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Mese: Marzo 2013
(26/3/2013) – E’ terminata con uno spavento la prima gara di Robert Kubica nel Campionato Europeo Rally. Il campione polacco, che corre con la Citroen RRC DS3 navigato dal connazionale Maciek Baran, stava dominando il Rally delle Isole Canariecon più di un minuto di vantaggio sul più diretto inseguitore ma alla decima tappa è successo l’incidente. Ecco come lo descrive Robert: “Eravamo in un veloce tratto in discesa, a circa 5 chilometri dalla fine tappa, quando abbiamo frenato un po’ in ritardo in una curva a destra. Abbiamo perso il posteriore della macchina che ha colpito prima con la parte sinistra la barriera di sicurezza. L’impatto ci ha fatto girare senza permetterci di riprendere il controllo della macchina che poi ha colpito la stessa barriera con la parte anteriore sinistra, questa volta con un danno più significativo. Certo, sono deluso: avevamo avuto giornate perfette ma alla fine siamo usciti di strada. Posso prendermela solo con me stesso e cercare di imparare la lezione per la prossima gara”. Yves Matton, Principal Citroen Racing non ne fa un dramma e rilancia le aspettative sul polacco: “Robert ha effettuato una grande prestazione e ha dimostrato di avere un reale potenziale sull’asfalto. Qui doveva principalmente acquisire esperienza e non ha perso tempo a prendere la leadership fin dai primi chilometri. Ora deve apprendere un aspetto della corsa diverso da quello che conosceva in circuito e adattare il suo ritmo alla scoperta delle prove speciali. Allora sarà uno dei piloti migliori della sua categoria”. Dall’11 al 14 aprile nuovo step con una gara a titolazione mondiale: Kubica sarà impegnato in WRC 2 nel Rally del Portogallo.
(26/3/2013) – Quei musi lunghi, la vittoria priva di festa. Il podio della Malesia con Vettel e Webber, vicini ma distanti mille miglia per il “gestaccio” del campione del mondo, ha fatto rivivere quello che si compose quasi 31 anni fa al termine del Gran Premio di San Marino a Imola. 25 aprile 1982: Didier Pironitagliò il traguardo per primo davanti ad un esterrefatto e sopraffatto Gilles Villeneuve (distacco finale: 366 millesimi) che era in testa all’ultimo giro e pensava di avere diritto a restarci. Dal box avevano esposto il famoso cartello – allora niente team radio – con tanto di subliminale “invito” ai due contendenti: slow. Rischiando una collisione, Didi tirò invece una straccatona alla Tosa e si involò verso i nove punti della vittoria. Sul podio, Gilles ostentò gelo, distacco, rabbia per il palese tradimento. Quindici giorni dopo, senza nessun chiarimento tra i due, il canadese perì nel tragico incidente di Zolder.
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Il podio del GP di Malesia 2013 |
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Il podio del GP San Marino 1982 |
Analogie? Lo chiedo, nel suo buen ritiro di Modena, a Franco Gozzi, ex segretario, addetto stampa, portavoce, direttore sportivo di Enzo Ferrari. In una parola, il suo fidato braccio destro.
Sì, certo che quello di Sepang ricorda il podio di Imola. Ma va subito ripresa una vecchia teoria di Ferrari e cioè che il rivale più acceso è sempre il compagno di squadra. E’ un paradosso ma è la verità. Tutta la storia dell’automobilismo è piena di dualismi che però fanno parte del gioco. Ricordo quelli tra Phil Hill e Von Trips, Surtees e Bandini, Fangio e Peter Collins per arrivare a Lauda e Ragazzoni, a Prost e Alesi.
Il Drake che posizione aveva riguardo i cosiddetti ordini di scuderia?
Mai dati. Per lui doveva esserci totale, assoluta libertà. A meno che, nell’ultima parte di un campionato, non vi fossero ragioni non per favorire l’uno o l’altro pilota ma per salvaguardare l’interesse della Casa.
