei anche diventato costruttore:
Guarda, sarebbe stato meglio cadere dal terzo piano che fare quello che ho fatto, convinto da un gruppo di amici. Ci siamo difesi, ma abbiamo sbagliato i tempi. In quegli anni Colin Chapman progettò la Lotus con le minigonne e cambiò tutto. E’ stata un’esperienza sportiva e umana positiva ma deleteria per il portafogli. Mi è costata 10 anni di debiti, ma sono ancora qui.
Hai avuto tanti celebri compagni di abitacolo che ti elenco: dammi un sintetico ricordo per ognuno di loro.
Redmann: stupendo, fantastico, pilota ideale per le gare di durata. Ickx: campionissimo, al di là del fatto che lo chiamavo il Conte delle Ardenne per quella sua puzza sotto al naso. Laffitte: Jacquot, lo notai in F.2 e con Chiti pensammo a lui. Fu un’ottima scelta. Munari: da dimenticare, era bravo nei rally…. Vaccarella: Preside al lavoro, Preside al volante. Andretti: top del top. Come me ha corso con ogni tipo di vettura, ci mettevamo sempre in gioco. Jarier: un piedone, l’erede di Beltoise, ma in Francia non è mai stato capito perché, come me, era uno poco diplomatico. Mass: forte, ma è stato rovinato dall’incidente con Gilles Villeneuve dove non ha avuto nessuna colpa.
Ora è tempo di figli d’arte: sei rammaricato o tiri un sospiro di sollievo per il fatto che tuo figlio non abbia seguito le orme paterne?
Meglio così: io non ho mai creduto ai figli d’arte, sono stati sempre un flop
Se tu ti chiamassi Arthur Merzary e fossi nato in Inghilterra le cose sarebbero andate diversamente?
Penso di sì, molto in meglio. Ma sarebbe andata meglio anche se avessi cominciato dieci anni dopo quell’ottobre del 1962. Però, ai miei tempi, eravamo veri personaggi pubblici, al di là dei quattrini.
Corri anche quest’anno?
Certamente! Farò
Augurissimi, inarrestabile Arturo.
(8/3/2013) – Quando, nel novembre scorso, Eddy Cue, Senior Vicepresident Internet Software and Service di Apple, entrò nel Consiglio d’Amministrazione della Ferrari, il Presidente Luca di Montezemolo disse che la sua esperienza sarebbe stata molto utile: a Ginevra si sono visti i primi risultati. Il primo frutto di questa collaborazione ha fatto il suo debutto al Salone dell’Automobile di Ginevra: è
(8/3/2013) – Non ci sono riusciti gli indiani (vedi Karthikeyan e Chandhok), non ci sono riusciti i russi (vedi Petrov, anche se una nuova generazione scalpita nelle serie propedeutiche), non ci sono eredi sudafricani di Jody Scheckter e i brasiliani non sembrano più quelli di una volta (vedi Massa & c.). Adesso, tra i rappresentanti appartenenti ai Paesi emergenti del raggruppamento denominato BRICS, ci provano i piloti cinesi. Sarà la loro volta? Le notizie, in questo esordio d’anno, si susseguono e più prove fanno una certezza: ilPaese del Dragone scende decisamente in pista. L’ex segretario di stato USA, Kissinger, diceva, quando era solo una lontana ed estesa nazione sonnecchiante agli ordini di Mao: “Lasciate dormire la Cina perché al suo risveglio il mondo tremerà”. Sembra proprio che, dopo un approccio morbido, quasi sospettoso, al mondo della velocità – anche il GP di Cina a Shanghai non hai quasi mai brillato per entusiastica partecipazione di folla – ci si stia decidendo a scalare anche questa vetta sportiva, dopo le prove di impressionante supremazia fornite in tante discipline olimpiche. (L’attenzione cinese al settore automotive è testimoniato anche dal debutto al Salone di Ginevra della Casa costruttrice Qoros, che ha grandi piani di espansione commerciale). (CLICCA SU CONTINUA A LEGGERE)
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La presentazione del Team China Racing che parteciperà alla Formula E 2014 |
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Ho Pin Tung |
Vediamo: la Catheram ha confermato Ma Quing Hua come pilota di riserva (insieme all’americano Alexander Rossi) ed è già stato annunciato che scenderà in pista nel venerdì del prossimo GP di casa. Nel 2012 ha effettuato la stessa sessione di prove libere in quattro occasioni. Nel 2013, oltre al programma F1, il 25enne di Shanghai correrà in GP2 sempre con lo junior team della compagine malese, convinto delle sue capacità dopo i test di Jerez. “La Cina può essere orgogliosa – dice Ma – di avere un pilota coinvolto nelle corse automobilistiche a un così alto livello”.
