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LIUZZI, L’ULTIMO DEI MOHITALIANI

La caccia al sedile per il prossimo anno, in F.1 è ufficialmente aperta ed è febbrile. Chiedo lumi al conterraneo – è nato a Locorotondo, pescarese di adozione – Vitantonio Liuzzi che mi conferma: “Entro un mesetto definirò la mia posizione”.  E’ l’ultimo esponente tricolore nella massima formula, l’anno scorso è stato terzo pilota della HRT (“ma non l’avrei presa in considerazione per il 2013, non c’era possibilità di miglioramento”). Intanto, nonostante le soverchie difficoltà, un obiettivo primario: non mettere tutti e due i piedi fuori dalla F.1. Niente America, come trapelato nelle settimane scorse (“no, anche lì la situazione non è rosea, occorre reperire un budget, non è semplice”…), interesse per la Superstars (è vice-campione). La F.1, già. Ma con chi? I posti da titolare , ancora per poco, sono tre, quattro (Catheram, Marussia, Force India); la partita è però aperta per il ruolo di terzo pilota. Liuzzi sta parlando con tutti questi team e qualche rinfrancante spiraglio lo vede: “E’ tutto aperto, ci sono varie opzioni. Trovo molto interesse nei miei confronti perché oggi l’esperienza viene ben considerata, ma non voglio sognare troppo dato che sulla scena ci sono molti piloti pronti a comprarsi un sedile.”. Provo a rinfrancarlo: “Forse è un buon segnale la scelta della Williams che ha addirittura rinunciato agli sponsors di Senna preferendogli un talentuoso Bottas senza valigia”. Vitantonio non è esattamente dello stesso avviso: “Intanto – replica – lo ha voluto Toto Wolf che è primario azionista della scuderia e in quanto alla valigia ho notizie contrarie alle tue…”. Come non detto. La butto lì: possibilità Ferrari? (mentre il sito omnicorse.it riporta voci su Buemi e Bianchi possibili, rispettivamente, collaudatore e pilota del Cavallino alla Force India). “Se così fosse sarebbe un peccato, ma non mi sorprenderebbe e comunque hanno il diritto di portare avanti la loro idea di gestione”. Parliamoci chiaro, allora: per gli italiani marca male. E si ritorna al punto iniziale: in vista del 2014, anno nel quale cambieranno parecchie cose, è essenziale non uscire dal giro. Al Motor Show Liuzzi era ospite Nissan, gruppo Renault. E lui ha guidato per la “italiana” Toro Rosso (orbita Red Bull-Renault) dalla quale non si è separato in modo traumatico come il compagno di squadra Scott Speed. Indizi?
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MOTOR SHOW: FANTASMI, VENDITE E TOUR

La 37^ edizione del Motor Show di Bologna, chiusasi qualche giorno fa con oltre 400mila visitatori paganti (a breve i dati definitivi)  mi pone tre riflessioni finali. 1) Giada Michetti, Amministratore Delegato di GL Events Italia, in sede di bilancio, praticamente non le ha mandate a dire: “Ringrazio – ha dichiarato – chi ci ha creduto e ci ha sostenuto: dalla Red Bull alla Ferrari, sempre al nostro fianco, fino ai piloti che hanno corso anche con condizioni meteo avverse. E ovviamente le Case automobilistiche presenti, non quelle che hanno fatto finta di esserci: alla fine per chi è stato veramente presente il ritorno in comunicazione è stato altissimo, ne è valsa la pena.’ Ok, ben gli sta, meglio ancora fare chiaramente i nomi dei fantasmi bolognesi. 2) L’inedita iniziativa di Mercedes-Benz Italia di vendere auto al Motor Show (foto) ha soddisfatto il costruttore tedesco, come confermato dal Direttore Generale in persona, Roland Schell, che ha parlato di “successo”. Sono state infatti acquistate 25 nuove Classe A e 5 Smart Fortwo 5. L‘usato selezionato e garantito di Mercedes-Benz FirstHand ha contato 35 acquirenti. Un tentativo che farà proseliti? L’esempio è positivo, credo che le Case debbanno considerare sempre più il Motor Show come un nuovo canale diretto di vendita. 3) Se il Motor Show dovesse continuare a vivere momenti difficili per la congiuntura negativa del mercato, perché non considerare come un’opportunità il fatto di renderlo itinerante, come d’altronde ipotizzato un anno fa?
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CHE MUSICA ROMBANTE CON iXOOST