In Malesia
Entrambi. Il pilota, però, è più giustificato perché deve aver pensato: se l’alettone ha tenuto per un giro può essere che tenga ancora. E’ il box che deve avere di più il coltello dalla parte del manico. Ma sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano: in quei casi bisogna decidere in fretta e criticare dopo è facile. A conti fatti, Alonso ha compiuto un errore di valutazione ma il box aveva più elementi per giudicare.
No, sono cicli: ad un certo punto tutto va bene o tutto comincia a girare male. Bisogna avere buona speranza perché la macchina c’è e il pilota c’è, e sono elementi concreti per vincere.
Ma ci si può accontentare oggi del titolo Costruttori?
No! Bisogna vincere, perchè la Ferrari ha il pilota migliore.
(25/3/2013) – Marco Lucchinelli, a quarant’anni dall’esordio nelle corse motociclistiche, si accinge a seguire la nuova stagione di MotoGp. Campione del mondo 1981 su Suzuki nella classe regina 500 davanti a Mamola e Roberts, resta indimenticabile la sua rivalità con Uncini. Il campionato, che avrà inizio il 7 aprile in Qatar, offre novità e tanti aspetti e risvolti forieri di analisi e considerazioni. Da Lucchinelli, “Cavallo pazzo”, ne arrivano come sempre, di schiette.
Marco, come valuti i rapporti di forza nella MotoGp 2013?
Vedo la Spagna in vantaggio, con Lorenzo, Marquez e Pedrosa. Subito dietro Valentino Rossi. Male che vada lui sarà quarto, peggio no di sicuro.
A proposito di Valentino, a mente fredda come giudichi il suo divorzio dalla Ducati?
Ci sono rimasto male. Da lui mi sarei aspettato molto di più. Troppo facile dare la colpa alla moto quando Stoner, però, ci vinceva. Quindi credo sia stato un fallimento di Valentino: per una volta, nella vita, ha sbagliato, non è riuscito a fare bene. Credo comunque che per lui sarà difficile anche quest’anno perché Lorenzo ha meno di 30 anni e Valentino ne ha 34: l’età conta, checché se ne dica. Quando io avevo 26 anni Agostini ne aveva 12 di più e l’ho vinta io, poi è arrivato Spencer che ne aveva 19 e io 27 e l’ha vinta lui. Alla fine l’età si fa sentire.
Rossi ha dichiarato che la Yamaha M 1 si adatta bene a lui. Il solito dilemma: è il pilota che si deve adattare alla moto o viceversa?……
Io dico che le Case fanno la moto ed è il pilota che deve adattarsi, senza scombussolare i loro piani strategici. E’ sempre stato così e sarà sempre così.
Ducati: i nuovi proprietari tedeschi hanno pianificato un percorso progressivo che riporti la moto di Borgo Panigale davanti a tutti nel 2015: cosa ne pensi?
Io la vedrei molto più facile. Quando esordì nel mondiale, la Ducati rischiò di vincere subito e Capirossi si aggiudicò una gara. A me il sistema dei tedeschi non piace molto, io sarei per meno calcoli e più istinto. Spero che alla Ducati torni uno come Stoner così avrebbero molti problemi in meno.
Come hai accolto l’ addio di Preziosi? La sua assenza si farà sentire?
Credo di sì. E’ una splendida persona, legatissimo alla Ducati. Un uomo Ducati. Quindi secondo me è stato un errore mandarlo via.
Se, come si è detto, la gioventù aiuta, è già il momento di Marc Marques, il nuovo compagno di Pedrosa?
Per me potrebbe essere uno dei primi piloti che nell’anno del debutto riuscirà a competere per il titolo mondiale. Deve stare attento però a non fare errori come accadde a Lorenzo all’esordio, che cadeva un po’ troppo spesso. Ma ha già dimostrato di essere un grandissimo talento e credo che sarà un osso duro per Lorenzo.
Non pensi si possa creare un po’ di maretta tra lui e il compagno Pedrosa?