Pilota già molto noto è poi Ho Pin Tung, 30 anni, residente ad Amsterdam. La francese OAK Racing ha annunciato di averlo ingaggiato per disputare la Asian Le Mans Series su una Morgan LM P2: in calendario sei 3 Ore. Pin Tung nel 2012 ha disputato la Porsche Carrera Cup Asia, ma il suo curriculum è importante. E’ stato pilota di riserva in F1 della Lotus Renault (2011) e della Renault (2010); ha corso e vinto una gara in Superleague (2009); ha corso per 4 anni in A1 GP. In GP2, tra il 2007 e 2008, ha colto un ottimo secondo posto a Montecarlo e nel 2006 è stato campione F3 in Germania. Le prime esperienze le ha maturate sui kart e poi in F. Ford e F. BMW Asia. “Sono molto orgoglioso – ha commentato Ho Pin Tung – di avere l’opportunità di difendere i colori del mio paese in questa nuova serie in Asia promossa dall’ACO. Le condizioni sembrano mature per fare grandi cose insieme e non vedo l’ora di disputare la prima gara a Zhuhai il 5 maggio”.
Detto dei piloti, c’è movimento anche ad altro livello: il Team China Racing è diventato il secondo team ufficialmente iscritto al Campionato Formula E riservato a monoposto a propulsione elettrica e in programma dal 2014. Si tratta della stessa squadra che mise in pista la vettura con i colori cinesi, e il diretto supporto dello Stato, nella A1 ma che ora annuncia piani più ambiziosi come quello di costruirsi le vetture in Cina e di affidare il volante a piloti cinesi come Qing Hua Ma, Cong Fu Cheng e Ho Pin Tung. Alejandro Agag, Presidente della Formula E Holdings, la società che organizza la serie, non si accontenta e dice: “Ci aspettiamo di avere anche piloti cinesi nella Formula E e ci auguriamo di accogliere presto l’ingresso di altre aziende cinesi“. Ancora più preciso Yu Liu, team principal della scuderia: “Credo che la Formula E sia una piattaforma ideale per fare in modo che la Cina sia coinvolta nel futuro del motorsport. La nostra presenza incoraggerà milioni di fans a seguire la serie“. E’ l’inizio.
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Ma Quing Hua, a destra, pilota di riserva della Catheram F1 |
(7/3/2013) – Dopo LaFerrari e la Mc Laren P1 proseguo e concludo questa formidabile carrellata di supercars in visione al Salone di Ginevra con la Lamborghini Veneno , il cui nome, rispettando appieno la tradizione del marchio è mutuato da quello di un leggendario toro da corrida. Presentata per celebrare l’anno del proprio cinquantenario, è un modello decisamente esclusivo, di cui verranno prodotti e venduti soltanto 3 esemplari, già venduti! Pur essendo perfettamente omologata per l’utilizzo su strada, il design della Veneno è frutto di un progetto indirizzato all’ottimizzazione dell’aerodinamica e della stabilità in curva, caratteristiche che permettono alla vettura di garantire l’esperienza di guida e le sensazioni di un vero prototipo da corsa. Con una potenza massima di 552 kW / 750 CV, la Veneno raggiunge una velocità massima di 355 km/h . Il suo prezzo è di 3 milioni di euro (tasse escluse). La Veneno è dotata di motore V12 da 6,5 litri di cilindrata associato alla trasmissione super-veloce ISR, a sette rapporti e con cinque modalità di guida selezionabili, e alla trazione integrale permanente. Il telaio è invece caratterizzato da tecnologie provenienti direttamente dal mondo delle corse, come sospensioni push-rod e gruppi molla/ammortizzatore montati orizzontalmente. Più di ogni altra cosa, però, la Veneno beneficia della competenza specifica di Automobili Lamborghini nel campo dei materiali compositi in fibra di carbonio, sia per quanto riguarda il loro sviluppo sia per i processi produttivi: il telaio, infatti, è una monoscocca realizzata interamente in CFRP (Polimeri rinforzati in fibra di carbonio), così come la carrozzeria di questa supersportiva estrema. Anche all’interno dell’abitacolo sono utilizzati materiali innovativi brevettati da Lamborghini come Forged Composite e CarbonSkin. Con un peso a secco di soli 1.450 chilogrammi , la Veneno è addirittura 125 chilogrammi più leggera dell’Aventador. Il risultato è un rapporto peso-potenza estremamente vantaggioso di 1,93 kg/CV che garantisce prestazioni strabilianti. Nemmeno l’impressionante dato di accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,8 secondi, può descriverle adeguatamente.