Nel mondo dei motori se ne sono viste un po’ di tutti i colori ma questa è davvero qualcosa di inaspettato. Uno guarda la foto e si chiede: ma cos’è? Poi la rivelazione: è “iXoost”, dock station primo sistema audio per iPhone e iPod “ricavata da un blocco di alluminio pieno unendo i pezzi torniti e fresati da macchine a 5 assi fino all’assemblaggio con il collettore di scarico di una supercar da 8, 10 o 12 cilindri”. Ma pensa te! Chi l’ha inventato? Intanto dove: naturalmente a Modena! L’idea è da attribuire all’imprenditore Matteo Panini, grande appassionato di motori, e Mirco Pecorari, dalla cui matita fatata sono uscite più di 500 livree di automobile in tutto il mondo. Oltre al suono, assicurano, vengono coinvolti altri sensi “colpiti dal metallo vibrante di un vero scarico da competizione abbinato al suono delle proprie passioni”. La qualità sonora altissima è assicurata da altoparlanti appositamente studiati e un subwoofer attivo da 140 watt. Stilisticamente (finiture tutte fatte a mano dai migliori artigiani modenesi), si visualizzano due parti distinte: la base portante con le sue “trombe acustiche” e il collettore di scarico come cassa armonica per il woofer, racchiuso in un piccolo tromboncino stile retrò alla Cafe Racer. La consolle è immaginata come un carter motore tipico delle motociclette anni ‘60/’70 con viti a brugola. La risposta degli appassionati è stata subito buona: i primi cinque esemplari sono stati venduti in Uk, Svizzera, Singapore, Giappone e Cina.
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FEBBRE A 500 / 2. LAURA NON C’E’

A proposito di Fiat 500, pare il suo momento anche negli Usa. Ecco quanto ci fanno sapere da Torino o Detroit o Toluca o Alta Savoia, vedete un po’ voi: “Lanciata negli Stati Uniti alla fine del 2010 e prodotta nello stabilimento di Toluca (Messico), oggi Fiat 500 è leader della sua categoria segnando ad ottobre l’ottavo mese consecutivo di crescita: in dettaglio, le vendite della 500 berlina sono aumentate del 109% mentre la versione cabrio ha segnato un incremento del 21%. In totale, dal 2011 ad oggi sono state immatricolate oltre 73.000 unità in Nord America, delle quali 42.000 solo nei primi dieci mesi del 2012. Tra l’altro, poche settimane fa è stata accolta con grande entusiasmo l’arrivo nelle concessionarie americane della nuova Fiat 500 Turbo equipaggiata con motore 1.4 MultiAir da 135 CV.”. Nel Paese delle opportunità effettivamente è tutto un florilegio di accattivanti versioni, dal Tributo USA” del Cinquone Stradale, elaborazione su base 500 Abarth by Romeo Ferraris (foto) alla 500e,  l’ elettrica sviluppata appositamente  per il mercato americano.  Anche qui: bene, bravi, bis. Mi ritorna in mente però Laura Soave, la manager ex VW e Ford voluta da Marchionne nel marzo 2010 a capo del brand Nord America con il compito principale di far decollare proprio la 500.  Che non decollò (ma quanti problemi allora). Già a fine novembre 2011 il divorzio: al suo posto arrivò Timothy Kuniskis. Vita breve, come per Karl Heinz Kalbfell, un annetto scarso (2005-2006) AD Maserati. Sergio, attendere un pochino, no? A proposito: cosa fa ora Laura Soave?
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FEBBRE A 500