No, anche ai miei tempi per esempio eravamo io, Haslam, Katayama e Spencer e l’unica cosa da fare era dare gas. L’importante è avere una moto competitiva, poi sicuramente sono tre spagnoli ed ognuno di loro vorrà primeggiare. Magari tra i tre litiganti godrà Valentino.
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Lucchinelli in sella alla Suzuki |
Come vedi il futuro della MotoGp?
Non lo vedo un granchè bene perché stanno copiando troppo la Formula 1. Forse sarà più divertente la Superbike.
(25/3/2013) – Una giornata fantastica ieri all’Autodromo del Levante di Binetto, in provincia di Bari, teatro della prima gara motociclistica in Europa riservata ai soli disabili. Lo spettacolo è stato quello di sempre: battaglia pura e sverniciate. A certificarlo, diciamo così, c’era il campionissimo Marco Lucchinelli, appositamente arrivato fin da venerdì e sostenitore dell’Associazione onlus DI.DI. (Diversamente disabili) che ha l’obiettivo di promuovere verso i giovani disabili l’attività sportiva come elemento di socialità e di recupero. A Binetto si è svolta anche una gara per piloti normodotati, alla quale hanno preso parte anche Emiliano Malagoli e Matteo Baraldi che sono i fondatori dell’Associazione (rispettivamente Presidente e Vice). “Sono qui volentieri – ha detto Lucchinelli – perché questi due ragazzi, con quello che è loro capitato, anziché sentirsi degli invalidi scendono in pista e danno del filo da torcere a piloti che hanno gambe e braccia sane”.
Matteo Baraldi e Emiliano Malagoli |
E infondono entusiasmo, aggiungo io: “Con Emiliano– dice Baraldi – ci siamo conosciuti l’anno scorso quando abbiamo affrontato insieme una gara Endurance al Mugello. Eravamo gli unici portatori di protesi. Abbiamo corso sotto la pioggia battente e ci siamo classificati quindicesimi su diciotto partecipanti. Lì abbiamo visto che c’era tanta solidarietà e interesse per questa nostra iniziativa e abbiamo capito che si poteva fare qualcosa di più per continuare a promuovere questa nostra grande passione che, nonostante un grave incidente, dà la forza per tornare in sella, dare gas e divertirsi!” Prosegue Malagoli: “Da lì è nata l’idea di partecipare alla Coppa Italia – Trofeo Bridgestone: 10 disabili contro i normodotati. E se ora siamo qua è anche grazie all’aiuto di Dario Marchetti (era a Binetto anche lui, pilota di grande esperienza che ha corso in tutte le categorie: 500GP, Superbike, Endurance. Ha vinto con Ducati la Battle of Twin di Daytona nel 2004), Marco Lucchinelli, Manuel Poggiali e Alex De Angelis che ci stanno aiutando in questo nostro progetto. Vogliamo dimostrare che siamo ancora dei piloti!”
Tra le varie attività dell’associazione c’è proprio una Scuola Guida dedicata anche ai ragazzi diversamente abili che vogliono avvicinarsi o ritornare sulle due ruote, e un Team di piloti “speciali”, pronto a schierarsi nei principali Trofei Nazionali motoristici.
Nel Trofeo Disabili, che si svolgerà sui principali circuiti italiani, nel contesto della Bridgestone Cup, i piloti con protesi correrarnno insieme ai normodotati ma alla fine verranno stilate classifiche separate. Lo start è fissato per il 21 aprile a Misano. Per chi voglia continuare a seguire l’Associazione DI.DI e condividere il loro motto: “Alla voglia di crederci, al coraggio di crederci, alla forza di riuscirci”, il sito è www.diversamentedisabili.it.
Nel Trofeo Disabili, che si svolgerà sui principali circuiti italiani, nel contesto della Bridgestone Cup, i piloti con protesi correrarnno insieme ai normodotati ma alla fine verranno stilate classifiche separate. Lo start è fissato per il 21 aprile a Misano. Per chi voglia continuare a seguire l’Associazione DI.DI e condividere il loro motto: “Alla voglia di crederci, al coraggio di crederci, alla forza di riuscirci”, il sito è www.diversamentedisabili.it.