(7/3/2013) – A Ginevra è stato presentato anche il modello definitivo della Mc Laren P1, trasposizione stradale massimamente fedele della monoposto al top in F.1. Sotto le cure più che ambiziose di Ron Dennis, che ha nel mirino la Ferrari , è un progetto automotive che ha preso corpo nel Technology Center di Woking sfruttando 50 anni di esperienza del reparto corse, e il risultato è indubbiamente di eccellenza. Ne potranno godere solo 375 clienti alla modica cifra di 866,000 sterline (più o meno 1 milione di euro). Motore innovativo (col sistema di “spinta” IPAS, uno sviluppo del KERS) turbo V8 3,8 accoppiato ad un motore elettrico a coppia istantanea per una potenza combinata di 916 cavalli, tecnologia in fibra di carbonio, freni in carbonio con rivoluzionari strati di ceramica, aerodinamica attiva (ala posteriore regolabile, è il DRS) e sospensioni regolabili (ora vietate in Formula 1). Segnalo il rivoluzionario controllo-telaio RaceActive (RCC) che può abbassare la vettura di 50 mm in modalità Race, per la produzione di effetto suolo: “Il risultato – dicono da Woking – è una vettura con un effetto suolo senza precedenti per un veicolo stradale: livelli simili a una macchina da corsa GT3. Questo non solo aumenta la deportanza in curva e frenata. Aiuta anche l’equilibrio, la stabilità e la guidabilità a tutte le velocità”. Emissioni inferiori a 200g/km nel ciclo combinato si riducono a zero in modalità full trazione elettrica. Poi tanto altro, tutto ai massimi livelli. ‘Crediamo che la McLaren P 1 costituisca il più eccitante e tecnologicamente avanzato modello di supercar mai realizzato – aggiunge il direttore del programma, Paul Mackenzie. La velocità massima è limitata elettronicamente a 350 km / h , con accelerazione 0-100 km / h in meno di tre secondi. La McLaren P 1 raggiunge fino a 300 km / h in meno di 17 secondi, ben cinque secondi più veloce della McLaren F1.