Non c’è che dire, la Fiat 500 va. Almeno lei. Meno male. Dalle linee di produzione di Fiat Auto Poland, ha reso noto a fine novembre l’ufficio stampa del Gruppo torinese (io lo considero ancora tale), è uscito “il milionesimo esemplare del modello icona lanciato nel 2007, commercializzato in oltre 100 Paesi nel mondo – dall’Italia al Brasile, dal Sud Africa al Giappone, dagli Stati Uniti al Medio Oriente  – e prodotta dal 2011 anche nello stabilimento messicano di Toluca”. Bene, bravi, bis. Anche se, noto dati di vendita fino a novembre riportati sul sito interautonews.it, che in Italia non scalfisce la leadership degli altri mostri sacri come Panda, Punto e Ypsilon (tranne che nella top ten benzina dei primi 11 mesi 2012, seconda solo alla Panda). E’ comunque vera febbre, la macchina con la sua miriade di personalizzazioni piace e a questo punto ci si sbizzarrisce un pò: al Motor Show di Bologna è stata esposta (vedi foto), ad opera della Oemmedì meccanica di Acquapendente (VT) una mostruosa elaborazione da 500 cavalli (!) con tanto di motorone Lamborghini in bella vista. Intanto il Fiat 500 Club Italia di Garlenda ha fissato per il 5-6-7 luglio prossimi il 30° Meeting Internazionale con la Germania ospite d’onore.

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E’ NATO IL LOTUS OFFICIAL CLUB ITALIA

Appassionati della Lotus, eccovi accontentati: è nato il primo ed unico club ufficiale Lotus in Italia! La Casa, con il supporto della rete commerciale tricolore, ha creato finalmente un “luogo” di incontro riservato a tutti coloro che possiedono una Lotus classica o moderna o che nutrono passione per questo marchio storico del panorama automobilistico mondiale. Presidente è Tommaso Volpe (direttore marketing Lotus Cars), presidente onorario è Clive Chapman, figlio del fondatore della Lotus, il mitico Colin Chapman. L’iscrizione (99 euro, iva e spedizioni comprese) oltre al kit di benvenuto, garantirà ai soci opportunità di guida per le più belle strade della Penisola, il coinvolgimento nell’esclusivo mondo Lotus e anche il godimento di particolari benefits. Previsti inoltre sconti sui ricambi e merchandise Lotus, convenzioni in hotel, ristoranti e strutture per il tempo libero. Per conoscersi e condividere opinioni, ottenere informazioni tecniche e affinare la conoscenza della propria Lotus, sarà inoltre a disposizione il “Lotus Forum Official”. Vediamo più nel dettaglio cosa è previsto a partire già dal prossimo gennaio 2013: quattro raduni/eventi l’anno, raduni regionali coordinati e controllati dal Club, l’apertura del Forum on line bilingue (italiano/inglese) con finalità tecniche di supporto ai proprietari, rapporti privilegiati con aziende partner, visite organizzate in fabbrica (a Hethel, il cuore della Lotus), attività sul circuito di Hethel a scopo istruttivo e senza fini competitivi, accesso VIP ad eventi Lotus, condizioni speciali e sconti addizionali per ricambi, accessori e mano d’opera qualificata presso le officine autorizzate Lotus. Per più dettagli e per sapere come iscriversi basta visitare il sito www.lotusclubitalia.org, contattare il numero telefonico 06.8861249 oppure scrivere una mail a info@lotusclubitalia.org.
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MAXI ENDURANCE, MAXI PLEASURE