Dario Marchetti, top rider, anche lui a Binetto |
(25/3/2013) – Non è che ce l’abbia con la Rai , ma anche in occasione del GP di Malesia un po’ più di rispetto verso i tanti appassionati di Formula 1 forse sarebbe stato dovuto dopo l’inopinata resa della TV di Stato sulla esclusiva dei diritti della massima formula. A parte il fatto che si continua bellamente a promuovere la telecronaca tout court senza precisare doverosamente che è registrata, è ormai assodato che conviene tapparsi le orecchie durante il telegiornale immediatamente precedente. Come per il GP di Australia, con estrema noncuranza, a pochi minuti dalla messa in onda della differita, un servizio ha spiattellato risultato e immagini salienti! Ma grazie! Faccio un paragone: alla Domenica Sportiva si guardano bene dall’anticipare la notizia e anzi dal farsi sfuggire un minimo indizio sull’esito del posticipo calcistico serale della domenica, le cui immagini vengono trasmesse da lì a pochi minuti! Due pesi e due misure? Se a questa insensatezza uniamo il fatto che la Rai a corto di risorse ha invece, come detto l’altra volta, provveduto ad acquistare i diritti dell’imperdibile calcio brasiliano direi proprio di sì…
(24/3/2013) – Un gran premio di Malesia dai mille risvolti con, alla fine, un podio che ha ricordato quello di Imola del 1982 quando Pironi e Villeneuve manco si guardarono in faccia: il francese, fingendo di non comprendere le segnalazioni box, attaccò e superò Gilles vincendo la gara. E’ quanto accaduto in casa Red Bull. Ma vediamo i fatti salienti di una corsa che tutti temevano dettata dalla pioggia, ma che si è svolta quasi interamente su pista asciutta, e che non ha offerto un nuovo exploit della Lotus vincitrice a Melbourne.
Alla Red Bull hanno combinato una frittata mica da poco. Come sempre al top con Vettel in qualifica, in Malesia si è avvalsa di temperature più fresche rispetto all’usuale e a livello di gestione del degrado degli pneumatici il beneficio, come auspicato da Corner, è arrivato. Peccato per loro il fattaccio finale: dopo la giostra dei pit stop Vettel, rimasto sempre dietro ad un oggi eccellente Webber, ha pensato bene (o male) di ignorare le “istruzioni” dei box e di superare a pochi giri dal termine il compagno di squadra arrivando primo (tra l’altro con zig-zag beffardo) al traguardo. Commenti finali, dopo una doppietta fantastica? Sentite un po’ la traballante posizione del tedeschino: “Ho fatto un pasticcio ma non di proposito: è stato un errore. Posso solo scusarmi con Mark”. Webber non pare raccogliere: “Sapevamo di non doverci contrastare tra di noi. Avevo già ridotto la potenza del motore e pensavo solo a conservare le gomme quando Seb ha preso le sue decisioni. La ferita è aperta, ora andrò a casa a fare un po’ di surf”. Secondo me, Vettel ha semplicemente deciso di non rinunciare ad una vittoria a portata di mano per ribadire la gerarchia di squadra in questo inizio di stagione, fidando poi in una superiore “assoluzione” (vedi Helmut Marko).
Se
Musi lunghi anche alla Mercedes, ma stiano tranquilli: è la macchina che certamente palesa i più netti progressi. Anche qui c’è maretta tra i due piloti: Rosberg, che scalpitava dietro il compagno, è stato frenato ripetutamente dai box e non è detto che, una volta liberatosi del tappo, non sarebbe riuscito almeno a raggiungere Webber. Sul podio, Lewis è stato sincero: “Al mio posto qui dovrebbe esserci Nico, ha avuto un passo stupendo per tutto il week end. Non mi sento bene per quel che è successo, dovrò fare di meglio in futuro”. Vedremo se anche Rosberg andrà a fare un po’ di surf per dimenticare.