(6/3/2013) – E’ un momento decisivo per l’Alfa Romeo. Ha suscitato interesse ed emozione la dichiarazione a questo blog del Presidente Aci Angelo Sticchi Damiani – ripresa da varie testate giornalistiche nazionali (vedi post del 3 marzo) – circa l’impegno a sostenere la “causa” del ritorno alle corse della Casa del Biscione. Magari, proprio con la fantastica 4C che ieri è stata tra le protagoniste assolute del salone Internazionale di Ginevra. Ricordo che, nell’ottobre 2010, in un colloquio con Pino Allievi della Gazzetta dello Sport, Sergio Marchionne fu insolitamente esplicito: “Noi – disse – abbiamo altri due marchi nel Gruppo Fiat, come la Maserati e l’Alfa Romeo, per i quali ci stiamo appunto chiedendo in che modo cominciare a coprire lo spettro dell’attività sportiva. Sarebbe imbecille non farlo, uno spreco. Si pensi solo a quello che ha fatto la Maserati con la MC 12, ad esempio…”. Per poi aggiungere: “Certo, non possiamo mandarle a fare gare, come dire, di campagna. Bisogna studiarci e lavorarci attentamente. Chi conosce bene queste cose è Montezemolo. Noi stiamo imparando…”. Insomma, l’intenzione cova già da due annetti, anche se ora gli sforzi sono diretti già al lancio della nuova Giulia e di un SUV. Al Salone di Detroit di inizio anno, sempre l’AD del Gruppo Fiat, confermò comunque l’intenso lavorìo intorno alla gloriosa Alfa Romeo dicendo: “Stiamo lavorando su una base motoristica per l’Alfa Romeo che sfrutti le competenze tecnici dei nostri marchi sportivo di prestigio, Ferrari e Maserati”. L’impressione è che stavolta non si torna indietro e, anzi, che si possa accelerare, mercato Americano in primis. Marchionne ieri a Ginevra è stato chiaro: “Il punto di partenza del rilancio Alfa non è l’Europa”. Quindi tutte le opzioni utili al rilancio saranno vagliate: il prossimo incontro a Torino del Presidente ACI ne è un concreto segnale. (P.S.: Vent’anni fa l’Alfa Romeo trionfava con la 156 V6 TI di Nicola Larini nel durissimo campionato tedesco DTM)
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L’Alfa Romeo 156 nel Mondiale Turismo 2005 |
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La Giulietta SZ Rally Auto Sci nel 1962 |
(6/3/2013) – Aveva fatto la sua apparizione proprio a Ginevra nel 2011 e all’importante Salone svizzero si è svelata ieri, in anteprima mondiale e in tutta la sua bellezza, l’Alfa Romeo 4C . Per gli appassionati e gli estimatori è stata realizzata l’esclusiva ‘Launch Edition’, un’edizione numerata e limitata a 400 esemplari in Europa con caratteristiche esclusive sviluppate specificatamente per questa versione unica. Prezzo? 60.000 euronella maggior parte dei mercati Europei (prezzo IVA inclusa al netto di altre tassazioni locali). Tra qualche mese, sarà avviata la commercializzazione della 4C di serie. Solo gli acquirenti della 4C ‘Launch Edition’ avranno un privilegio unico: potranno partecipare ad un evento esclusivo che si terrà in Italia e che prevede anche una sessione di Guida Avanzata con Piloti-Istruttori Professionisti per apprendere a sfruttare al meglio il potenziale dell’Alfa Romeo 4C in totale sicurezza. La nuova Alfa Romeo 4C ‘Launch Edition’ offre tutte le caratteristiche vincenti del modello che rappresenta l’essenza della sportività insita nel ‘DNA Alfa Romeo’: prestazioni ed eccellenza tecnica finalizzata al massimo del piacere di guida in piena sicurezza combinate con uno stile mozzafiato. La nuova coupé a “2 posti secchi” con trazione posteriore e motore in posizione centrale progettata dall’Alfa Romeo, è prodotta nello stabilimento Maserati di Modena che garantisce la massima qualità ed una cura dei dettagli ad un livello quasi artigianale. Le prime consegne in Europa sono previste nella seconda metà di settembre del 2013. L ‘Alfa Romeo 4C segnerà anche l’avvio del piano di crescita globale di Alfa Romeo: la versione statunitense verrà presentata a Los Angeles a novembre del 2013 e le prime consegne sono previste entro la fine dell’anno. Contemporaneamente all’introduzione sul mercato nordamericano, la 4C raggiungerà tutti i principali mercati mondiali. La disponibilità annuale dell’Alfa Romeo 4C nel suo complesso è limitata a soli 3.500 esemplari per via dei vincoli legati alle soluzioni tecniche e tecnologiche adottate. Di questi, 1.500 saranno destinati all’Europa, Middle East e Africa, 1.200 al Nordamerica e 800 al resto del mondo. (CLICCA SU CONTINUA A LEGGERE PER I DATI TECNICI)
DESCRIZIONE TECNICA