Finora avevamo assaporato sfide automobilistiche di lunga durata di ogni tipo: 24 Ore (Le Mans, Daytona, Spa), 12 Ore (Sebring, Abu Dahbi), fino alle varie 6 Ore e quant’altro che assecondasse la vena epica e di durata di piloti e auto. I maggiolini VW della Fun Cup provarono a distinguersi varando la 25 Ore di Spa (senza contare la 25 Ore di Magione, gara di durata e risparmio energetico, o perfino le gare endurance di kart). I patiti dell’endurance avranno a breve di che provare a sfamarsi con una prova unica, limite: dal 14 al 17 marzo 2013, sul circuito spagnolo della Navarra sarà la volta della Maxi Endurance 48 Ore, presentata come la nuova sfida, la gara di durata più lunga del mondo! Sotto la supervisione della Federazione Spagnola dell’Auto, la gara (Hankook fornitore esclusivo delle gomme) si annuncia effettivamente appetibile quanto insidiosa per piloti, i team e i meccanici. Vi potranno prendere parte 80 modelli appartenenti a 28 differenti marche, ad un prezzo che gli organizzatori presentano come assolutamente abbordabile. Per avere maggiori informazioni: info@maxiendurance48.com

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MERZARIO-CHOC: “ALONSO NON SEMPRE ALL’ALTEZZA. FORSE E’ APPAGATO”

  Io sono un ferrarista. E in quanto ferrarista sono sempre, costantemente incazzato come una bestia. Prendo a prestito, con una variazione, il tormentone di Gioele Dix a Zelig per esemplificare lo stato d’animo di uno che ha visto svanire per il Cavallino un altro mondiale piloti e costruttori. E sono, rispettivamente, cinque e quattro anni che questi allori non vengono riportati a Maranello. Con un Alonso universalmente riconosciuto come il campionissimo del Circus! Schumacher ci mise cinque anni per conquistare l’iride con la Rossa che a sua volta veniva da un digiuno di quattro lustri più uno. Numeri indigeribili e assolutamente irripetibili! Ma per l’asturiano è il terzo anno che il titolo sfuma e, ahimè, quei diavolastri della Red Bull di energia, è proprio il caso di dire, ne hanno ancora. La vedo male, ho bisogno di conforto. Provo a sentire cosa dice Arturo Merzario, che ferrarista è pure lui, vede più avanti di me (nel 1977 fu il primo a capire che Carlos Pace sulla Brabham Alfa perse il GP di Argentina per un calo fisico mentre era in testa) e sicuramente avrà parole di speranza e fiducia. L’avessi mai fatto. E’ andata come doveva andare – comincia serafico – e Vettel non ha rubato nulla, bisogna essere realisti. Ma come, Arturo: Fernando è stato spedito fuori pista in due gare! E allora? Anche Vettel ha rotto in due Gran Premi ma la sostanziale differenza è che si trovava in testa. A Spa e in Giappone nessuno può dire come sarebbe andata a finire per Alonso se fosse rimasto in pista dopo la prima curva. Già barcollante, tento un’ulteriore sortita: certo che però la F2012 è nata male e abbiamo dovuto rincorrere. Anche qui vengo immediatamente placcato senza pietà: Macchè, la macchina era ok. Piuttosto: siamo certi che Alonso abbia fatto tutto quello che poteva? Secondo me non sempre si è dimostrato all’altezza e non è stata affatto la sua miglior stagione, come si sta dicendo. Non lo so, può essere che sia appagato. Pensate alla storia di Rossi alla Ducati e meditate, gente, meditate”. Ormai cianotico, riesco solo a balbettare. E Arturo infierisce: Nelle ultime gare decisive, per esempio, l’impegno non è stato pari a quello di Massa che infatti gli è stato sovente davanti”. Il mio ultimo rantolo: e la nostra galleria del vento non adeguata? Non c’entra niente, quando va male ci si arrampica su tutto. Anche ai tempi di Ferrari si andava alla galleria della Matra in Francia perché si diceva era specializzata nel settore aero-spaziale. Ma allora, come finisce qui?Oggi la F.1 è molto complessa e necessita di cambiamenti costanti. Il fatto è che quelli della Red Bull hanno Newey. Non c’è che dire, è il suo momento. Tocca accontentarsi”. Per carità, qualcuno gli faccia un’offertona.