Perché se al box hanno deciso di mantenere davanti Hamilton e di volere lui sul podio, nonostante una prestazione inferiore, è lapalissiano che sia stata espressa una “preferenza” per il pilota appena ingaggiato. I due si rallegrino però: la macchina, sotto le cure dell’ingegner Costa e di Willis è competitiva e ora si va in Cina dove l’anno scorso Rosberg portò a casa l’unica vittoria delle frecce d’argento che fece tanto contenti i Capi di Stoccarda che lì vogliono vendere sempre più macchine con la stella.
(22/3/2013) – La Red Bull e Vettel si confermano i più capaci di spuntare il “giro veloce”, ma le qualifiche di Sepang, come previsto sparigliate dalla pioggia, regalano emozioni e considerazioni nuove che promettono molto per la la gara di domani e il prosieguo del campionato.
1) Il campione del mondo in carica si è dimostrato veloce in ogni condizione e la squadra lo ha supportato benissimo: come a Melbourne partirà in pole e ora sarà interessante vedere se Horner & C. avranno fatto tesoro degli insegnamenti “pirelliani” in terra d’Oceania. Va sottolineato, comunque, l’abissale distacco del compagno di squadra Webber che, pure, dispone della stessa macchina più performante del lotto: inspiegabile ed eccessivo l’1.49.674 contro il suo 1.52.244. Mastica amaro, l’australiano.
2) Il distacco non è così smaccato, ma pure in casa Ferrari suona musica nuova e inaspettata: Massa è di nuovo davanti ad Alonso! Certo, pochi decimi ma è rilevante che dopo un 2012 di bastonate in prova e gara, il brasiliano stia invece mettendo in riga il più quotato spagnolo. E ricordiamo che in gara a Melbourne Felipe ha ceduto il passo al compagno di squadra solo per effetto delle differenti strategie di pit stop. Vedremo domani, la situazione comincia a diventare delicata: Massa diceva la verità quando spiegava nei test pre-campionato di sentirsi molto più a suo agio sulla F138.
3) Ha un pò deluso Raikkonen – Grosjean addirittura fuori dalla Q3 – sulla Lotus sorpresa di Melbourne e che nelle libere aveva confermato la sua competitività anche sul bagnato. Il finlandese, settimo, è stato poi retrocesso di 3 posizioni per aver ostacolato Rosberg ma, sornione, può avere in serbo un colpo mancino per via dell’equilibrio salva Pirelli della sua macchina. Hamilton, di nuovo davanti al compagno Rosberg, può essere protagonista soprattutto se la pioggia, come sembra, dovesse veramente mischiare le carte: sulla Mercedes grava però l’incognita affidabilità. Respira la Mc Laren con Button e Perez nei primi dieci ma occorre far punti pesanti oppure la crisi deflagrata in Australia complicherà le cose. Detto di Sutil autorevolmente nella Q3, di un buon Ricciardo su Toro Rosso (13°), di Maldonado su Williams che questa volta, a differenza di quanto accaduto all’Albert Park, ha ricacciato indietro il compagno Bottas e infine di Bianchi che sta dimostrando di meritare una monoposto più competitiva, non resta che guardare il cielo gravido di pioggia di Sepang e gustarsi il Gran Premio! (LA GRIGLIA DI PARTENZA SU CONTINUA A LEGGERE)
Classifica Q3
1. Sebastian Vettel – Red Bull-Renault – 1’49″674
2. Felipe Massa – Ferrari – 1’50″587
3. Fernando Alonso – Ferrari – 1’50″727
4. Lewis Hamilton – Mercedes – 1’51″699
5. Mark Webber – Red Bull-Renault – 1’52″244
6. Nico Rosberg – Mercedes – 1’52″519
7. Kimi Raikkonen – Lotus-Renault – 1’52″970
8. Jenson Button – McLaren-Mercedes – 1’53″175
9. Adrian Sutil – Force India-Mercedes – 1’53″439
10. Sergio Perez – McLaren-Mercedes – 1’54″136
Eliminati Q2:
11. Romain Grosjean – Lotus-Renault – 1’37″636
12. Nico Hulkenberg – Sauber-Ferrari – 1’38″125