Nuovo motore 1750 Turbo Benzina da 240 CV a iniezione diretta. Il motore è il “cuore” pulsante di un’Alfa Romeo. In questo caso si tratta del nuovo 4 cilindri 1750 Turbo Benzina a iniezione diretta da 240 CV che è stato progettato con un obiettivo preciso: garantire prestazioni straordinarie, ma senza rinunciare alla fluidità di marcia e alla fruibilità in ogni situazione, dalla pista alla guida nel traffico cittadino. Il nuovo propulsore interamente in alluminio dell’Alfa Romeo
Cambio a doppia frizione a secco Alfa TCT. Il Turbo Benzina 1750 è abbinato al cambio a doppia frizione a secco Alfa TCT, vero punto di riferimento della categoria per il peso contenuto e l’estrema velocità di attuazione. Il cambio può essere comandato in modalità sequenziale attraverso gli “shiftpaddles” posti dietro il volante.Rispetto a quello già adottato dai modelli Giulietta e MiTo, il cambio TCT dell’Alfa Romeo
Il nuovo selettore Alfa D.N.A. con modalità ‘Race’. Per l’Alfa Romeo
Struttura rigida e leggera. Una struttura rigida, resistente e leggera è un requisito imprescindibile per impostare una vettura sportiva ad alte prestazioni. Stesso principio ispiratore che ha portato alla realizzazione dell’Alfa Romeo
Sospensioni. L’Alfa Romeo
Impianto frenante, ruote e sterzo. Per assicurare una frenata incisiva anche nell’uso più intenso, l’impianto frenante propone quattro dischi forati autoventilanti, con pinze Brembo in alluminio a quattro pistoncini sull’asse anteriore. Inoltre, per “incollare” la vettura all’asfalto sono stati scelti pneumatici con diametro e larghezza differenziati tra anteriore-posteriore (due le varianti disponibili, da 17″-18″ o da 18″-19″) appositamente sviluppati per garantire prestazioni eccellenti (è previsto anche un kit di pneumatici con mescola più morbida per ottimizzare il grip). In linea con l’impostazione della vettura, il sistema sterzante della
Prestazioni da vera supercar. L’avanguardia delle soluzioni tecniche e tecnologiche adottate permettono all’Alfa Romeo
L’eccellenza del made in Italy. Lo sviluppo dell’Alfa Romeo
(5/3/2013) – Wow! Sono finalmente caduti i veli della nuova Ferrari, il modello erede della Enzo. In anteprima mondiale, al Salone Internazionale di Ginevra, tutti a bocca aperta, anche per il nome attribuitole: è “LaFerrari”. “Abbiamo voluto chiamare questa vettura ‘LaFerrari’”– ha detto il Presidente Luca di Montezemolo – “perché è l’espressione massima delle eccellenze della nostra azienda: l’innovazione tecnologica, le prestazioni, lo stile avveniristico, le emozioni di guida che sa trasmettere. E’ una vettura straordinaria, destinata ai nostri collezionisti, che ha in sé le soluzioni tecniche che in futuro saranno applicate ai modelli della gamma e costituisce il termine di confronto per tutto il settore. ‘LaFerrari’ rappresenta le migliori capacità progettuali e realizzative di tutta la nostra azienda, incluse quelle acquisite in Formula 1, un patrimonio di conoscenza unico al mondo”. La prima ibrida della storia Ferrari (emette solo 330 gr/km di CO2) – fondamentale il know how della Scuderia di F1 – sarà prodotta in soli 499 esemplari per cui sono state già ricevute più del doppio delle richieste. “LaFerrari”, precisano comunque da Maranello, non funziona in modalità completamente elettrica, in quanto verrebbe snaturato il profilo di missione della vettura. Il sistema è però stato studiato per agire anche in questo modo per alcuni chilometri, su future applicazioni, tanto che in fase di sperimentazione una versione con marcia full electric de “LaFerrari” è arrivata a emettere soli 220 gr/km di CO2 sul ciclo combinato. (CLICCA SU CONTINUA A LEGGERE PER SAPERE TUTTO SULLA NUOVA FERRARI)
ARCHITETTURA.L’architettura ha rappresentato la prima vera sfida de “LaFerrari” in fase di impostazione del progetto. L’obiettivo era ottenere una distribuzione dei pesi ottimale (59% sul posteriore) e un passo contenuto pur in presenza degli ingombri dei moduli elettrici. Tutte le masse sono state collocate tra i due assi e il più possibile vicino al pianale in modo da abbassare il baricentro (è sceso di 35 millimetri rispetto alla Enzo) per garantire dinamicità e maneggevolezza. Un contributo rilevante è venuto anche dal layout degli interni: il sedile è fisso ed è conformato sulla figura del guidatore che può invece regolare la pedaliera e il volante per la miglior posizione di guida, studiata seguendo le indicazioni fornite da Fernando Alonso e Felipe Massa che hanno partecipato attivamente a tutto il processo di sviluppo.
