(13/2/2013) – Michele Pirro in questo momento è in viaggio verso Jerez de la Frontera. Il centauro di San Giovanni Rotondo, fresco pilota e primo collaudatore Ducati, sarà lì protagonista solitario di una nuova sessione di prove. I primi test collettivi della MotoGp in Malesia hanno confermato le criticità della moto italiana che hanno indotto Valentino Rossi a cambiare aria. Ma ormai si guarda avanti. Nel Sud della Spagna verranno provate parti nuove e poi, dal 26 al 28, si tornerà a Sepang, questa volta Michele compreso. Lì, a poco più di un mese dall’inizio del campionato, si potranno avere responsi più probanti sulla nuova GP13 ma “calma” è la parola d’ordine del pugliese giunto alle soglie del Paradiso.
Michele , quali sono le tue sensazioni più profonde alla vigilia di tanti impegni importanti?
Siamo un po’ indietro, in generale carenti dappertutto. Il motore è ok, la velocità non manca, ma il resto va sistemato. Bisogna però avere pazienza e non ripetere gli errori del 2012. Dobbiamo agire razionalmente, senza strafare. Ci vorrà più tempo per essere competitivi, diciamo magari da metà anno, ma così porremo le basi per un 2014 migliore.
Ma tu non ti senti troppo responsabilizzato dal fatto di giocarti tutte le tue carte nelle poche gare che si è stabilito disputerai?
Alla fine no, non ci sono problemi. Il mio compito è soprattutto di far crescere la moto e renderla competitiva. Io vengo da un 2012 durante il quale ho disputato con le CRT un campionato a parte e non avevo voglia di ripetere quell’esperienza, anche perché non c’era un programma preciso per il futuro cosa che invece esiste alla Ducati se farò bene, se il mio impegno darà frutti. Poi, se correrò in MotoGp o in Superbike non lo so, l’importante è avere finalmente a disposizione il pacchetto giusto, essere supportato da una Casa ufficiale, vincere.
Ma pensi di aver sostanzialmente “sprecato” un anno con la CRT?
No, questo no. Ho imparato tanto e ho corso per una grande squadra, insieme a grandi piloti. Quello che mi è dispiaciuto è di non essermi potuto confrontare con altri poiché solo io avevo quella moto. Senza termini di paragone non so quindi qual è stato il mio valore. Un pilota ha bisogno di misurarsi ma adesso, con altri quattro piloti in squadra, il confronto ci sarà. (CLICCA SU CONTINUA A LEGGERE)
Cosa “senti” di tedesco nella squadra?
Adesso poco. Sai, loro sono arrivati da un mese. C’è la volontà di fare bene, di capire qual è la strada giusta da intraprendere. Certo, mi dispiace molto non lavorare con Preziosi che era il padre di questa moto ma ha fatto le spese lui di questi due anni disastrosi con Valentino. Ci vorrà pazienza e magari bisognerà fare meno, ma meglio.
A proposito: qual è il tuo personale pronostico sulla stagione del Valentino nazionale?
Il suo talento non è in discussione, la Ducati non è una moto facile. Nelle prove in Malesia è tornato competitivo, è lì davanti. Penso sarà un bel mondiale e da metà annata speriamo che la Ducati possa ambire al podio. Ce la stiamo mettendo tutta.
Chi devi ringraziare per essere dove sei ora?
Tante persone. Quelli che hanno sempre creduto in me, che mi hanno aiutato e mi vogliono bene. Devo loro molto e voglio ripagarli con i risultati. La mia è una grande sfida e un grande sogno. Spero di vincere, sarebbe tutto “made in Italia” e sarebbe importante anche per la mia Puglia e per i giovani della mia terra che non ha mai avuto un pilota al top. Io ci credo.
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Una piega da paura di Pirro in sella alla nuova Ducati |