13. Daniel Ricciardo – Toro Rosso-Ferrari – 1’38″822
14. Esteban Gutierrez – Sauber-Ferrari – 1’39″221
15. Paul di Resta – Force India-Mercedes – 1’44″509
16. Pastor Maldonado – Williams-Renault – senza tempo
Eliminati Q1:
17. Jean-Eric Vergne – Toro Rosso-Ferrari – 1’38″157
18. Valtteri Bottas – Williams-Renault – 1’38″207
19. Jules Bianchi – Marussia-Cosworth – 1’38″434
20. Charles Pic – Caterham-Renault – 1’39″314
21. Max Chilton – Marussia-Cosworth – 1’39″672
22. Giedo van der Garde – Caterham-Renault – 1’39″932
(22/3/2013) – Le libere 2 del GP di Malesia, prima del solito scroscio di pioggia, hanno dati un’indicazione di massima dei valori in campo dopo la gara inaugurale di Melbourne e su un circuito molto più esigente per le monoposto. Ecco la classifica: 1. Kimi Raikkonen – Lotus-Renault – 1’36″569 – 2. Sebastian Vettel – Red Bull-Renault – 1’36″588 – 3. Felipe Massa – Ferrari – 1’36″661 – 4. Fernando Alonso – Ferrari – 1’36″985 – 5. Mark Webber – Red Bull-Renault – 1’37″026 – 6. Romain Grosjean – Lotus-Renault – 1’37″206 – 7. Nico Rosberg – Mercedes – 1’37″448 – 8. Paul di Resta – Force India-Mercedes – 1’37″571 – 9. Lewis Hamilton – Mercedes – 1’37″574 – 10. Adrian Sutil – Force India-Mercedes – 1’37″788. Come si vede,
mi sono trovato molto più a mio agio con le Medium, già testate in Australia. Nella lunga serata che ci attende in previsione di qualifiche e gara cercheremo di capire il più possibile su quale sia il reale comportamento delle gomme, perché certamente è quello che farà la differenza e che potrà renderci più competitivi”. Sintesi affidata a Pat Fry: “Come abbiamo visto in Australia, anche qui il fattore decisivo sarà capire il comportamento degli pneumatici: solitamente su questo circuito si effettua uno stop in più ma è ancora presto per dirlo. Stasera ci aspetta un importante lavoro di analisi dei dati perché la pioggia ha interrotto nel momento meno opportuno il confronto tra le due mescole che stavamo completando con Fernando e Felipe. Al mattino siamo riusciti a portare a termine il programma previsto, sfruttando le condizioni più adatte alla ricerca dell’assetto ideale per entrambe le vetture. Dopo aver provato diverse combinazioni crediamo di aver capito la direzione da prendere in previsione delle qualifiche di domani”.
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Fry e Tombazis della Ferrari |
La pista di Sepang presenta una delle superfici più abrasive del Circus ed è inoltre il secondo circuito con più alto carico laterale dopo quello di Barcellona. Per questi motivi
(22/3/2013) – A Monza sono in corso le prove libere del primo appuntamento del campionato AutoGp. Alle 16.15 le qualifiche, domani Gara 1 (14.05) e domenica Gara 2 (11.35). In pista 15 i piloti, suddivisi in 8 squadre, a bordo delle monoposto evolute – con la consulenza dell’ingegner Enrique Scalabroni, ex Ferrari – messe a disposizione dall’organizzazione abilmente guidata da Enzo e Paolo Coloni. La serie si è ritagliata un suo spazio importante nel panorama internazionale e non è mai male ricordare quale trampolino di (ri)lancio è stato per Romain Grosjean trionfatore nel 2010 e oggi alla Lotus. Alla vigilia dell’appuntamento monzese è arrivata la notizia del coinvolgimento da parte della Zele Racing di Narain Karthikeyan, il pilota indiano rimasto appiedato dopo il ritiro dalla F.1 della HRT. “Ho deciso di accentare l’invito di Michael, che mi permetterà di continuare a guidare una monoposto di alta potenza, ampiamente rimaneggiata per il 2013, tanto che si parla di tempi in linea con le altre categorie a ruote scoperte”.