Il telaio utilizza gli stessi quattro tipi diversi di compositi impiegati in Formula 1, seguendo identiche metodologie di progettazione ed è realizzato nelle stesse aree produttive. Ciò ha permesso di ottimizzare il design, integrando le diverse funzioni (es. i sedili e il vano batterie) per ottenere la migliore rigidità torsionale (+27%) e flessionale (+22%) possibile e contenere allo stesso tempo i pesi.
MOTOPROPULSORE. E’ la prima ibrida nella storia della Ferrari, con l’innovativo sistema HY-KERS. Il motopropulsore termico è l’apice della ricerca motoristica, un V12 di 6262 cm3 da 800 Cv e 9250 giri al minuto massimi, un record per un motore di questa cilindrata, con un rapporto di compressione di 13.5:1 e una potenza specifica di 128 CV/l. A questo è accoppiato un motore elettrico da 120 Kw, per una potenza totale di 963 CV.
L’elevata coppia fornita dal motore elettrico a bassi giri ha permesso di ottimizzare il rendimento di quello termico agli alti regimi. Il risultato è una spinta eccezionale e continua con una coppia totale di oltre 900 Nm.
I principali elementi del sistema ibrido sono due motori elettrici – uno per erogare potenza alle ruote e l’altro per i sistemi ausiliari – sviluppati in collaborazione con Magneti Marelli – e un pacco batterie alloggiato nel pianale, le cui celle sono assemblate nel reparto della Scuderia Ferrari dove viene realizzato il KERS della F138. L’esperienza della Scuderia ha consentito anche in questo caso il contenimento dei pesi e delle dimensioni dei singoli componenti, con le batterie che pesano solo 60 kg e che offrono la miglior densità di energia per questo tipo di applicazioni.
Le batterie sono ricaricate in diversi modi: durante le frenate, perfino quelle particolarmente intense tipiche della pista in cui interviene l’ABS, e ogni volta che il motore termico produce coppia in eccesso che invece di disperdersi viene recuperata, come durante la percorrenza di una curva. Il motore elettrico è montato in coda al cambio F1 doppia frizione, così da contribuire all’ottimale distribuzione dei pesi, ma soprattutto fornisce un efficiente utilizzo dell’energia dal motore elettrico alle ruote quando scarica coppia e, viceversa, dalle ruote al motore, in fase di ricarica.
AERODINAMICA. L’aerodinamica svolge un ruolo fondamentale, consentendo una completa variazione della configurazione per il raggiungimento delle prestazioni eccezionali de “LaFerrari”.
L’obiettivo era ottenere il livello di efficienza aerodinamica più elevato di sempre per una vettura stradale ed è stato raggiunto con un coefficiente che sfiora lo straordinario valore di 3 grazie a soluzioni tecniche studiate con il CFD e provate in galleria del vento.
Per aumentarne l’efficienza “LaFerrari”è dotata di elementi aerodinamici attivi anteriori (profili dei diffusori e portella sul fondo) e posteriori (profili dei diffusori e spoiler retrattile). Questi elementi si muovono automaticamente in base ai numerosi parametri monitorati in tempo reale generando il carico necessario senza compromettere la resistenza complessiva della vettura e garantendo la configurazione più adatta alle diverse condizioni di marcia.
SISTEMI DI CONTROLLO. Un altro elemento fortemente innovativo de “LaFerrari”è dato dall’integrazione dell’aerodinamica attiva e del sistema ibrido con gli altri sistemi di controllo dinamico presenti a bordo per un risultato che abbina prestazioni senza precedenti e emozioni inimitabili. Gli algoritmi proprietari Ferrari permettono un’ottimale integrazione tra motore elettrico e termico per garantire la migliore dinamicità. In curva, ad esempio, il sistema HY-KERS mantiene alti i giri del 12 cilindri per una risposta ancora più rapida in uscita.