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CRISI AUTO, L’ANFIA COINVOLGE MONTI

L’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), in aperta polemica con l’Esecutivo e le sue politiche fiscali nei confronti del mondo dell’auto, aveva annullato la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Per loro, come messo nero su bianco nel comunicato stampa, non resta che attendere nuovi “interlocutori in grado di comprendere le difficoltà di un settore trainante dell’economia italiana”. Il 12 dicembre prossimo, ci prova invece l’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) a tenere vivo almeno il dialogo attraverso l’Assemblea Pubblica dal titolo “Industria automotive in Italia. Proposte per un futuro sostenibile” (Teatro Capranica, Roma, ore 10-13). All’assise interverranno, tra gli altri, il Presidente del Consiglio, Mario Monti, e il Vice Presidente della Commissione Europea nonchè responsabile Industria e Imprenditoria, Antonio Tajani. Il momento è difficile, si sa, ma è bene che proposte fondate e innovative vengano rimesse al diretto ascolto delle alte cariche. Almeno, poi, non si potrà dire “non sapevo”.

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SCHUMI-MODENA, QUE RESTE-T-IL DE NOS AMOURS?

Eh, Michael. E’ finita, stavolta. Un nuovo addio alla F.1, sempre a Interlagos (un po’ triste quel giro di saluto con tanto di bandiera), come nel 2006. Quella volta si scomodarono, tra gli altri, Pelè e Hakkinen. Forse stavolta l’annuncio è stato preso con le pinze: ma si ritira davvero? Chi lo sa. Intanto lo rivedremo a dicembre alla Race of the Campions in Thailandia, per dire. Ma insomma, l’anagrafe incombe, i figli crescono, la legge del cronometro è spietata anche con le leggende. I ricordi non si cancellano e soprattutto a Modena la resa del Cannibale merita l’onore delle armi. Schumi, da quelle parti, era ovviamente di casa. Anzi cittadino onorario. Io c’ero, il 6 febbraio del 2001, quando il Sindaco della città di Enzo Ferrari, l’attuale senatore Barbolini, gli conferì l’onorificenza. Aveva appena riportato a casa il titolo piloti dopo 21 anni di astinenza. Nessuna dichiarazione, su mia richiesta, al nuovo addio. Il 5 dicembre del 2006 fu invece l’amministrazione comunale di Maranello a ripetere il beau geste. E il sindaco Lucia Bursi, tuttora in carica, da me sollecitata dice oggi: “L’addio alle corse di Schumacher è un passaggio naturale, si è chiusa una fase della sua vita e della sua carriera professionale. Certo, questa parte finale non ha prodotto risultati all’altezza dei traguardi raggiunti in passato ma credo che sia giusto ricordare che detiene la gran parte dei record della F.1. Molti valutano il suo ritorno alle gare una scelta sbagliata, il voler andare oltre le proprie reali possibilità ma credo che sia proprio questo tentativo di superare i propri limiti che ne ha fatto il campione che tutti abbiamo amato”. Un grande abbraccio parte anche da Spezzano di Fiorano. Dalla pista? Dal Comune? No, dal ristorante Montana, dove sovente concludeva la giornata dopo giri e giri di prova in pista. La mitica signora Rossella, con il marito Maurizio e il figlio Alberto e mamma Dina, lo rifocillava a dovere e magari raccoglieva le sue confidenze. “Il fatto è che non avrebbe dovuto ritirarsi nel 2006, poteva ancora dare molto!”, mi dice subito. “Era una buona forchetta: mangiava di tutto, dall’antipasto al dolce e non ingrassava mai! I figli erano la sua passione. E’ una persona che molti non conoscono sotto certi aspetti. Non è stato amato perché parlava solo inglese. Ma era solo timidezza e desiderio di esprimersi a dovere”. Il contatto è comunque vivo: lo hanno incontrato a settembre nel dopo Monza (“è in forma come sempre, meglio di tanti suoi colleghi”) e si sentono telefonicamente per i vari auguri. “Però non l’ho ancora chiamato dopo il ritiro. Voglio trovare le parole giuste, solo per lui”.