Un motivo in più di visibilità per il campionato e certamente un “overboost” di entusiasmo per i partecipanti più giovani che vorranno “dare la paga” al blasonato driver. Tra questi, voglio segnalare il ventenne Riccardo Agostini, padovano come l’altro Riccardo veneto, Patrese, e campione italiano di F.3 (dopo la sofferta decisione del TNA). Il suo grande rivale 2012, Eddie Cheever è approdato nel FIA F.3, lui ha pianificato un percorso diverso con gli olandesi della MP Motorsport : “Sono soddisfatto di aver raggiunto un accordo biennale con loro che mi permetterà di maturare l’esperienza necessaria per affrontare la GP 2, serie che dal 2014 vedrà al via le nuove monoposto, da sempre riconosciuta come passaggio obbligato per la F.1 .” Riccardo ha già assaggiato la Gp 2 avendo partecipato ai recenti test collettivi di Barcellona sulla monoposto della Hillmer. E’ dunque un pilota sotto osservazione e se si considera che è solo alla sua quarta stagione (2 anni in F.Abarth, uno in F.3 italiana) è già molto avanti e in AutoGp non deve sbagliare. “L’obiettivo è quello di prendere confidenza con una vettura potente, molto più potente della F.3, lottando per la conquista del titolo in un campionato internazionale particolarmente selettivo, che vede al via squadre di primo piano”. Il calendario 2013 della AutoGp si articolerà su 8 round in sette differenti Paesi. Dopo Monza, è in programma l’esotica tappa sul circuito cittadino di Marrakech il 7 aprile, per poi spostarsi all’Hungaroring il 5 maggio, Silverstone (2 giugno), Zandvoort (7 luglio), Nurburgring (8 agosto), Donington (1 settembre) e infine Brno (6 ottobre).
(21/3/2013) – Tra i motori caldi del fine settimana, ci sono anche quelli della Indycar. Si parte da St. Petersburg con Ryan Hunter Reay, il 32enne della Florida campione in carica, a fare da lepre. L’americano dell’Andretti Autosport – sarebbe interessante vederlo in F.1, dove i piloti USA latitano – dovrà guardarsi dagli avversari – Castroneves, Franchitti, Kaanan, Bourdais, Sato, Wilson, Marco Andretti, Power, Dixon tra gli altri – ma anche dal push-to-pass (che comunque avrà anche lui). E’ la soluzione destinata a dare un pizzico di pepe in più alle 20 prove in calendario: premendo un pulsante posizionato sul volante, i piloti avranno dieci possibilità per ogni gara – per 15 o 20 secondi a seconda dei circuiti – di richiedere al motore turbo una spinta supplementare da 21,7 a 23,2 Psi e altri 200 RPM.
“O lo usi o lo perdi”, dice il responsabile tecnico Will Philips che aggiunge “sarà così difficile scegliere di utilizzarlo come meccanismo di difesa oppure opportunità di sorpasso”. A St Petersburg sarà scoperto un Memoriale in onore di Dan Wheldon, il due volte vincitore della 500 Miglia di Indianapolis (quest’anno prevista il 26 maggio), recentemente rimasto vittima di un incidente, che lì risiedeva. Detto che, rispetto ad un anno fa, non c’è più Rubens Barrichello e che saranno due le donne in lizza, la brasiliana Ana Beatriz e la svizzera Simona De Silvestro, quest’anno Hunter Reay e Bourdais entreranno nel club dei “centenari” della serie. Push-to-pass!