Il sistema frenante, realizzato dalla Brembo, integrato nel sistema di recupero energia, presenta diverse novità: dalle pinze di nuovo disegno e più leggere, disegnate specificamente per garantire il corretto raffreddamento, ai dischi carbo-ceramici di nuova composizione.
Tutti i sistemi contribuiscono a fornire prestazioni eccezionali tanto da avere richiesto dimensioni diverse degli pneumatici Pirelli Pzero, 265/30-19 all’anteriore e 345/30-20 al posteriore.
L’insieme offre una vettura di grande emozione che esprime il massimo del piacere in ogni situazione e che ha performance da primato: accelerazione da 0–100 km/h in meno di 3 secondi e una da 0-200 Km/h in meno di 7 secondi, tempo sul giro a Fiorano inferiore all’1’20”, 5” più rapida della Enzo e di oltre 3 secondi della F12berlinetta: “LaFerrari”diventa così la vettura stradale più veloce della storia della Casa di Maranello.
LO STILE. Il team di design guidato da Flavio Manzoni ha concepito le linee de “LaFerrari” lavorando in stretto contatto con gli ingegneri in modo da enfatizzare il legame tra forma e funzione. Il risultato è una vettura dallo stile estremo e avveniristico ma che mantiene allo stesso tempo il legame con la tradizione del Marchio. Un elemento evidente è il profilo, con il muso fendente e un cofano anteriore molto basso che mette in risalto i parafanghi muscolosi, una chiara citazione delle forme plastiche e prorompenti delle Ferrari Sport Prototipo di fine anni ’60.
Gli elementi di carrozzeria sono stati trattati in modo scultoreo e prettamente funzionale all’aerodinamica, di chiara ispirazione F1 data la vocazione estremamente sportiva della vettura.
Il volante ha un nuovo disegno con i comandi integrati e le leve cambio fissate al piantone in modo da essere facilmente raggiungibili in tutte le condizioni di guida. Il caratteristico “bridge” che ospita le altre funzioni legate al cambio F1 prende qui la forma di un’ala sospesa. Il tutto per un design interno essenziale e sportivo.
SCHEDA TECNICA
Sistema HY-KERS
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Potenza complessiva max
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963 CV
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Coppia complessiva max
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>900 Nm
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Potenza motore termico*
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800 CV @9000 rpm
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Regime massimo
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9250 rpm
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Coppia motore termico
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700 Nm @6750 rpm
|
Potenza motore elettrico
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120 Kw (163 CV)
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Emissioni CO2**
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330 g/km
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Prestazioni |
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Velocità massima
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oltre
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0-
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<3 sec
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0-
|
<7 sec
|
0 –
|
15 sec
|
Motore termico |
|
Tipo
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V12, 65°
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Alesaggio e Corsa
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94 x
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Cilindrata totale
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6262 cm3
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Rapporto di compressione
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13,5:1
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Potenza specifica
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128 CV/l
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Dimensioni e peso |
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Lunghezza
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Larghezza
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Altezza
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Passo
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Distribuzione dei pesi
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41% ant, 59% post
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Cambio |
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Cambio F1 doppia frizione a 7 marce
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Sospensioni |
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Anteriori
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A triangoli sovrapposti
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Posteriori
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Multilink
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Pneumatici (Pirelli Pzero) |
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Anteriori
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265/30 – 19
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Posteriori
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345/30 – 20
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Freni carbo ceramici (Brembo) |
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Anteriori
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398 x 223 x
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Posteriori
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380 x 253 x
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Controlli elettronici |
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ESC
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Controllo stabilità
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ABS prestazionale/EBD
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Sistema frenata anti bloccaggio prestazionale/Ripartitore elettronico di frenata
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EF1-Trac
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Controllo di trazione F1 integrato al sistema ibrido
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E-Diff 3
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Terza generazione differenziale a controllo elettronico
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SCM-E Frs
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Controllo magnetoreologico sospensioni con sistema doppio solenoide (Al-Ni tube)
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Aerodinamica |
Attiva |
*con overboost dinamico
**In corso di omologazione